SPAGNA

 

SPAGNA

1.​​ Evoluzione del pensiero cat.: 1945-1983. Principali iniziative di rinnovamento

a)​​ 1945-1965.​​ Fino alla guerra civile (1936) la Spagna visse una tappa cat. feconda nella linea del “movimento psicologico di → Monaco”, promosso e inculturato per opera di Daniel → Fiorente, parroco e poi per lunghi anni vescovo di Segovia (t 1971). Finita la guerra (1939) e fino al 1975 si instaurò in Spagna il cosiddetto “nazional-cattolicesimo”, la cui tesi centrale era: “Cattolicesimo e patria sono consostanziali”. La sua teologia politica ispirò il Concordato del 1953, che legittimò ufficialmente il sistema. In quel periodo, la Spagna sofferse un isolamento politico ed economico. Questo e il medievalismo religioso vigente tagliarono la comunicazione della Chiesa spagnola con le scienze sacre e umane, che seguivano il loro corso nel centro Europa. La C., non alimentata dalla rivelazione e dalla teologia rinnovata, inaridì nel​​ dottrinale​​ e nel​​ metodologico.

Ma i cambiamenti culturali interessano anche la Spagna. Già nel decennio precedente il Concilio le esperienze e i movimenti ecclesiali e pedagogici al di là dei Pirenei penetrano in Spagna per mezzo di sacerdoti e religiosi: C. Floristàn, J. M. Estepa, J. J. Rodriguez Medina, C. Sànchez Aliseda. Costoro danno origine a Istituti Pastorali a Salamanca, a traduzioni di opere di pastorale centroeuropea, a nuove riviste cat., ecc. La corrente kerygmatica tocca la C. spagnola e viene ricuperata la connessione col nuovo movimento cat. La nomina di J. M. Estepa come direttore del​​ Segretariato Nazionale di Catechesi​​ (SNC) nel 1965 assicurerà la rinascita cat. postconciliare.

b)​​ 1966-1976.​​ La celebrazione delle​​ Prime Giornate Nazionali di Studi Cat.​​ (Madrid 1966) offre l’impulso ufficiale al rinnovamento. Ispirate dalla dottrina conciliare, esse rivitalizzano la C., soprattutto nel suo contenuto, obiettivi e identità come azione della Chiesa. Lo spirito → kerygmatico impregna i “Catechismi scolastici” (Catecismos​​ Escolares,​​ 1968) e l’importante documento della Commissione Episcopale per l’Insegnamento e l’Educazione Religiosa — poi per la C. — (CEEC):​​ La Iglesia y la Educación en Espana, boy​​ (1969). La XVIII Assemblea Plenaria dei vescovi spagnoli sul tema: “L’educazione nella fede del popolo cristiano» (1973) segue la linea del DCG della Santa Sede (1971) e consacra la C. esperienziale. Nascono strumenti ufficiali, come​​ Con vosotros està​​ (per gli 11-14 anni, 1976) e la​​ Biblia para la iniciación cristiana​​ (1977), e non ufficiali, come​​ Odres nuevos​​ (per i 14-18 anni, 1976), di A. Aparisi.

Medellin (1968) interpella la coscienza europea, accettando la posta in gioco di una C.​​ liberatrice​​ dell’uomo inserito in strutture oppressive. Questa esigenza coincide con una situazione spagnola ogni giorno meno compatibile con la libertà umana ed evangelica: ne è testimone l’Assemblea congiunta Vescovi-Sacerdoti​​ (1971) e il documento​​ La Chiesa e la comunità politica​​ (1973), che segnano l’abbandono ufficiale dell’ideologia nazionalcattolica. La C. liberatrice non piacque ai vescovi, dato il forte impegno socio-politico delle prime “comunità popolari”, ma aprì la strada a numerose realizzazioni pregevoli di C., anche a livello diocesano (Madrid).

