Adempiere nella comunità un → ministero, che, per sua origine, è sempre un dono dello Spirito alla Chiesa, comporta l’esigenza di una forte S. (cf EM 67; RdC 189). Si tratta di una qualificazione della S. di base che caratterizza la vita di ogni battezzato. Tutti i documenti ecclesiali sono attenti a delineare la fisionomia spirituale e apostolica del catechista, suggerendo qualità ascetiche, virtù, atteggiamenti interiori, indispensabili per rendere credibile la sua opera.
La EN presenta la dimensione ecclesiale della S. del catechista, chiamato ad adempiere il servizio della Parola in comunione profonda con la Chiesa, in cui opera lo Spirito, “agente principale dell’evangelizzazione” (EN 75). In questa prospettiva si tracciano gli atteggiamenti interiori degli operatori dell’evangelizzazione: la docilità e la preghiera incessante allo Spirito (EN 75), la testimonianza e la santità della vita, l’amore all’eucaristia, la carità verso tutti, il distacco e la rinuncia (EN 76), la ricerca sincera e disinteressata della verità (EN 77), il fervore dei santi e la gioia (EN 80).
Il RdC delinea la figura apostolica e spirituale del catechista, a partire dalla triplice funzione che egli adempie nella comunità come testimone, insegnante, educatore della fede (cf RdC 185-188), con particolare riferimento al dinamismo relazionale che lo unisce in modo profondo all’amore del Padre, al mistero della salvezza operata da Cristo e all’azione dello Spirito nella Chiesa. Il DCG enumera le condizioni spirituali, richieste dalla missione del catechista: “Un’intensa vita sacramentale e spirituale, la familiarità con la preghiera, una profonda ammirazione per la grandezza del messaggio cristiano ... atteggiamento di carità, di umiltà e di prudenza” (n. 114). La CT evidenzia nel catechista la S. del discepolo, che si pone alla scuola del Maestro (cf n. 6), ne è il “portavoce” (ivi), vive in profonda comunione con lui (cf CT 9), mettendosi in sintonia con le ispirazioni dello Spirito, Maestro interiore, da cui si lascia guidare (cf CT 72), per trasmettere il mistero di Cristo con gioia (cf CT 56), con “zelo ardente e generoso” (CT 66), con entusiasmo e con coraggio (cf CT 62). Nella nota della CEI La formazione dei Catechisti (FdC) si specifica che la S. del catechista “si alimenta attraverso la meditazione personale e comunitaria della Parola di Dio, un’intensa vita liturgico-sacramentale...” (n. 18). Ciò non significa una fuga dalla professionalità, perché quanto il catechista compie contribuisce “in qualche modo ad arricchire la vita spirituale, suscitare l’invocazione e la fede, aprire l’animo a più generose prospettive d’impegno” (FdC 29).
Alcuni catecheti hanno cercato di approfondire la S. del catechista, indicando vari atteggiamenti operativi: “L’amore per il regno di Dio ... l’amore disinteressato e zelante per i bambini” (J. Jungmann 1956, 60), “l’amore soprannaturale per le anime ... una profonda carità, uno spirito apostolico e uno zelo ardente, ... lo spirito di preghiera, ... un grande spirito di abnegazione e di confidenza in Dio” (N. Fournier 1963, 156). Questo autore sottolinea l’importanza di “coltivare una S. in situazione” e invita il catechista a sentirsi “strumento per illuminare la fede”, a esercitare “una autentica paternità spirituale”, a vivere “in contatto intimo, personale e vivente con il Signore”, ad essere fedele “alla grazia del proprio stato” (ibid., 165-171). J. Colomb propone una S. “funzionale”, desunta e richiesta dal ministero della Parola, che si articola attorno alle virtù teologali. Egli descrive il modo specifico con cui il catechista è chiamato a credere, a sperare e ad esercitare la carità in rapporto al messaggio da trasmettere e ai destinatari (J. Colomb 1970, 745-766).
A. Wyler nel delineare la personalità dell’educatore cristiano mette in luce la situazione paradossale tra il fine cui tende il catechista (l’educazione alla fede) e il suo ruolo umano personale e strumentale, che lo colloca in una situazione di lotta spirituale di fronte alla propria impotenza; impotenza che si supera nel contare su Dio solo, nel coltivare la fiducia in lui, nello sviluppare uno sguardo spirituale, che si nutre di preghiera, di impegno, di invisibile apertura a Dio e di amore (A. Wyler 1980, 84-118).
G. Gatti traccia alcuni appunti per una S. del ministero cat. attorno ai seguenti nodi relazionali, che il catechista in modo preferenziale è chiamato a vivere: il rapporto personale con Gesù Cristo: Maestro e Signore; la comunione vitale con la Chiesa: comunità evangelizzante, celebrante e testimoniante; il religioso e fedele ascolto della Parola; la condivisione dell’esperienza interiore del profeta (G. Gatti 1979, 17-49). C. Bissoli, dopo un’analisi approfondita, sintetizza la S. del catechista attorno ad alcuni poli di relazione, da cui è possibile desumere gli atteggiamenti spirituali personali e comunitari degli educatori della fede. Sono: la Parola di Dio, che si personalizza nel mistero di Cristo; la Chiesa in cui si esercita il servizio della Parola in comunione ministeriale; l’attenzione ai destinatari nella loro realtà esistenziale e culturale; lo Spirito Santo, che rende attuale ed efficace la proposta cristiana (C. Bissoli 1982, 60-64).
La S. del catechista è quindi da intendere come una dimensione permanente, che investe in modo organico, unitario e coerente la sua persona, presiede e anima i diversi momenti del suo agire, coinvolgendo le scelte pedagogiche e metodologiche, promuovendo una sintesi tra la sua vita e la fede, il suo essere e il suo agire, così da rendere più trasparente e credibile la propria esperienza cristiana nella comunità.
Bibliografia
C. Bissoli, La formazione spirituale del catechista, nel vol. Formare i catechisti in Italia negli anni ottanta, Leumann-Torino, LDC, 1982, 55-64; J. CoLOMB, Al servizio della fede, vol. Il, ivi, 1970, 721744; N. Fournier, Le esigenze attuali della catechesi, Brescia, La Scuola, 1963, 165-171; G. Gatti, Catechisti nuovi nello Spirito, Leumann-Torino, LDC, 1979; J. A. Jungmann, Catechetica, Alba, Ed. Paoline, 1956, 55-65; G. Medica, La spiritualità dei catechisti, nel vol. Dal documento di base ai nuovi catechismi alla catechesi viva, Leumann-Torino, LDC, 1973, 355-390; A. Wyler, Il catechista “educatore”, Bologna, EDB, 1980.
Gaetano Gatti