TEOLOGIA FONDAMENTALE

1.​​ La TF sembra stia diventando sempre più la prima​​ scienza di riferimento​​ della pedagogia religiosa In questo senso sembra assumere il ruolo che tradizionalmente — come è chiaramente visibile nell’insegnamento del catechismo — era attribuito alla dogmatica. L’IR e la C. — almeno nell’Europa occidentale — non si concepiscono più oggi come pura trasmissione delle “verità di fede” prestabilite e formulate dogmaticamente. Assai più e con sempre maggiore insistenza — soprattutto nell’IR scolastico — s’impone la domanda: che cosa parla​​ in favore della fede​​ (→ Apologetica), in quanto possibilità decisionale profondamente umana e piena di promesse. In questo senso vengono in primo piano una serie di problemi che hanno tutti a che fare con la​​ giustificazione della fede e della sua credibilità-,​​ il problema del rapporto critico tra esperienza del mondo, oppure esperienza di sé, e la tradizione della fede cristiana (→ correlazione); il problema della​​ verità​​ della fede cristiana nel contesto del sapere tecnico-scientifico. Rendere conto della fede è un compito che la pedagogia religiosa ha in comune con la TF. In un certo senso si può dire che l’attuale IR è caratterizzato dal fatto che si orienta verso la TF.

Questo compito comune è però assunto in modo diverso. La TF, attraverso un discorso scientifico o riferito alla teoria scientifica, cerca di rendere conto della giustificabilità della fede e della fecondità della decisione di fede di fronte ai metodi della conoscenza scientifica e dei risultati delle scienze (cf per es. W. Pannenberg 1975). Nell’IR e nella C. il rendere conto della fede riguarda piuttosto la domanda se la decisione di fede abbia una funzione salutare oppure sia alienante nella prassi della vita quotidiana, nelle esperienze di vita e nelle crisi esistenziali dei giovani. Più sinteticamente: la TF deve porsi la domanda se la fede si giustifichi al cospetto della scienza. L’IR deve confrontarsi con il problema se la fede si giustichi nel contesto della vita umana. È importante che sia il discorso scientifico della TF, sia la prassi dell’IR facciano chiaramente vedere che la fede funziona anche come​​ correttivo critico​​ nei confronti del modo in cui abitualmente le scienze comprendono se stesse, come pure nei confronti di quel modo “normale” in cui l’uomo comprende se stesso, o che abitualmente si fa valere nella prassi della vita.

2.​​ Assai più di prima questi diversi modi di rendere conto della fede e della sua credibilità obbligano la pedagogia religiosa a una più intensa​​ cooperazione-,​​ la problematica scientifica delle scienze naturali, come pure delle scienze dell’uomo, si orienta sempre più verso la manipolazione tecnica della natura e del suo impatto sull’ambiente vitale dell’uomo, oppure verso le implicazioni e prospettive per la vita di ogni giorno. Per restare in dialogo con questi intenti scientifici, la TF dovrà porsi anch’essa la domanda circa il possibile apporto della fede per risolvere i problemi della vita quotidiana e superare le principali esperienze di alienazione (o di identità; cf J. Werbick 1983).

Sia la TF che la pedagogia religiosa , volendo aderire al fatto oggettivo, devono oggi praticare una teologia “in loco”, nel contesto del “quotidiano” con le sue sfide e i suoi processi di comunicazione. Senza il riferimento a queste esperienze, la descrizione teorica della conversione e della fede, che deve essere realizzata dalla TF, resterebbe astratta e senza attinenza alla storia. Perciò la pedagogia religiosa , operando sul piano pratico in questo ambito dell’esperienza, è il naturale interlocutore della TF. Questo dialogo fornisce alla TF l’accesso a quella base dell’esperienza alla quale essa deve riferirsi in modo riflesso, se non vuol perdere il carattere di una “scienza dell’esperienza”.