c)​​ 1977-1983.​​ La netta distinzione tra politico e religioso, operata nella Costituzione del 1978, permise alla pastorale di liberarsi da supplenze e concentrarsi nella sua missione. All’”identificazione” della C. contribuì il Sinodo del 1977 col suo atteggiamento di discernimento e convergenza, come appare nei piani triennali della CEEC 1978-1981 e 1981-1984, elaborati con la partecipazione delle basi diocesane. L’opzione di questa “nuova tappa” è la C.​​ comunitaria.​​ In ambedue i trienni l’obiettivo prioritario è “una C. a partire da, in e per la comunità cristiana”, e le linee di azione sono: il​​ carattere proprio​​ della C.; C. per l’identità cristiana;​​ verso spazi comunitari a​​ livello umano,​​ aperti alla Chiesa locale; C. come​​ processo permanente e​​ primato della C.​​ degli adulti;​​ attenzione alla​​ formazione dei catechisti.

Per approfondire l’identità della C. nell’attuale contesto spagnolo, la CEEC — con lo stimolo e la collaborazione delle diocesi — pubblica​​ La C. de la Comunidad​​ (1983). Di contenuto teologico-pratico realistico, il documento tenta di ridurre a sintesi originale gli apporti cat. degli ultimi lustri. Accentua la dimensione missionaria della C. e auspica perfino una evangelizzazione missionaria in senso stretto in Spagna: la fede degli spagnoli non può più essere supposta. Trattando invece degli​​ elementi dell’identità cristiana,​​ sottolinea prevalentemente — almeno nel suo sviluppo — quelli dogmatici, lasciando in secondo piano gli elementi morali, le responsabilità temporali e l’assunzione critica dei valori della nostra civiltà. In ogni caso, il documento sarà illuminante per il futuro, nel contesto del piano della Conferenza Episcopale Spagnola formulato in​​ La visita del Papa y el servicio a la fe de nuestro pueblo​​ (1983). Qui i vescovi dichiarano la fede obiettive prioritario a cui tendere nei prossimi anni. In questo senso, la C. di domani dovrà promuovere​​ comunità cristiane aperte all'evangelizzazione missionaria e liberatrice​​ nei diversi ambienti.

2.​​ L’IR nella scuola

a)​​ Statuto giuridico e organizzazione scolastica.​​ Fin dall’apparire della realtà scolastica, la Chiesa spagnola ha considerato l’IR un canale importante di educazione nella fede. Negli ultimi 40 anni, l’IR vive due situazioni diverse, divise dalla Costituzione del 1978 e dall’Accordo tra la S. Sede e lo Stato Spagnolo del 1979 su “Insegnamento e problemi culturali”.

— La​​ Legge Generale dell’Educazione​​ (1970), per correggere i difetti del regime educativo precedente, pretese una riforma globale, articolata e progressiva, fondata sulla libertà, l’uguaglianza, la gratuità di base e sugli ultimi ritrovati pedagogici. La Legge garantisce l’IR obbligatorio e l’azione pastorale. L’impregnazione cristiana della​​ Legge Generale dell’Educazione​​ e il consolidamento dell’IR fu dovuto, in gran parte, alla dichiarazione della CEEC​​ La​​ Iglesia y​​ la​​ Educación en España, hoy​​ (1969).​​ Ciononostante, a partire dalla transizione politica del 1975, si fa luce una istanza, che proviene dagli anni ’60, per la​​ libertà religiosa,​​ specialmente ai livelli superiore e universitario. — Questa arriva con l’Accordo del ’79. Nei centri non universitari e nelle Scuole Universitarie di Magistero (EE.UU.P.), l’IR è materia​​ ordinaria e obbligatoria​​ per tutte le scuole, ma non per​​ tutti​​ gli alunni, nel rispetto della libertà religiosa. Nei centri non universitari si eviterà la​​ discriminazione​​ di quanti non frequentano l’IR; per questo nella secondaria superiore (BUP) e Formazione Professionale (FP) viene introdotta, come alternativa, l’Etica. Nei centri universitari pubblici può esserci un IR opzionale e possono essere organizzati Centri di Studi Teologici. Il corpo docente aggiunto all’organico di ruolo viene proposto dal vescovo, tra persone competenti, e stipendiato dallo Stato. Attualmente questa rimunerazione è disuguale nei livelli materno ed elementare (Preescolar-EGB), BUP-FP e nelle EE.UU.P., perché ancora non è stata firmata l’intesa prevista. La Chiesa punta a fare dell’IR un “ministero laicale”.

