SCUOLA ELEMENTARE

 

SCUOLA ELEMENTARE

La SE in Europa, percorsa da un processo di innovazione curricolare, presenta fini fondamentalmente comuni. I programmi di quest’ultimo decennio propongono precisi obiettivi per ogni materia e criteri per la scelta dei contenuti in vista degli obiettivi da raggiungere. In questo processo di innovamento si iscrive un rinnovamento delle finalità, dei contenuti e dei metodi dell’IR nella scuola.

I.​​ L’IR NELLA SE

1.​​ Impostazione generale.​​ Nella SE l’IR va assumendo la fisionomia di una materia del programma di studi, svolta quasi sempre nel normale orario scolastico: la possibilità di chiedere l’esonero la rende facoltativa.

Sia nelle scuole gestite da enti pubblici che in quelle confessionali, si tende a passare da un IR come C. gestito dalla Chiesa ad un IR gestito dalla scuola in accordo con la Chiesa, come materia che nel curricolo concorre con il proprio specifico alla formazione integrale della persona. Il programma comunque è sempre concordato con le Chiese e gli insegnanti sono da esse autorizzati. In certe scuole statali (le​​ County Schools​​ dell’Inghilterra e del Galles) si propongono programmi concordati dai rappresentanti delle autorità locali, degli insegnanti e delle Chiese, che permettono agli alunni di acquisire le conoscenze religiose comuni alle diverse confessioni.

Le scuole organizzate da pubblici poteri tendono a offrire corsi di IR delle diverse confessioni presenti nel territorio o, in alternativa, corsi di morale laica (per l’uno e per l’altra, da una a due ore settimanali).

2.​​ Contenuti e metodi.​​ Il processo di innovazione in atto si può così riassumere: l’IR nella SE finora è consistito nella presentazione degli elementi fondamentali della dottrina cristiana o nello studio sistematico delle parti centrali della Bibbia: una C. nella scuola. Ora ci si va convincendo che la scuola non è il luogo specifico della C.; è piuttosto il luogo dove, partendo dall’esperienza del fanciullo, nel rispetto dei suoi modi di apprendere, dei suoi problemi e interessi, lo si può aiutare a riflettere sulla dimensione religiosa dell’esistenza. Si profila così un IR su base antropologica (Paesi Bassi, Belgio, Germania, Inghilterra...). In certi Stati (es. R.F.T.) si richiede che i piani di IR siano formalmente strutturati come “curricula” orientati ai fini e agli obiettivi: così gruppi di insegnanti e di sacerdoti hanno studiato modelli e tipi di → unità didattiche utili per l’IR. Lo →​​ Zielfelderplan,​​ per i quattro anni della​​ Grundschule,​​ ne è un esempio.

3.​​ Problemi aperti.​​ Nell’attuale processo di innovazione dell’IR scolastico ci sono degli aspetti acquisiti e dei problemi aperti. È acquisito che l’IR concorre con il proprio specifico al raggiungimento dei fini educativi della SE, che si riassumono nella promozione integrale della persona. È aperto il tipo di IR da garantire nella SE. I nuovi programmi della SE italiana hanno confermato che la scuola statale, che “non ha un proprio credo da proporre né un agnosticismo da privilegiare”, è attenta al fatto religioso nella sua espressione storica, culturale, sociale, e promuove una alfabetizzazione culturale degli alunni, anche in questo ambito. In forza del Concordato tra la Chiesa cattolica e la Repubblica Italiana viene assicurato, per chi intende avvalersene, un insegnamento della religione cattolica “nel quadro delle finalità della scuola”.

II.​​ Formazione degli insegnanti

L’IR nella SE è per lo più affidato all’insegnante di classe, autorizzato dall’autorità ecclesiastica. Attualmente molti insegnanti considerano difficile l’IR e avvertono il bisogno di formazione, a livello di contenuti e metodi.

1.​​ Contenuti della formazione.​​ Le esigenze di formazione degli insegnanti derivano dalla nuova fisionomia dell’IR nella SE. Si tratta, ad es. in Italia, di promuovere una alfabetizzazione culturale di tutti gli alunni circa la dimensione religiosa dell’esistenza, e di un insegnamento della religione cattolica per chi ne fa richiesta. L’IR deve aiutare i fanciulli a comprendere gli elementi che costituiscono la realtà religiosa e a rispettare le diverse posizioni che le persone adottano di fronte ai problemi della vita sul terreno religioso. In particolare, non si tratta di svolgere una C. nella scuola sulla base di un testo dottrinale, ma di organizzare un IR a partire dalla scuola, dalle sue finalità e dai suoi metodi di lavoro. Ciò richiede una preparazione scientifica su diversi versanti: religioso, antropologico, psico-pedagogico, metodologico-didattico.

