FLEURY Claude

 

FLEURY Claude

1.​​ Lo storico e giurista Claude Fleury​​ (16401723),​​ vissuto alla corte di Luigi XIV dal tempo della sua ordinazione sacerdotale (1668), prima della sua vasta storia del cristianesimo aveva pubblicato a Parigi, nel 1683, un​​ Catéchisme historique contenant en abrégé l’Histoire Sainte et la​​ Doctrine​​ Chrétienne.​​ Esso era preceduto da un ampio “Discorso sul disegno e sull’uso di questo catechismo”, in cui si affermava che il metodo storico nella C. era stato usato fino a quell’epoca in cui cominciò a dominare nella Chiesa la profonda ignoranza religiosa caratteristica dell’alto medioevo: “Risalendo fino a sette od ottocento anni fa [...] trovo che si è sempre seguito più o meno lo stesso metodo per insegnare la religione e che ci si è serviti principalmente della narrazione e della semplice deduzione dei fatti, sulla quale si fondavano i dogmi e i precetti della morale”.

2.​​ Nel suo “catechismo storico” F. intende riprendere questa tradizione. Esso contiene in realtà due catechismi: uno piccolo e uno grande; ciascuno è diviso in due parti: una storica, che narra i fatti dalla creazione fino al monacheSimo (san Benedetto), e un’altra in cui si tratta, in forma espositiva, della dottrina cristiana (simbolo, preghiera, decalogo, sacramenti e, nel grande: precetti della Chiesa, feste, digiuni, ecc.). Il piano di F. era il seguente: “Suppongo che un fanciullo, appena sia in grado di parlare, abbia appreso a memoria il Simbolo e, se si vuole, qualcuno dei catechismi ordinari, il più breve e il più chiaro. Quando, dopo di questo, per un tempo prolungato, come per es. sei mesi, gli si sarà parlato della creazione del mondo, della Provvidenza di Dio, dei suoi miracoli, dei suoi benefici, dei terribili effetti della sua giustizia, e di tutto il resto di cui racconto nella prima parte, la seconda sarà ben preparata e i dogmi gli saranno molto meno difficili”.

F. critica l’aridità, la noia, le eccessive ripartizioni e l’astrattezza dei catechismi esistenti e il loro scarso collegamento con la Scrittura. Con il metodo storico si è aderenti alla rivelazione di Dio, più attraenti, e c’è più continuità nell’esposizione. A giudizio dei critici, ciò avviene nei catechismi di F. soprattutto per quanto concerne il Credo, mentre i Comandamenti e i Sacramenti sono trattati più o meno come negli altri catechismi, senza vera derivazione dalla storia.

3.​​ Tra le ragioni che F. porta a favore del metodo storico, sembrano prevalere quelle di ordine metodologico, mentre affiorano solo accidentalmente quelle di carattere teologico, riguardanti la natura stessa del cristianesimo, che è in primo luogo un fatto e non una dottrina. Il suo catechismo ebbe un notevole successo librario, e l’idea della C. basata sulla storia da allora non si spense più nel movimento cat., anche se, nei secoli seguenti, si ridusse spesso all’espediente di premettere, ai catechismi ordinari, un “Riassunto di storia della religione”. Esso viene però già rinviato in appendice nel → catechismo di Pio X del 1905, e sarà molto ridotto in quello del 1912, con il titolo di “Brevissimi cenni di storia della rivelazione divina”.

4.​​ A parte si colloca il movimento è l’azione di → J. B. Hirscher in Germania nel sec. XIX. Per quanto riguarda la Francia, l’idea rinasce all’inizio del XX sec., a cominciare da mons. Dadolle (1909) e mons. Landrieux (1922), vescovi di Digione, e viene rilanciata come “catechismo attraverso il Vangelo”. È il titolo di diversi volumi del​​ can.​​ Eugène Charles (pubblicati nel 1930). Essi seguono l’ordine cronologico degli avvenimenti della vita di Gesù, ma falliscono nell’impegno di collegarvi in modo convincente gli sviluppi dottrinali. Il Vangelo diventa la prova di (e talora il pretesto per esporre) un dato dogmatico preesistente.