Con la stessa urgenza la pedagogia religiosa deve ricorrere al lavoro delle altre discipline teologiche, in particolare la TF. L’esegesi e la teologia sistematica devono verificare se i processi di apprendimento della fede e in vista della fede, messi in opera dalla C. e dall’IR, sono realmente ispirati dal Vangelo e aperti alla fede; esse devono esaminare se in tali processi di apprendimento si realizza ancora quella conversione che fa apparire come piena di promesse la fiducia fondamentale nel Dio di Gesù Cristo. La TF studia in modo particolare la forza di convincimento e la carica ispiratrice di quelle​​ motivazioni della fede​​ che insistono sul carattere​​ salvifico​​ della fede nei confronti dei molteplici conflitti e crisi della vita umana. Cercando di elaborare questi motivi della fede come​​ motivazioni​​ per accedere alla fede, la TF fonda quel lavoro di convincimento e di “fiducia” che deve essere svolto in tutti gli ambiti operativi della pedagogia religiosa​​ 

3.​​ In concreto, quale aiuto può aspettare la pedagogia religiosa dalla TF?

— Il chiarimento di​​ concetti fondamentali​​ e di​​ relazioni fondamentali​​ che sono rilevanti per la pedagogia religiosa : la TF deve stabilire fino a che punto la fede è relazionata alla​​ storia​​ e a​​ processi di apprendimento;​​ come essa procede dall’esperienza oppure penetra nell’esperienza o si rifa all’esperienza; come essa interpella l’intelligenza​​ umana; come porta l’intelligenza al di sopra di se stessa e nello stesso tempo la riconduce a sé.

— L’esame critico di tutte quelle ipotesi scientifiche che presumono un influsso negativo della fede sulla prassi della vita, oppure ricorrono ad argomentazioni scientifiche per mettere in questione la verità della fede: la TF deve confrontarsi in modo critico con le diverse forme della​​ critica della religione​​ ed esaminare in che senso esse possano contribuire all’autocritica della teologia.

— Criteri per distinguere tra espressioni autentiche e non autentiche e per riconoscere realizzazioni o articolazioni distorte e negative della fede cristiana: la TF deve esaminare quali fattori possono essere responsabili di una deformazione della fede cristiana in ideologia antiumana, e come si può superare la fede ideologizzata in vista di un autentico atteggiamento di fede cristiana.

— Proposte sul modo in cui, nel discorso delle scienze e nel processo di comprensione di sé, attraverso implicanze e prospettive della vita quotidiana, la fede può essere incontrata come la verità che risponde all’essere più profondo dell’uomo: la TF deve elaborare quale significato la verità della fede​​ può​​ avere per me nei confronti delle sfide che emergono dalla vita vissuta e nei confronti delle interpretazioni scientifiche di questa vita vissuta.

— Indicazioni del luogo dove è necessario decidere​​ pro​​ o contro la fede: la TF deve indicare le alternative fondamentali dell’esistenza umana alle quali si riferisce la decisione della fede; decisione che non è determinata in modo necessario dagli argomenti. In altre parole, di fronte al dispiegamento differenziato della fede in molte “verità di fede” la TF deve concentrare la fede cristiana su ciò che è il​​ centro,​​ il suo vero​​ essere.

È chiaro che queste possibili tematiche si riferiscono a contenuti e obiettivi che sono sicuramente centrali neU’apprendimento religioso scolastico e nell’apprendimento cat. È compito dei rappresentanti della TF e della pedagogia religiosa imparare gli uni dagli altri nell’elaborazione di queste problematiche.

Bibliografia

R. Latourelle​​ –​​ G.​​ O’Collins (ed.),​​ Problemi e prospettive di teologia fondamentale,​​ Brescia, Queriniana, 1980; R. Latourelle,​​ Per un rinnovamento della teologia fondamentale,​​ 6 vol., Assisi, Cittadella, 1982ss; W. Pannenberg,​​ Epistemologia e teologia,​​ Brescia, Queriniana, 1975; J. Seckler (ed.),​​ Handbuch​​ der Fundamentaltheologie,​​ Freiburg, Herder, 1984ss; J. Werbick,​​ Glaube in Kontext.​​ Prolegomena​​ und Skizzen zu einer​​ elementaren​​ Theologie,​​ Zürich,​​ Benziger, 1983.

Jürgen​​ Werbick

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