TERTULLIANO

 

TERTULLIANO

1.​​ Mancano dati biografici precisi. Nato a Cartagine tra il 150 e il 160, T. sarebbe morto non prima del 220 e non dopo il 240. L’ipotesi più probabile è che sia stato oratore prima di farsi cristiano. Gli studiosi discordano sul suo stato ecclesiale, presbitero o laico, mentre riconoscono unanimemente la sua prestazione di servizio cat. nella comunità di Cartagine. Doveva essere un uomo di solida e vasta istruzione. I suoi scritti rispecchiano la cultura del secondo periodo postclassico. Era di carattere intransigente, e abbracciò il montanismo.

T. desta negli studiosi un crescente interesse per svariate ragioni. Come per molti Padri, l’aspetto pastorale-cat. della sua opera è poco studiato, mentre tale studio è necessario per l’approfondimento della storia della C. e per una adeguata comprensione della figura di T. Si potrebbe dire che T. catecheta è all’origine di T. scrittore.

Sono pervenuti a noi solo 31 scritti di T. Di maggior interesse per la C. sono:​​ Adversus ludaeos; Apologeticum; De testimonio animae; De spectaculis; De cultu feminarum I-II; De oratione; De baptismo; De idolatria; De paenitentia.​​ Numerosi studiosi evidenziano la dimensione pastorale-cat. di questi scritti. I trattati concernenti l’iniziazione cristiana sono destinati in primo luogo ai catecumeni che T. guida nella nuova vita e ai cristiani di fede “ingenua” (simplices). Molte tra le sue opere sono l’eco di questo insegnamento. T. emerge, nei suoi scritti, come il testimone della vita nella comunità cristiana di Cartagine. Nella maggior parte di essi l’intenzione profonda è di ordine pastorale (in senso lato). Alcuni trattati (per es.​​ De baptismo​​ e​​ De oratione) sono indirizzati direttamente ai catecumeni.

2.​​ Per identificare la C. negli scritti di T. occorre tener presente la sua prospettiva catecumenale. Si tratta dell’ambientazione storica della sua attività. T. catecheta non può perciò essere compreso fuori del contesto catecumenale.

Negli scritti tertullianei l’istituzione del catecumenato si presenta molto viva; è descritta non in una visione d’insieme, ma in elementi sparsi. Secondo gli studiosi del → catecumenato antico, modello universale di questa istituzione sarebbe quello descritto nella​​ Tradizione Apostolica​​ di → Ippolito di Roma. Tra Ippolito e T. vi è una stretta parentela e contemporaneità; per questo gli studiosi, in maniera concorde, ritengono che la descrizione tertullianea del catecumenato e quella di Ippolito si chiariscano reciprocamente. Il modello della pastorale catecumenale negli scritti tertullianei è in sostanza uguale a quello della​​ Tradizione Apostolica.​​ Lo distingue, e costituisce una novità, l’interpretazione pedagogica del modello che si esprime nella massima: “...fiunt, non nascuntur Christian!” (Apologeticum​​ 18,4). L’origine di questo pensiero è il modello pedagogico del​​ saggio stoico.​​ T., infatti, era stato educato prima come saggio stoico, quindi come catecumeno. Quando poi fu nominato catecheta, fece la sua riflessione sul modello della pastorale catecumenale. Acquisita una tale esperienza, non gli fu difficile​​ unificare​​ i rispettivi modelli. Portare, per tappe, l’uomo​​ non christianus​​ (giudeo/etnico) a farsi cristiano è la finalità della pastorale cat. di T.

T. presta attenzione alla​​ distribuzione​​ del contenuto, sia religioso-naturale che cristiano kerygmatico-cat. Nella tappa precatecumenale il contenuto religioso su cui si innesta il messaggio cristiano (presente nel kerygma) è racchiuso nel significato della legge di Mosè (lex Moysi) per i giudei (cf​​ Adversas​​ ludaeos),​​ e nel significato dell’assioma:​​ anima​​ humana​​ naturaliter christiana​​ (cf​​ Apologeticum​​ 17,6) o nella​​ legge naturale​​ per gli etnici (pagani).

L’anima,​​ nella tappa precatecumenale, è​​ cristiana​​ (nel senso apologetico con dimensione kerygmatica) sulla base del contenuto religioso che l’uomo conosce da sé e che, in parte, coincide con il contenuto della​​ regula​​ fidei​​ (nel primo e nel terzo articolo). Si tratta dell'esperienza religiosa del cosiddetto carattere psicologico: gnoseologicamente essa è distinta da quella dovuta alla fonte cosmologica; anche se contenutisticamente uguale, per vari motivi è metodologicamente più efficace. Dopo una certa verifica pastorale catechetica, T. preferisce metodologicamente l’esperienza religiosa di carattere psicologico.

Il contenuto dell’esperienza religiosa del giudeo coincide con quello dell’esperienza religiosa dell’etnico: la legge di Mose è, nella storia della salvezza, la proclamazione positiva della legge naturale (legge di Adamo). Se il giudeo/etnico con il primo annuncio accetta la proposta cristiana, egli accede alla Fede (accedit ad fidem), e comincia a farsi cristiano. Il contenuto del primo annuncio:​​ Cristo è il Signore,​​ trasforma la conoscenza religiosa naturale/veterotestamentaria, nel processo della conversione, in conoscenza cristiana di Dio, e così diventa il fondamento della C. ai catecumeni. Il candidato che accoglie il kerygma, accoglie la​​ Fede​​ che deve culminare nel battesimo (sacramentum fidei + sacramentum aquae = obsignare fidem). Per consolidare questo avvenimento, al momento rituale precede l’educazione cristiana. È il periodo del catecumenato, seconda tappa, in cui il catecumeno viene iniziato nella Fede (ingreditur in fidem).

Nel momento dell’assunzione ufficiale (primo esame) il candidato sul piano dottrinale accetta la Fede cristiana, contenuta nella​​ regula​​ fidei;​​ sul piano morale rinuncia — nell’ambiente della sua vita — a tutto quello che è incompatibile con la vita cristiana; sul piano sacramentale celebra liturgicamente questa opzione.

In questi tre aspetti indissociabili è già delineata la struttura della C. ai catecumeni. Il quadro generale della C. è la​​ regula​​ fidei.​​ L’approfondimento cat. si sviluppa attraverso la Bibbia, attraverso la vita della comunità cristiana e attraverso la natura e cultura (= fonti della C.).

Il pensiero di T. è presente nei documenti cat. ufficiali contemporanei (cf CT 12, nota 41), e risulta particolarmente stimolante per una ricerca sulla C. ai catecumeni prevista dall’Orda​​ initiationis christianae adultorum​​ (1972).

Bibliografia

J. Daniélou – R. Du Charlat,​​ La catechesi nei primi secoli,​​ Leumann-Torino, LDC, 1969; M. Dujarier.​​ Breve storia del catecumenato,​​ ivi, 1984; A. Hoblaj,​​ Catechesi ai catecumeni negli scritti di Tertulliano,​​ Roma, UPS, 1984 (tesi).

Alojzije Hoblaj

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