GRADI FORMALI
Se per gradi didattici si intende “la successione delle forme di attività didattica dell’insegnante in conformità alla natura del fanciullo, alla materia di insegnamento e alla situazione didattica del momento”, l’espressione “gradi formali” ha un significato restrittivo, e denota “una successione delle attività didattiche dell’insegnante di tipo schematico, generale, indipendente dalla materia insegnata nel momento, nonché dalla situazione dell’insegnamento”.
Per Herbart essi erano quattro: Chiarezza-Associazione-Sistema-Metodo. T. Ziller fu il primo a tentare di chiarire anche nei minimi particolari il processo didattico e di approfondimento. Egli estese i quattro stadi dell’acquisto della conoscenza di Herbart a un procedimento in cinque stadi: l’analisi, la sintesi, l’associazione, il sistema, il metodo. Dörpfeld li semplificò e li ridusse a tre: contemplare-pensare-applicare. Per Otto Willmann essi divennero: concezione-comprensione-attività. Nel movimento cat. di Monaco (→ Monaco, metodo di) essi furono accettati come: presentazione-spiegazione-applicazione.
Lo sforzo di fissare le fasi didattiche diede per un secolo intero un potente impulso per la ricerca del “buon metodo”. I gradi formali sono oggi respinti. Tuttavia questo rifiuto non deve condurre a un insegnamento che si abbandoni disordinatamente all’estro momentaneo e all’improvvisazione.
Ubaldo Gianetto