ZIELFELDERPLAN

Nelle​​ scuole pubbliche​​ della Rep. Fed. della Germania l’IR​​ è materia scolastica ordinaria, normalmente con due ore settimanali. Lo Stato assume l’organizzazione, mentre la Chiesa è responsabile del contenuto. È ovvio che questa mescolanza è fonte di numerosi conflitti, soprattutto quando si tratta di elaborare programmi per​​ l’IR​​ cattolico (e parallelamente per l’IR evangelico). A causa del federalismo culturale dei 10​​ Länder​​ della Germania, d’altronde molto diversi tra loro, i programmi centrali (per​​ es.​​ i programmi elaborati per incarico della Conf. Episc. Tedesca) non possono essere introdotti semplicemente (vale a dire senza che almeno formalmente vengano adattati alle direttive che valgono nei singoli​​ Länder)​​ nell’IR delle 22 diocesi della Germania occidentale.

1.​​ Il tentativo di realizzare programmi validi per tutte le diocesi è costituito dal cosiddetto​​ Rahmenplan für​​ die​​ Glaubensunterweisung​​ (München​​ 1967: Programma-quadro per l’insegnamento della fede). Si tratta di programmi per le classi 1-10. Possono essere considerati l’ultima espressione ufficiale della C. kerygmatica nella Rep. Fed. della Germania. Questi programmi, basati su principi teologici, furono schiacciati dalla discussione​​ curricolare.​​ Verso la fine degli anni ’60 la pedagogia religiosa tedesca fu sommersa dai cosiddetti “modelli didattici” per l’IR: modelli per lo svolgimento didattico di diverse ore, con dettagliate descrizioni della situazione degli allievi, precisa indicazione degli obiettivi, con materiale per il lavoro degli studenti, adattamento all’età. I testi di religione di matrice tradizionale (Bibbie per la scuola, catechismi) furono messi da parte. L’offerta di modelli didattici era molto determinata da fattori casuali. Inoltre le unità didattiche furono dedicate almeno in parte a nuove problematiche, non più legittimate dalla tradizione teologica, ma incentrate su problemi e situazioni degli allievi.

2.​​ Si era dunque creata una nuova situazione per la programmazione globale dell’IR: come rimediare all’arbitrarietà di temi e contenuti non più coordinati tra loro, e inserirli nuovamente in un processo didattico finalizzato? Come trovare il giusto equilibrio tra l’attenzione ai problemi degli allievi e l’insegnamento sistematico della fede? Nel 1973 il​​ Rahmenplan​​ fu abbandonato e sostituito da un nuovo programma elaborato da una Commissione su incarico della Coni. Episc. Tedesca, il cosiddetto​​ Zielfelderplan für​​ die​​ Sekundarstufe​​ I​​ (Piano di aree di obiettivi per la scuoia secondaria inferiore = classi 5-10;​​ München​​ 1973). Descrivendo determinate aree di tematiche, riferite a finalità orientative che percorrono i singoli anni scolastici, si voleva stimolare processi didattici guidati.

Le aree di tematiche determinano i propri contenuti ricorrendo di volta in volta alla religione e alla fede della Chiesa, oppure alla vita dei singoli e della società. Il collegamento tra i due punti gravitazionali — religione e fede da un lato, situazione e convivenza sociale dall’altro — che sono paragonabili ai due punti focali di una ellisse, è concepito secondo il principio della “correlazione”, vale a dire: questo programma vuol trovare una via di mezzo tra una impostazione puramente teologica (dogmatica, o kerygmatica) e una impostazione puramente antropologica. La legittimazione dell’IR non deve quindi essere soltanto teologica o soltanto antropologica, ma deve mettere in conto questi due aspetti nel loro reciproco rapporto. Questo programma vuol mettere chiaramente in luce che obiettivi e contenuti nella loro reciprocità antropologica e teologica sono interdipendenti. Lo vuole anche rendere possibile nel concreto svolgimento dell’insegnamento. Per ciò che riguarda il programma per la scuola secondaria inferiore del 1973 si tratta più di una opzione che di una realtà. Gran parte del lavoro correlativo è delegato all’insegnante di religione. Per questo motivo il programma è stato presto criticato.

Basato sullo stesso principio didattico, ma più conforme all’ideale correlativo, è il​​ Zielfelderplan​​ für​​ die​​ Grundschule​​ (Piano di aree di obiettivi per la scuola elementare, classi 1-4,​​ München​​ 1977). In questo programma il collegamento tra temi appartenenti al mondo degli allievi e temi “teologici” della tradizione ecclesiale è meglio riuscito. Per ciò che riguarda il programma per la scuola secondaria inferiore, nei casi migliori la prassi giunse solamente a una giustapposizione dell’aspetto umano e di quello teologico. Le unilateralità — sempre a spese della teologia, secondo coloro che lo criticavano dalla prospettiva della Chiesa — condussero alla richiesta di riforma.

3.​​ Dal 1979 al 1984 la Commissione incaricata si impegnò a trovare la vera forma di uno​​ Zielfelderplan​​ revisionato. Il risultato è stato pubblicato sotto il titolo​​ Grundlagenplan für den katholischen Religionsunterricht​​ (programma di base per l’IR cattolico), sottotitolo “Lernfelder des Glaubens”​​ (aree di apprendimento della fede), per le classi 5-10​​ (München​​ 1984). A seconda della posizione e dell’orientamento dei censori questo programma è giudicato positivamente (da coloro che cercano i contenuti sicuri) o criticamente (da coloro che denunciano l’insufficiente presenza della situazione e dell’orizzonte degli allievi).

Data l’autonomia dei diversi​​ Länder​​ e la diversità di direttive programmatiche in ciascuno di essi, si danno in Germania le più svariate concretizzazioni, revisioni e nuove concezioni di programmi didattici, che comunque restano in qualche modo paragonabili. Il nuovo​​ Grundlagenplan​​ dovrebbe essere un quadro orientativo per il futuro; almeno, in questa ottica è stato concepito. È chiaro che i programmi non garantiscono un buon insegnamento, come non sono la causa di un cattivo insegnamento. Il fattore determinante è sempre l’insegnante di religione che cerca orientamenti in questi programmi e a seconda del carattere e delle idee del suo capo è più o meno “vincolato”.

Bibliografia

A. Biesinger,​​ Der Zielfelderplan für die Grundschule. Elemente einer religionspädagogischen Würdigung,​​ in «Katechetische Blätter» 104 (1979) 79-82; H. Blessenohl,​​ Das didaktische Strukturgitter des Zielfelderplans für de» Katholischen Religionsunterricht der Schuljahre 5-10,​​ ibid. 99 (1974)​​ 354362;​​ H. Göpfert,​​ Kritische Analyse des Rahmenplans für die Glauhensunterweisung...,​​ ibid. 96 (1971) 485-503; G. Miller,​​ Der Zielfelderplan für die Primarstufe. Versuch einer Didaktik der Korrelation,​​ ibid. 102 (1977) 380-382; Id.,​​ Der deutsche Zielfelderplan. Didaktische Einführung im Schnellverfahren,​​ in «Christlich-pädagogische Blätter» 88 (1975)​​ 1423;​​ G. Rummel,​​ Der Zielfelderplan für den Katholischen Religionsunterricht in der Grundschule,​​ in «Katechetische Blätter» 104 (1979) 71-78; H. Schmidt,​​ Mehr als ein Lehrplan. Bemerkungen zur Punktion, zum Stellenwert und zur möglichen Weiterentwicklung des Zielfelderplans Grundschule,​​ ibid. 106 (1981) 381-385.

Gabriele Miller

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