UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO
I. Origine e funzione dell’UCD
1. Istituzione dell’UCD. L’atto di nascita ufficiale dell’UCD può essere fatto risalire per le diocesi italiane alla circolare della S. Congr. del Concilio (12-12-1929), e per tutte le diocesi del mondo al decreto Provido sane della stessa Congr. (12-1-1935). In realtà l’esigenza di un impegno cat. più adeguato e attento alle nuove situazioni aveva già sollecitato, in diverse Chiese locali, la creazione di centri di coordinamento e di promozione dell’attività cat., anche se variamente configurati. Non a caso la circolare della S. Congr. del Concilio invitava gli ordinari “a istituire, in quella forma e in quelle modalità che riterranno più opportune, un UCD là dove non esiste ancora; e, ove già esiste, a dare allo stesso un maggiore sviluppo, corrispondente alle nuove esigenze dell’insegnamento religioso nelle scuole dello stato”.
Tra le finalità proprie dell’UCD vengono sottolineate quelle di “promuovere e disciplinare sempre meglio in ogni diocesi l’istruzione religiosa del popolo cristiano”, la necessità di rispondere “alle nuove esigenze dell’IR nelle scuole dello stato” (cf circolare del 12-12-1929), l’esigenza di organizzare corsi di preparazione per i catechisti e gli insegnanti di religione (cf Provido sane, n. 3). Uno schema di statuto, allegato alla circolare della Congregazione, precisava i settori ai quali si doveva estendere l’attività dell'Ufficio, e cioè: “L’istruzione cat. parrocchiale dei fanciulli e degli adulti; l’IR nelle pubbliche scuole dello stato tanto primarie quanto medie di ogni ordine e grado; la dottrina cristiana impartita nei collegi e nelle istituzioni cattoliche” (cf art. 3). In questo schema di statuto, l’UCD viene considerato come “organo con cui l’Ordinario promuove, ordina e dirige in tutta la diocesi l’istruzione religiosa del popolo» (cf art. 1).
2. Indicazioni ecclesiali più recenti sull’UCD. Oggi l’UCD, in un contesto culturale e pastorale fortemente mutato, deve farsi carico in modo nuovo dei compiti precedenti e, insieme, rispondere a nuove esigenze. La stessa varietà di termini con cui si tenta di definirlo (Ufficio cat., Centro cat., Centro di pastorale cat., Ufficio o Centro per l’evangelizzazione e la C., ecc.) può essere indicativa della ricerca e dei tentativi di rinnovamento in atto. Il DCG (1971) al fine di presentare “i fondamentali principi teologico-pastorali, desunti dal magistero della Chiesa e in modo particolare dal Concilio Vaticano II, con i quali si possa più idoneamente orientare e coordinare l’azione pastorale del ministero della parola” (cf DCG, proemio), ribadisce la necessità che ogni diocesi abbia un Ufficio Cat. e offre elementi utili per ridefinirne i compiti:
“Con il decreto “Provido sane” è stato istituito l’UCD con il compito di presiedere a tutta l’organizzazione cat. Questo ufficio deve essere costituito da un gruppo di persone veramente esperte in materia. L’ampiezza e la diversità delle questioni di cui l’ufficio cat. deve interessarsi esigono che le responsabilità siano ripartite tra più persone competenti. L’UCD deve anche promuovere e guidare il lavoro di quelle organizzazioni, come il centro cat. parrocchiale, la confraternita della dottrina cristiana, ecc., che costituiscono le cellule di base dell’azione cat. Occorre anche che le comunità locali istituiscano centri permanenti di formazione dei catechisti... L’UCD, che fa parte della curia, è quindi l’organo con cui il vescovo, capo della comunità e maestro della dottrina, dirige e modera tutte le attività cat. Nessuna diocesi può essere priva dell’ufficio cat.” (DCG 126).
L’attività dell’UCD è vista all’interno di una più ampia collaborazione pastorale e di un coordinamento regionale e nazionale (cf DCG 125-128; RdC 147). Il nuovo codice di diritto canonico non parla espressamente dell’UCD (nel can. 775,3 parla solo dell’Ufficio cat. nazionale): sottolinea, tuttavia, la dimensione pastorale della curia diocesana (can. 469) e i compiti a cui ogni Chiesa è chiamata in riferimento al ministero della Parola e della catechesi (can. 756-792); le sue indicazioni preziose, ma limitate alla natura propria di uno strumento canonistico, vanno lette e integrate con le altre diverse indicazioni pastorali.
