LUTERO Martin
Nato il 10-11-1483 a Eisleben, morto ivi il 18-2-1546, Martin Luther si rende presto conto che la maggior parte dei cristiani non sanno praticamente nulla circa la loro fede. Perciò predica già dal 1516 sui “tradizionali capitoli cat.” del tardo medioevo: Credo, Padre nostro, Decalogo. La sua preoccupazione è di mettere come fondamento della preparazione a una dignitosa recezione dei sacramenti quella che ritiene l’autentica tradizione della Chiesa primitiva. Perciò pone il decalogo come griglia principale per la preparazione alla confessione ed elimina i cataloghi di peccati e di virtù dell’epoca (→ Canisio): Kurze Erklärung der Zehn Gebote (1518). L. cerca anche di diffondere maggiormente la conoscenza e la comprensione delle formule fondamentali della fede (per es. Auslegung des Vaterunsers für die einfältigen Laien, 1519). L’istruzione orale — chiamata catechismo! — doveva anche, nella misura del possibile, trovare diffusione per iscritto. Poiché i tentativi fatti fino a quel momento erano giudicati insoddisfacenti, e i catechismi da lui commissionati (a J. Jonas e J. Agricola 1525) si erano arenati, egli stesso, fortemente impressionato dai risultati catastrofici della sua visita nella Sassonia (il popolo è ignorante e i parroci sono incapaci di istruire), redige il Piccolo e il Grande Catechismo (1529), basandosi sulle sue prediche cat. Il Piccolo (in conformità con la vecchia usanza) uscì inizialmente come singole “tavole del catechismo”. Dal punto di vista formale L. segue il catechismo (“Kinderfragen”) dei Fratelli Boemi. II Piccolo Catechismo è destinato ai semplici parroci (di campagna) e ai “padri di famiglia” (contadini benestanti); è pensato come esempio del modo di predicare in tale situazione le verità cristiane fondamentali che poi a casa — con domande appropriate sulle cose ascoltate — si possono approfondire (cf la formulazione stereotipa, per es.: “Il Padre nostro. Come un padre di famiglia dovrebbe spiegarlo nel modo più semplice alla sua famiglia”; seguono poi le domande e le risposte).
Il Grande Catechismo approfondisce di più la materia ed è maggiormente impegnativo, quindi è pensato per “progrediti” (soprattutto parroci). L’interesse di L. è strettamente pedagogico-cat.: ciò che è saldamente verificato e fondato deve essere spiegato tenendo conto della situazione (quindi in senso esistenziale), ovviamente con le accentuazioni della Riforma, senza però le controversie teologiche e senza il tentativo di trasportare nel catechismo la teologia scientifica. Perciò il catechismo comprende le tre formule di fede di cui sopra, già note e usate nel tardo medioevo; vi si aggiungono i sacramenti (battesimo ed eucaristia) e più tardi anche una preparazione alla confessione e un’appendice con preghiere e regole di vita ricavate dalla S. Scrittura (“tavole domestiche”). La successione di queste formule non ha tanto (supposto che ce l’abbia) un significato teologico, quanto un significato didattico-, il cristiano deve anzitutto sapere che cosa deve fare (decalogo); deve poi sapere da dove riceverà la forza per farlo (credo/fede), e in che modo può “cercare e ottenere” questa forza (Padre nostro/preghiera).
Questo catechismo vorrebbe essere una breve ed elementare spiegazione della S. Scrittura, che offre (per le “persone semplici”) quanto è necessario per la salvezza. Perciò non comprende (a differenza del cattolico G. Witzel) una piccola storia sacra. L. mira in primo luogo (secondo la buona tradizione medievale) all’istruzione dei fanciulli tra il battesimo e la comunione, di cui il padre di famiglia è responsabile. Conseguentemente non si stanca mai di inculcare il “governo cristiano della casa”: l’educazione cristiana, “educare al servizio di Dio”, è dovere dei genitori; in questa opera essi possono e devono essere i cooperatori di Dio. L’istruzione poi deve essere accompagnata dalla vita cristiana; il catechismo è perciò il libro della casa e il libro della vita (cf in particolare Von den guten Werken, 1520; Vom ehelichen Leben, 1522). Inoltre L. richiede energicamente la creazione di scuole cristiane (cf in particolare An die Ratsherren aller Städte deutschen Landes, dass sie christliche Schulen aufrichten und halten sollen, 1524; Etne Predigt, dass man Kinder zur Schule halten solle, 1530).
Anche altri luterani hanno redatto catechismi. Quelli di L. però hanno avuto la maggiore autorevolezza. Anzi, nel 1580 furono inseriti nel Konkordienbuch, e di conseguenza dichiarati appartenenti agli scritti dottrinali vincolanti della confessione luterana. In tal modo un testo che raccoglie esempi per la C. divenne un testo per la C., che a sua volta deve essere spiegato; ciò che era pensato in chiave didattico-situazionale veniva letto ormai nella prospettiva teologico-dogmatica. In tal modo la S. Scrittura diventava in qualche modo dipendente dal catechismo (come mezzo per spiegarlo). Ben presto il Piccolo Catechismo divenne libro scolastico delle nuove istituzioni scolastiche della Riforma, e strumento dottrinale dell’ortodossia, che (insieme alle spiegazioni aggiuntive) occorreva anzitutto imparare a memoria.
Il Pietismo cercò — ma soltanto attraverso provvedimenti metodologici — di ristabilire il rapporto tra catechismo e vita, e intraprese a insegnare la “storia sacra” come elemento didattico a sé stante. L’ → illuminismo non fece altro che stimolare alcune revisioni. Il sec. XIX pose il fondamento per la restaurazione del Piccolo Catechismo, che fino a non molto tempo fa ha determinato l’IR luterano.
Le intenzioni di L. non ebbero molto seguito. Furono offuscate, fra l’altro, dal fatto che il suo testo venne frainteso come norma giuridica. Stando però a ciò che egli stesso voleva (e guardando con sufficiente senso critico il suo ardore di istruire), si può dire che ancora oggi L. offre risposte essenziali al sempre attuale problema del catechismo.
Bibliografia
Per le opere di Lutero, cf la ediz. di Weimar, 1883ss (spec. vol. 30,1). In italiano: M. Lutero, Scritti religiosi. A cura di V. Vinay, Torino, UTET, 1968 (riporta il piccolo cat. alle pp. 673-697); I. Asheim, Glaube und Erziehung bei Luther, Heidelberg, 1961; P. Braido, Il messaggio catechistico di Lutero nel contesto della “teologia della pietà”, in “Orientamenti Pedagogici” 31 (1984) 215-236; H.-J. Fraas, Katechismustradition. Luthers kleiner Katechismus in Kirche und Schule, Göttingen, 1971; O. Frenzel, Zur katechetischen Unterweisung im Zeitalter der Reformation und Orthodoxie, Leipzig, 1915; F. Hahn, Die evangelische Unterweisung in den Schulen des 16. Jahrhunderts, Heidelberg, 1957; H.-B. Kaufmann, Von M. L. lernen, was christliche Erziehung ist, in “Pastoraltheologie” 72 (1983 ) 382-386; Ch. Moufang, Katholische Katechismen des 16. Jahrhunderts in deutscher Sprache, Mainz, 1881; J. M. Reu, Af. Luthers Kleiner Katechismus, München, 1929; G. Strauss, Luther’s House of Learning, Baltimore-London, 1978.
Eugen Paul