b)​​ Finalità e concezioni dell’IR. Prima del Concilio,​​ l’IR si concentrava nell’esposizione della dottrina cristiana come teologia concentrata, con scopi di ortodossia e di morale applicata. Col​​ rinnovamento cat.​​ — kerygmatico e antropologico — la religione diventa​​ Formazione Religiosa​​ o​​ “C. scolastica”, in cerca della maturazione della fede integrale nell’alunno. Gruppi di insegnanti contestano questa confusione tra IR e C. Nel 1979 la CEEC, col documento chiarificatore​​ Orientaciones pastorales sobre​​ la​​ Enseñanza​​ Religiosa​​ Escolar,​​ presenta l’IR come materia​​ scolastica, ordinaria, confessionale, ecclesiale e “sintesi tra fede e cultura”. Il documento lascia però la questione aperta, e sollecita gli esperti a continuare la ricerca.

3.​​ Organizzazione della C. per le diverse categorie di persone e nei vari contesti

Dal 1935 le Commissioni e i Segretariati cat. fanno della C. una forte istituzione diocesana.

a)​​ L’attività e l’organizzazione delle diocesi consigliano, nel 1957, la creazione del SNC. Suo precipuo compito è la realizzazione del​​ Catechismo Nazionale Testo Unico​​ (19571961).​​ A partire dal 1965, col nuovo direttore e con l’appoggio della CEEC, di una équipe qualificata e altri collaboratori, il SNC stimola il rinnovamento con molteplici attività. Strutturato in 4 Dipartimenti negli anni ’70, continuerà a potenziare i Segretariati Diocesani come canali privilegiati del cambiamento.

b)​​ In tutte le diocesi funziona il Segretariato Diocesano, più o meno strutturato in dipartimenti.

— La C. degli​​ adulti​​ prende l’avvio dal movimento catecumenale preconciliare. Finito il Concilio, sorgono a Madrid le tre grandi correnti del catecumenato in Spagna: il catecumenatodiocesano”, le “comunità popolari” e le “comunità neocatecumenali”. Il “Movimento per un Mondo Migliore” suscita nella diocesi di Bilbao dei catecumenati con riferimento parrocchiale. Il SNC, specialmente dopo le giornate di studio su “Esperienze catecumenali in Spagna, oggi” (1974), promuove una seria ricerca sulla C. e sul​​ Catecumenato degli adulti,​​ in collegamento con le diocesi e regioni pastorali (Madrid, Catalogna e le Isole, Paese Basco, Murcia, Huelva, ecc.). Oggi si sente la preoccupazione di ricontattare “i lontani”.

— La C. dei​​ giovani-adolescenti​​ ha fatto strada dagli anni ’70, soprattutto attorno alla → confermazione. Quando questa viene celebrata ai 14, 16, 18 anni, è preceduta da uno o due anni di preparazione “catecumenale”. Diverse diocesi la collegano con la → pastorale giovanile (14-25 anni). Il SNC aiuterà a unificare questa diversità elaborando, con altri organismi ecclesiali, un “progetto-cornice” per la confermazione in collegamento con la pastorale della gioventù.

— La C. dei​​ preadolescenti-fanciulli​​ occupa ancora in Spagna “la parte del leone”, e assicura la continuità dopo la prima comunione. Ma è urgente offrire un piano di “C.​​ diretta​​ con i genitori” di taglio missionario. — Il​​ linguaggio totale​​ e​​ l'audiovisivo​​ sono frutto degli ultimi 15 anni. Il relativo Dipartimento del SNC e altre istituzioni hanno profuso iniziative per la creazione di audiovisivi degni, per portare il linguaggio totale alla C. e, soprattutto, per formare esperti per le diocesi.

