HOFINGER Johannes

 

HOFINGER Johannes

Nato​​ a​​ St. Johann,​​ nel Titolo​​ (Austria)​​ il​​ 21-3-1905,​​ morì a New Orleans (USA) il 14-2-1984. Gesuita dal 1927, studiò teologia all’Università di Innsbruck e difese nel 1937 una tesi di dottorato sulla storia dei catechismi in Austria e nei paesi di lingua tedesca. Ordinato sacerdote nel 1935, partì nel 1937 per la Cina come missionario. Espulso nel 1949, si stabilì a Manila (Filippine), dove fondò nel 1954 l’Istituto di Apologetica Missionaria, divenuto poi l’East Asian Pastoral Institute. Dal 1953 in poi iniziò una serie di viaggi e di corsi di studio che lo portarono in tutti i continenti, per circa vent’anni. Dagli anni ’70 si stabilì negli USA dove aveva introdotto il movimento kerygmatico. Successivamente si occupò del “rinnovamento nello Spirito” e della formazione spirituale dei catechisti.

1.​​ La sua tesi dottorale, scritta sotto la direzione di J. A. → Jungmann, e i suoi studi ulteriori ne fecero un assertore convinto e originale del movimento kerygmatico e del rinnovamento liturgico, fin dal periodo trascorso in Cina (1937-1949). Appartengono a quest’epoca articoli e opuscoli in latino, tedesco e cinese sulla situazione cat. in Cina, sulla formazione cat. dei seminaristi, sui requisiti di un buon catechismo elementare e sul contenuto essenziale della C. e della predicazione, viste come “buona novella”, e cioè come un sistema di valori e non come un insieme di obblighi.

2.​​ Negli anni di Manila fondò due riviste: “Good Tidings” e “Teaching All Nations”, scrisse numerosissimi articoli, su “Lumen Vitae” e altre riviste, su temi riguardanti il rinnovamento liturgico e cat. soprattutto nelle missioni. Insistevano sulla viva partecipazione a una liturgia adattata e rinnovata, sul valore cat. e missionario della liturgia, sul carattere missionario del rinnovamento cat. nella sua fase kerygmatica, e sulla formazione cat.-kerygmatica dei sacerdoti, delle suore e dei laici, particolarmente nei territori di missione. Dal 1959 divenne il promotore di Settimane di Studi Internazionali, di cui la prima (Nimega 1959) ebbe per oggetto la liturgia, e le successive la C. La Settimana di Eichstàtt (1960, presso Monaco di Baviera) fu come un lancio ufficiale del movimento kerygmatico nei territori di missione. In quella di Bangkok (1962) inziò una svolta di impronta antropologica, con l’insistenza sui momenti della pre-evangelizzazione e della evangelizzazione, che precedono la C. A Katigondo (Uganda 1964) prevalse l’attenzione all’incarnazione del cristianesimo nella cultura e mentalità africana. A Manila (1967) l’accento sulla dimensione antropologico-culturale nella liturgia e nella C. raggiunse il punto culminante, e a Medellin (1968, Colombia) si aprì la via verso una fase di “impegno politico” anche nella C.

3.​​ Scosso dalla Settimana di Medellin, in cui si era venuto a trovare piuttosto ai margini perché non conosceva la lingua, J.H. si diede allo studio dello spagnolo in modo da poter tenere corsi e conferenze in quella lingua nel Messico e in altri paesi dell’America Latina. Si stabilì quindi negli USA, dedicandosi con zelo soprattutto alla formazione spirituale dei catechisti.

4.​​ Come catecheta di indirizzo kerygmatico, J.H. fu debitore della propria iniziazione al suo maestro J.A. Jungmann, ma egli ne sviluppò il pensiero in esemplificazioni concrete, soprattutto per il mondo missionario, e poi anche per la C. negli USA e in altri paesi. I suoi studi storici, eccettuata la parte centrale della tesi di dottorato, spesso non oltrepassano l’analisi teologico-contenutistica. Tuttavia gli permisero di farsi delle convinzioni profonde sulla natura di messaggio gioioso di salvezza propria del cristianesimo, di cui divenne propagatore convinto e spesso efficace, influendo anche su diversi documenti del Concilio Vaticano II, e in particolare sul DCG. Non aderì sempre pienamente agli sviluppi antropologici del movimento che lui stesso aveva creato, sembrandogli che costruissero un altro edificio a sé stante, quasi privo di fondamento, invece di completare la solida base kerygmatica già esistente.

Bibliografia

Per una bibliografia completa di J.H. cf “Orientamenti Pedagogici» 32 (1985) 3, 441-446.