Molti testi cat. dell’ultimo ventennio, pur non facendo leva sull’appellativo “storico” o “evangelico”, hanno assunto un carattere descrittivo-narrativo che tiene conto prima dei fatti e delle persone, e poi degli sviluppi dottrinali.

Bibliografia

P. Braido,​​ Momenti di storia della catechesi e del catechismo dal Concilio di Trento al Concilio Vaticano I,​​ Roma, UPS, 1982, 189-193; J. C. Dhótel,​​ Les origines​​ du catéchisme moderne,​​ Paris, Aubier, 1967, 356-367.

Sul “catechismo attraverso il Vangelo”:

G.​​ Adler –​​ G.​​ Vogeleisen,​​ Un​​ siècle​​ de​​ catéchèse en France​​ (1893-1980),​​ Paris,​​ Beauchesne,​​ 1981, 33, 175-183; A.​​ Boyer,​​ Un​​ demi-siècle au sein du mouvement catéchistique français,​​ Paris, École, 1966, 19-26, 37-42, 76-78.

Ubaldo Gianetto

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FLEURY Claude

FLORES d’ARCAIS Giuseppe

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FLORES d’ARCAIS Giuseppe​​ 

n. a Pontelagoscuro (Ferrara) il 20 giugno 1908 - m. a Padova il 4 agosto 2004, pedagogista italiano.

1. Professore ordinario di Pedagogia dal 1953 nell’Università di Padova, dal 1975 è stato professore ospite nella Facoltà di Filosofia dell’Università di Würzburg dalla quale ha ricevuto il dottorato​​ honoris causa​​ nel luglio 1981. È stato uno dei fondatori della Facoltà di Magistero dell’Università di Padova e viene unanimemente considerato uno dei massimi esponenti del​​ ​​ personalismo pedagogico italiano. Con Raffaele Resta ha fondato e diretto ininterrottamente dal 1941 «Rassegna di Pedagogia», la più antica rivista del settore in Italia. Contemporaneamente ha diretto anche le riviste​​ «Lumen»; «Studi Teatrali»; «Studi Cinematografici e Televisivi»; «I Licei e i loro Problemi», «Il Gazzettino della Scuola» .

2. Scritti principali:​​ Preliminari di una fondazione del discorso pedagogico, Padova 1972; Premessa deontologica del discorso pedagogico,​​ Padova 1975;​​ Le ragioni di una teoria personalistica dell’educazione, Brescia 1987;​​ Pedagogie personalistiche e / o pedagogia della persona​​ , Brescia 1994;​​ Intervista alla pedagogia, Brescia 1998. Numerosi gli articoli nelle riviste su citate. La copiosa produzione pedagogica di F.d’A., orientata allo spiritualismo cristiano, maturato attraverso la lezione di E. Trailo e di​​ ​​ Stefanini , sulle orme del pensiero di​​ ​​ Mounier,​​ ​​ Maritain e del mondo degli intellettuali che si raccolgono attorno alla rivista francese «Esprit», elegge la persona a​​ primum​​ del discorso della / sulla educazione. Su queste basi teoretiche arricchite dal confronto con indirizzi filosofico-pedagogico contemporanei, F.d’A. conferisce sistematicità ad una pedagogia personalista​​ iuxta propria principia​​ che l’Università di Padova ha ereditato e porta avanti come tratto caratteristico nel panorama nazionale degli studi pedagogici.​​ 

Bibliografia

a)​​ Fonti: tra i principali scritti di F.​​ Le ragioni di una pedagogia personalistica, Brescia, La Scuola, 1987;​​ Pedagogie personalistiche e / o pedagogia della persona,​​ Ibid., 1993; F.d’A. - C. Xodo Cegolon,​​ Intervista alla pedagogia, Ibid., 1998.b)​​ Studi:​​ Sul pensiero di G.F.d.A., in «Rassegna di Pedagogia» (2006) 1-4 (n. monogr.); Xodo C., «Il Magistero di Padova e i suoi maestri», in Id. (Ed.),​​ Il Novecento secolo dell’università. Tra continuità e rottura, Padova, CLEUP, 2000.

C. Xodo

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