c)​​ La C. funziona in tutte le parrocchie,​​ e si vedono i frutti dell’”opzione comunitaria”. La corresponsabilità impregna progressivamente la C. di adulti e giovani. È in via di potenziamento la formazione di catechisti per la confermazione, specialmente di adulti, d) Finalmente, sono state create le​​ Regioni Pastorali​​ di Galizia,​​ Duero,​​ Paese Basco, Catalogna e le Isole, Aragona, Madrid, Andalusia. Altre dovranno sorgere: è compito improrogabile per il SNC. Questa struttura intermedia della C. spagnola non solo si rivela pastoralmente feconda, ma è “segno” di una Chiesa più vicina all’ideale del Vaticano Il:​​ più partecipata, servizievole​​ e​​ corresponsabile.​​ È un fatto positivo la progettata vincolazione delle Regioni al SNC attraverso i relativi delegati.

Bibliografia

Actualidad​​ Catequética”: rivista del SNC, archivio vivo del movimento cat. spagnolo; A. A.​​ Bolado,​​ El experimento​​ del​​ Nacional-Catolicismo:​​ 1939-1975,​​ Madrid, 1976; A.​​ Cañizares,​​ Actualidad​​ catequética”​​ en​​ su​​ historia,​​ in “Actualidad​​ Catequética” 20 (1980) 100, 87-103;​​ Catcquesis​​ de la​​ Comunidad​​ cristiana,​​ hoy​​ (Plan trienal ’81-'84),​​ ibid. 22 (1982) 106, 33-58; CEE,​​ Programa pastoral de la CEE: La visita del Papa y el servicio a la fe de nuestro pueblo,​​ Madrid, 1983; CEEC,​​ La Catcquesis de la Comunidad,​​ Madrid, 1983; Id.,​​ La Iglesia y la Educación en España, hoy,​​ Madrid, 1969; Id.,​​ Plan de acción de la Comisión Episcopal de Enseñanza y Catcquesis para el trienio 1981-1984,​​ in​​ “Actualidad Catequética” 22 (1982) 106, 9-58; Id.,​​ Plan de acción de la Comisión Episcopal de Enseñanza y Catcquesis, Trienio 1984-1987, Catcquesis – Enseñanza religiosa escolar – Educación Católica,​​ Madrid, Fundación Santa María, 1985;​​ Documentos colectivos del Episcopado Español sobre la Formación Religiosa y Educación, 1969-1980,​​ Madrid, 1980;​​ La educación en la fe del pueblo cristiano. Líneas de acción​​ de la​​ XVIII Asamblea​​ Plenaria,​​ in​​ “Actualidad Catequética” 13 (1973) n. 63, F.1A;​​ J.​​ M. Estepa,​​ Dix années de travail catéchétique ... en Espagne,​​ nel vol. BICE,​​ Dix années ... dans le monde au Service de la​​ Formation​​ religieuse​​ de​​ l’enfance,​​ Paris,​​ Fleurus, 1960;​​ Por una formación religiosa para nuestro tiempo. Actas de las I Jornadas Nacionales de Estudios Catequéticos, 1966,​​ Madrid, Marova, 1967;​​ La Iglesia y la Enseñanza,​​ in​​ “Pastoral Misionera” 15 (1979), 1-2; J. López,​​ España, País de misión,​​ Madrid, PPC, 1979;​​ Una nueva etapa en el Movimiento Catequético​​ (Plan trienal ’78-’8T),​​ in​​ «Actualidad Catequética» 19 (1979) 92-93, 9-24;​​ Nuevos Acuerdos Iglesia-Estado,​​ in​​ «Iglesia viva» 14 (1979) n. 79;​​ Orientaciones pastorales sobre la E.R. Escolar,​​ Madrid, EDICE, 1980; V. M. Pedrosa,​​ Ochenta años de Catcquesis en la Iglesia de España,​​ in​​ “Actualidad Catequética” 20 ( 1980) 100, 45-86; L. Resines,​​ Obra y pensamiento catequético de Daniel Llórente,​​ Valladolid, 1981​​ (tesi).

Vicente M. Pedrosa Ares

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