1.​​ Opere​​ (libri principali e alcuni articoli)​​ Geschichte des Katechismus​​ in​​ Österreich von Canisius bis zur Gegenwart, mit besonderer Berücksichtigung der gleichzeitigen gesamtdeutschen Katechismusgeschichte,​​ Innsbruck-Leipzig, Rauch, 1937;​​ De​​ apta​​ divisione​​ materiae Catecheticae,​​ in “Collectanea​​ Commissionis Synodalis” 13 (Peking 1940) 583-599; 729-749; 845-859; 950-965;​​ In via ad bonum catechismum elementarem,​​ in “Catecheticum” 1 (Tatungfu 1941-42) 94-107; 190-216; 343-356; 427-436;​​ Lebensvolle Glaubensverkündigung,​​ in “Missionskorrespondenz” 8 (1945) 143-203;​​ Nuntius noster.​​ Themata principalia praedicationis christianae, Tientsin, Seminarium Regionale, Kinghsien, 1946;​​ Bausteine zu einer Missionskatechetik.​​ Im Anschluss an Jungmanns “Katechetik”, in “Zeitschrift für Missionswissenschaft und Religionswissenschaft” 38 ( 1954) 343-353;​​ La catéchèse​​ moderne au​​ service​​ des​​ missions,​​ in “Lumen Vitae» 11 (1956) 268-288;​​ The​​ Art​​ of Teaching​​ Christian​​ Doctrine: The Good News and Its Proclamation,​​ Notre Dame, University of Notre Dame Press, 1957​​ (altre edizioni nel​​ 1962​​ e 1967-1968);​​ Evangelization and Catechesis.​​ Aie​​ we really proclaiming the Gospel?, New York,​​ Paulist​​ Press, 1976;​​ Living in the Spirit of Christ,​​ Pecos (New Mexico), Dove Publications, 1977;​​ You Are My Witnesses.​​ Spirituality for Religion Teachers, Huntington, Our Sunday Visitor, 1977;​​ Pastoral Life in the Power of the Spirit,​​ New York, Alba House, 1982;​​ The Catechetical Sputnik​​ (An Autobiography), in M. Mayr (ed.),​​ Modern Masters of Religious Education,​​ Birmingham (Ala.), REP, 1983, 9-32.

2.​​ Studi su​​ Hofinger

L. S. Desai,​​ John Hofinger’s Basic Approach to Catechetics,​​ Rome, Pontifical Salesian University, 1983​​ (tesi);​​ M. C. Ezeokoli,​​ Critical Study of Missionary Catechesis in the Thought of Johannes Hofinger S. J. and of the International Study Weeks on Mission Catechetics organized by him,​​ ivi,​​ 1984​​ (tesi).

Ubaldo​​ Gianetto

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HOFINGER Johannes

HORNEY Karen

 

HORNEY Karen

n. ad Amburgo nel 1885 - m. a New York nel 1952, psicologa tedesca.

1. Dopo la laurea in medicina e la specializzazione in psichiatria porta a termine, presso l’Istituto Psicoanalitico di Berlino, il training psicoanalitico con K. Abraham e H. Sachs. Nel 1919 inizia l’attività privata e diventa membro ordinario dell’Istituto Psicoanalitico di Berlino. Pubblica, fino al 1932 (anno in cui si trasferisce negli Stati Uniti come condirettore dell’Istituto Psicoanalitico di Chicago), diversi lavori in cui è già evidente il suo profondo interesse per problemi di tecnica analitica e per le determinanti culturali della personalità nonché l’insoddisfazione per la teoria psicoanalitica classica. In particolare la H. discute la teoria pulsionale e l’universalità del complesso edipico. Considera inoltre​​ l’angoscia di base,​​ concettualizzata come «il sentimento del bambino di essere isolato e impotente in un mondo ostile» e derivante da fattori sociali e culturali, la condizione primaria per i successivi disturbi di personalità. Nel 1927 sottolinea, nel dibattito sviluppatosi nell’Istituto di Berlino sull’«analisi laica», la necessità di una preparazione medica e psichiatrica.

2. Nel 1935 è lettrice presso la School for Social Research e porta avanti la critica alla teoria pulsionale freudiana attribuendo un’importanza sempre più rilevante all’ambiente e ai fattori socio-culturali nella formazione della personalità. Nel 1941, per le sue tesi sempre più esplicitamente in contrasto con il pensiero psicoanalitico classico, viene sospesa dall’incarico di didatta presso il New York Psychoanalytic Institute: la H. presenta quindi le proprie dimissioni dall’istituto newyorchese e insieme a W. Silverberg e C. Thompson aderisce al gruppo dei cosiddetti «neofreudiani» o culturalisti. Nelle sue ultime pubblicazioni sottolinea l’importanza dell’interazione tra i bisogni fondamentali (il bisogno di avvicinarsi agli altri, di autoaffermarsi e di mantenere la distanza) e le richieste sociali nella formazione della personalità e propone, utilizzando il concetto di immagine idealizzata (definita come una immagine di sé fittizia e illusoria e che indica la distanza o discrepanza tra l’immagine che una persona ha di se stessa e il sé reale della persona) una serie di importanti considerazioni sullo sviluppo del Sé.

Bibliografia

tra le opere di H.:​​ Die Technik der psychoanalytischen Therapie​​ (1917),​​ Maternal conflicts​​ (1933),​​ Psychogenetic factors in functional female disorders​​ (1933),​​ Self-analysis​​ (1942) (Autoanalisi,​​ Roma, Astrolabio, 1971),​​ Feminine psychology​​ (1967) (Psicologia femminile,​​ Roma, Armando, 1973); Bres Y.,​​ Freud et la psychanalyste américaine K.H.,​​ Paris, Vrin, 1970.

F. Ortu - N. Dazzi

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