II. Per un rinnovamento dell’UCD
1. In quale contesto ridefinire la natura e il ruolo dell’UCD. L’identità e il ruolo dell’UCD vanno ripensati all’interno del cammino di rinnovamento pastorale e cat. intrapreso dalle nostre Chiese nel dopo-Concilio. In particolare l’UCD sembra oggi interpellato da alcune urgenze: a) l’attenzione primaria alle persone degli operatori, con l’esigenza di promuovere la corresponsabilità dei diversi soggetti ecclesiali che hanno un ruolo specifico in ordine alla C. (presbiteri, famiglie, catechisti, animatori di catechisti e di gruppi ecclesiali...), dentro un preciso impegno-progetto di formazione permanente; b) la messa in opera di una C. evangelizzante e missionaria, con l’esigenza di una C. di popolo, di una C. nelle varie situazioni, età e ambienti; soprattutto di una C. degli adulti e dei giovani, di una C. per edificare una Chiesa più missionaria; c) la promozione di una C. collegata con tutta la vita e l'azione della Chiesa, con l’esigenza di promuovere la complementarità tra pastorale cat.-liturgica-caritativa e tra i diversi soggetti ecclesiali (famiglia, parrocchia, gruppi e movimenti...).
2. Identità e compiti dell’UCD. In modo descrittivo l’UCD può essere considerato come l’organo della curia diocesana con cui il vescovo guida, promuove e coordina tutta la pastorale cat. nella Chiesa locale. In particolare, come suoi compiti, da precisare e da sviluppare gradualmente in riferimento alle situazioni concrete, sembrano emergere: — la conoscenza dello stato della pastorale cat. in diocesi;
— la promozione della pastorale cat. nella parrocchia in riferimento alle diverse età, ambienti e situazioni, contenuti e strumenti...;
— la sensibilizzazione e l’educazione a una rinnovata mentalità e comune responsabilità ecclesiale in ordine alla evangelizzazione e alla C.;
— lo studio dei problemi e l’avvio di concrete iniziative in riferimento all’educazione religiosa e all’IR nella scuola (materna, elementare, secondaria...), in particolare con la qualificazione e la formazione dei diversi operatori e degli insegnanti di religione;
— la preparazione, qualificazione e formazione dei diversi operatori e operatrici della pastorale cat.;
— il coordinamento dei diversi ministeri e carismi in ordine alla evangelizzazione e alla G;
— la ricerca di nuove vie e modi di servizio alla parola di Dio nel proprio contesto culturale;
— la guida e l’aiuto nell’accoglienza del progetto cat. rinnovato e nella utilizzazione dei catechismi corrispondenti;
— la progettazione di un piano di pastorale cat. in riferimento alle situazioni concrete.
3. Struttura dell’UCD. La struttura dell’UCD si dovrà configurare concretamente in rapporto alla situazione e all’impostazione globale della vita e della pastorale di ogni Chiesa locale. In ogni caso, sembra si possano considerare le seguenti necessità: di un gruppo stabile di persone per un lavoro in équipe; di avvalersi di altre persone o gruppi di consulta e di lavoro (esperti, commissione o consulta cat., gruppi di lavoro); di avere punti di riferimento (responsabili o animatori) nelle singole zone pastorali; di preparare animatori e responsabili diocesani o zonali per la pastorale cat.
In concreto, le persone che collaborano più direttamente per l’attuazione dei compiti dell’UCD possono essere: la direzione (direttore, vicedirettore), la segreteria, la commissione cat. (in genere con il compito di programmare l’attività cat. e di cooperare con la direzione per l’attuazione del programma stesso).
Una cosa è certa: una riflessione e una rinnovata attenzione all’UCD si situa in una Chiesa che è “invitata a consacrare alla C. le sue migliori risorse di uomini e di energie, senza risparmiare sforzi, fatiche e mezzi materiali, per meglio organizzarla e per formare un personale qualificato. Non si tratta di un semplice calcolo umano, ma di un atteggiamento di fede” (CT 15).
Bibliografia
S. Congr. del Clero, Direttorio Catechistico Generale, Roma, 1971; S. Congr. del Concilio, Circolare del 12-12-1929 (con allegato lo schema di statuto dell’UCD), in Balocco – Caporello – Capelli, La religione nelle scuole italiane, Roma, CENAC, 1962, 166168; Id., Decreto “Provido sane”, in AAS 27 (1935) 145-154; U. Gianetto, 40 anni fa V istituzione degli Uffici Catechistici per le diocesi italiane, in «Catechesi» 38 (1969) fase. 486, 1-7; S. Pintor, Identità e ruolo dell’Ufficio Catechistico Diocesano nella Chiesa locale, in «Notiziario UCN» 12 (1983) 4, 265-275; L’Ufficio catechistico diocesano. Atti del Convegno Direttori UCD, Vallombrosa, 30 agosto – 4 settembre 1965, Roma, Ufficio Catechistico Nazionale, 1966.
Sergio Pintor