DIMENSIONI DELLA CATECHESI
DIMENSIONI DELLA CATECHESI
L’espressione DdC è di largo uso nell’ambito della riflessione e della prassi cat., ma difficilmente riconducibile a un significato unitario.
1. Nella sua accezione più generale e più corrente, vengono chiamate DdC quegli aspetti o caratteristiche o qualità della C. che in una determinata situazione storica o culturale ne definiscono il volto e la natura. In questo modo si sottolineano ordinariamente una serie di istanze o di opzioni che per la C. appaiono particolarmente importanti o urgenti (per es. la D. → missionaria o evangelizzatrice della C.; la D. antropologica, comunitaria, liberatrice, ecc.). Oppure si parla di D. per individuare quegli aspetti o elementi che, senza costituire in se stessi delle parti o azioni cat. proprie, rappresentano delle caratteristiche o proprietà inseparabili dall’azione cat. nella globalità del suo esercizio. È in questo senso che si afferma, per es., che la preoccupazione → ecumenica, o l’istanza → esperienziale, o l’esigenza → cristocentrica, non possono essere ridotti a semplici temi o argomenti all’interno della C., ma ne devono impregnare l’andamento in tutto il suo sviluppo e a proposito della totalità dei contenuti.
La determinazione e precisazione delle DdC diventa perciò un compito di non poca rilevanza, sia per richiamare la complessità e ricchezza del compito cat. contro possibili riduzionismi (come quando il Messaggio del Sinodo ’17 ricorda che la C. deve essere allo stesso tempo → Parola, Memoria e Testimonianza, nn. 8-11), sia per sottolineare alcune urgenze o priorità cat. in determinati contesti pastorali. Sono molto diversi i modi di formulazione delle DdC e i criteri di riferimento implicati in tale formulazione. Spesso tale criterio è dato dal riferimento agli obiettivi della C. (per es. D. evangelizzatrice, liberatrice, ecclesiale, ecc.); oppure in ordine a determinati contenuti o fonti cat. (D. cristòlogica, biblica, antropologica, situazionale, escatologica, ecc.); o si guarda a circostanze particolari di luogo, destinatario, metodo, ecc. (D. comunitaria, “gruppale”, audiovisiva, permanente, ecc.).
2. In un senso più ristretto e storicamente collegato soprattutto al rinnovamento “kerygmatico” della C. si è parlato e si parla di DdC in riferimento particolare al → contenuto della C. Nel tentativo di garantire la fedeltà della C. al suo contenuto, cioè al messaggio cristiano nella sua autenticità e integrità, si cerca di individuare quegli aspetti o dimensioni del messaggio che in qualche modo lo pervadono tutto e ne rappresentano quindi delle costanti (sono stati chiamati anche “trascendentali”). In questa prospettiva, le DdC non si riducono a temi o argomenti da includere in una programmazione cat., né sono semplici punti di riferimento o categorie portanti per l’organizzazione di una sintesi cat., ma costituiscono quegli aspetti o linee tematiche che in qualche modo devono essere presenti in ogni momento della trasmissione cat., perché ritenuti aspetti essenziali del messaggio cristiano che la C. deve comunicare.
È in questa linea che alcuni → Direttori cat. presentano le dimensioni fondamentali del contenuto della C.; per es. il DCG 40-45 (cristoccntrismo, teocentrismo trinitario, dimensione antropologica, carattere storico del mistero della salvezza); o il RdC 78-79 (D. comunitaria, storico-escatologica, sacramentale, spirituale); o il recente Direttorio Cat. brasiliano (D. cristologica, ecclesiologica, escatologica, antropologica: cf Catequese renovada 103-109). Non mancano autori che hanno approfondito il tema in forma particolare, come N. Bussi (1967), che distingue sei D. o «strutture» della C.: dialogica, eristica, soterica, comunitaria, agapica, escatologica. Per altre esemplificazioni, v. bibliografia.
La ricerca delle D. fondamentali rivela da una parte la consapevolezza del fatto che la realtà cristiana, contenuto della C., è molto ricca, complessa, pluridimensionale, e perciò non può essere imprigionata in anguste categorie. Ma allo stesso tempo, col ricorso al quadro delle D., si vuole garantire la fedeltà contenutistica, non attraverso l’elencazione o accumulazione di punti dottrinali (integrità estensiva), ma nel rispetto degli aspetti essenziali e caratterizzanti del messaggio rivelato (fedeltà intensiva).
Bibliografia
N. Bussi, Il mistero cristiano contenuto della catechesi, Alba, Ed. Domenicane, 1967; CNBB (Coni. Episc. Brasiliana), Catequese renovada. Orientações e conteúdo, São Paulo, Paulinas, 1983; D. Grasso, II kerigma e la predicazione, in “Gregorianum” 41 (1960) 440-441; P. Hitz, L'annuncio missionario del Vangelo, Roma, Marne, 1959; J. Hofinger, The Art of Teaching Christian Doctrine, Notte Dame, Univ. Press, 1957, 60-66; M. Van Casier, Le strutture della catechesi, Roma, Ed. Paoline, 1971.
→ Fonti della catechesi.
Emilio Alberich