Per quanto riguarda il primo aspetto, occorre una​​ conoscenza della Chiesa,​​ dei misteri che costituiscono il contenuto della fede, della vita comunitaria della Chiesa, del suo linguaggio e dei suoi segni, della sua storia e delle sue fonti, del suo impegno di testimonianza. Occorre una​​ conoscenza della teologia,​​ la scienza cui compete l’interpretazione critica del linguaggio con il quale la Chiesa esprime la sua fede. Occorre una​​ conoscenza della Bibbia,​​ come interpretazione religiosa dell’esistenza, come storia del popolo di Dio, come messaggio religioso che questa storia contiene per l’uomo di oggi, come linguaggio attraverso cui esprime tale messaggio. Occorre una​​ conoscenza delle altre religioni​​ con le quali il fanciullo viene a contatto, anche attraverso i​​ mass-media.

Per quanto riguarda la formazione metodologico-didattica, occorre imparare a partire dall’esperienza del fanciullo, a promuovere in lui la capacità di individuare i problemi e le domande di significato, a lavorare per il raggiungimento di obiettivi, all’interno di → unità didattiche correttamente costruite, a utilizzare il dialogo e il colloquio, la ricerca personale e di gruppo, i diversi → linguaggi (verbale, grafico-plastico, mimico, drammatico, musicale...).

In base a queste esigenze, è da rivedere radicalmente l’itinerario di formazione degli insegnanti di religione nella SE, nel quadro della riforma della scuola secondaria e della preparazione universitaria dei docenti.

2.​​ Luoghi della formazione.​​ Nelle migliori situazioni, sono le facoltà di teologia​​ o​​ i dipartimenti di scienze religiose presso le università che assicurano la formazione degli insegnanti. Si può ipotizzare: 1) l’organizzazione di studi teologici e socio-pedagogici nei dipartimenti di scienze dell’educazione delle università statali; 2) il riconoscimento da parte dello Stato degli studi svolti presso le facoltà di teologia (cattoliche, protestanti...) operanti sul territorio nazionale; 3) la stipulazione di convenzioni tra università statali e università confessionali: una parte degli studi, ad es. scienze umane, si effettuerebbe nell’ambito delle istituzioni statali, e l’altra parte — contenuti e metodi delle discipline teologiche — sarebbe di competenza delle Chiese.

In Italia, in base al recente Accordo di revisione del Concordato – Protocollo addizionale n. 5-a, 1, l’IR, nelle scuole materne ed elementari, può essere impartito dall’insegnante di classe, riconosciuto idoneo dall’autorità ecclesiastica, che sia disposto a svolgerlo. Mentre si fa credito alla professionalità dell’insegnante, ci si pone il problema delle competenze da coltivare, in materia di educazione religiosa, e delle strutture formative che è possibile utilizzare o che occorre attivare.

3.​​ Problemi aperti.​​ La formazione degli insegnanti di religione nella SE si collega con il tema, tuttora molto discusso, della formazione professionale di base, che tende al livello universitario, e dell’aggiornamento in servizio, che tende alla specializzazione per aree o per discipline, dato che spesso in una classe opera un​​ team​​ di docenti con diverse competenze. Anche per la SE si auspica da più parti la figura dell’insegnante specializzato nell’IR.

Bibliografia

G. Cirignano –​​ F.​​ Montuschi – M. Prioreschi,​​ Insegnare la religione nella scuola elementare oggi,​​ Torino, SEI, 1983; Comisión​​ Episcopal...,​​ Pian de Acción de la Comisión​​ Episcopal​​ de Enseiianza​​ y​​ Catequesis para el trienio 1981-1984,​​ Madrid, 1982;​​ Deutscher Katecheten Verein,​​ Zielfelderplan für den katholischen Religionsunterricht in der Grundschule. Grundlegung,​​ München, DKV, 1977;​​ Enseignement​​ National​​ Catholique,​​ Programmes​​ de catéchèse pour l’école primaire,​​ Liège, 1975; Groupe Interconfessional...,​​ La coopération des Églises en matière d’enseignement religieux pendant la scolarité obligatoire,​​ Bern,​​ 1976;​​ L’insegnamento della religione nella scuola primaria,​​ Leumann-Torino, LDC, 1977;​​ J.​​ M.​​ Hull,​​ Agreed​​ Syllabuses,​​ Past,​​ Present​​ and Puture,​​ nel vol.​​ New Movements in​​ Religions Education,​​ London, 1975;​​ Insegnare religione oggi.​​ Vol.​​ I:​​ Nella scuola elementare,​​ Leumann-Torino, LDC, 1977;​​ Scuola e religione,​​ 2 vol., ivi, 1971-1973; Sinodo Nazionale...,​​ Scuola e insegnamento della religione,​​ ivi, 1977.

Sulla formazione degli insegnanti

E. Damiano,​​ Funzione docente,​​ Brescia, La Scuola, 1976; G. De​​ Landsheere,​​ La formazione degli insegnanti domani,​​ Roma, Armando, 1978; R. Giannatelli,​​ La qualificazione degli insegnanti di religione,​​ nel vol.​​ Scuola e religione,​​ vol.​​ II:​​ Situazione e prospettive in Italia,​​ Leumann-Torino, LDC, 1971, 329-350; D. E.​​ Lomax​​ (ed.),​​ Européen Perspectives​​ in Teacher​​ Education,​​ London,​​ Wiley,​​ 1976.

Rina Gioberti

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