BELGIO
I. Sviluppo della C. dal 1945 al 1985
1. 1945-1964: abbandono della C. del catechismo per una C. nel segno della storia della salvezza. Nel 1954 divenne obbligatorio per tutte le diocesi del Belgio un catechismo unitario. Doveva servire per l’insegnamento del catechismo ai fanciulli nelle scuole, come pure per la C. agli adulti nella chiesa. Già durante il tempo del Concilio Vaticano II andò in disuso: le formule neoscolastiche e l’inadeguatezza degli schemi didattici lo resero inutilizzabile. Le Suore di Vorselaer — che in Belgio e all’estero avevano avuto un grande influsso cat. nella prima metà del sec. XX — dopo la seconda guerra mondiale cercarono di impostare l’IR alla luce della storia della salvezza e in chiave kerygmatica. J. Vanwijnsberghe (Grondslagen van de Vernieuwde Catechese [Fondamenti della C. rinnovata]) elaborò la fondazione teorica di questa C. kerygmatica, accentuando fortemente l’iniziativa della salvezza da parte di Dio.
Con la scomparsa del catechismo dalle aule scolastiche si perdette la sintesi dottrinale nell’IR. Anche le tradizionali “bibbie scolastiche” o “storie sacre” andarono in disuso; questo condusse alla perdita di una sintesi biblica. Anche l’anno liturgico cessò di funzionare come principio ordinatore dell’IR, con la conseguente perdita della sintesi liturgica. Infine, non c’era più posto per una sintesi della storia della Chiesa. L’abbandono di questa quadruplice sintesi condusse all’introduzione di una nuova forma di sintesi, chiamata esistenziale: sintesi progettata a partire dall’esistenza concreta, personale e sociale degli stessi giovani e realizzata in vista della medesima. Il leitmotiv di questa C. divenne: illuminazione cristiana dell’esistenza.
2. 1964-1970: C. esistenziale concepita come “creare gli spazi per diventare uomo alla luce della fede”. Nella seconda metà degli anni ’60 in Belgio l’influsso della teologia di D. Bonhoeffer, P. Tillich e R. Bultmann sulla C. era molto sentito, soprattutto attraverso la divulgazione del vescovo anglicano J. Robinson (Honest to God). Nel metodo della → correlazione, difeso da E. Schillebeeckx, molti catecheti trovarono un sostegno per elaborare nuovi metodi cat. La realtà della vita non fu più soltanto punto di partenza per giungere poi all’essenziale, ma divenne tema centrale della C. sia a livello dei fanciulli che a livello degli adulti. Il catecheta aiutava giovani e adulti ad allargare le loro esperienze, in modo che dalla stessa → esperienza interiore potesse emergere il problema della verità incondizionata e divina. Nuovamente aperti e sensibili al problema religioso, essi divenivano capaci di scoprire e di riconoscere nel messaggio biblico le risposte alla loro problematica esistenziale. In altre parole, a partire dalla loro situazione personale riuscivano nuovamente a comprendere la Bibbia. Il catecheta era dunque alla ricerca di un qualche contesto umano in cui fosse significativo sollevare il discorso su Dio; egli cercava quel punto nella vita umana a partire dal quale si è in grado di comprendere ciò che i cristiani intendono con il nome “Dio”. Finché la gente non giunge a scorgere una correlazione o convergenza (è ovvio che non può trattarsi di identità) tra il messaggio cristiano e la lotta dell’uomo per una società più giusta e più amorevole, la fede appare irrilevante e non pertinente. Nel vol. Ervaring en Catechese (Esperienza e catechesi) di M. Van Caster S.J., uno fra i principali teorici postbellici della C. (scolastica) e di J. Le Du (catecheta parigino noto per la sua concezione della C. come realtà dinamica del gruppo) la tensione tra le due modalità di approccio era formulata nel seguente modo: “É possibile parlare di Dio senza parlare (molto) dell’uomo?”. La C. di una volta dava l’impressione che ciò fosse facilmente realizzabile. Dal lato opposto c’era la domanda: “È possibile parlare di Dio parlando soltanto (o in modo prevalente) dell’uomo?”. La C. del periodo 1964-1970 era alle prese con questo problema.
La nuova visione della C. fu descritta molto bene dalla Commissione Cat. per la Scuola Secondaria nel documento Schoolcatechese in het secundair onderwijs (1970), realizzato soprattutto per opera di F. Lefevre. Lo scopo della C. (scolastica) è definito così: “Creare spazi per diventare uomo alla luce della fede, interpretando la storia umana e orientandola secondo il dinamismo del “vangelo” di Gesù Cristo». L’accenno alla “storia umana” intese esplicitamente prevenire il possibile pericolo di una illuminazione cristiana dell’esistenza in chiave prevalentemente individualistica.
Per il lavoro parallelo della Commissione di lingua francese, il documento finale Orientations fondamentales fu redatto da R. Waelkens.
In questo periodo i catecheti che volevano spazio per una C. più pronunciatamente esistenziale e fortemente ricollegata con le esperienze dei giovani e degli adulti, cercarono aiuto soprattutto in una rinnovata visione teologica del rapporto “rivelazione-esperienza”.
3. 1971-1978: rinnovamento didattico; l'idea di liberazione. Dall’inizio degli anni ’70 emerge una cura particolare per il rinnovamento didattico della C. in generale e particolarmente della C. scolastica. Fu accentuata fortemente l’idea che l’IR nella scuola deve avere le caratteristiche di una vera materia scolastica. A questa preoccupazione venne incontro l’analisi didattica. Nel 1971 E. De Corte e J. Bulckens proposero per la prima volta in modo esplicito agli insegnanti di religione la problematica degli obiettivi.
Nel 1978 J. Lowyck e J. Bulckens iniziarono gli insegnanti di religione all’uso dei cosiddetti “concetti chiave” nell’insegnamento: attenzione particolare ai concetti teologici fondamentali di un determinato tema, cioè ai concetti centrali derivati dalle scienze teologiche, che attraverso il processo di apprendimento possono diventare visioni fondamentali degli allievi. L’insistenza su queste idee basilari era la conseguenza della constatazione che un numero sempre maggiore di giovani non disponevano più della indispensabile conoscenza teologica, e non erano più in grado di riflettere come credenti e in chiave teologica sulla loro vita personale e sulla vita sociale. Grazie all’applicazione dell’analisi didattica, molti sussidi cat. (per es. per la C. della confermazione, o per la C. degli adulti) presentarono strutture e contenuti più fondati.
Si divenne sempre più consapevoli che C. e IR non sono due realtà a sé stanti. Almeno in modo implicito, essi esprimono anche e inevitabilmente una determinata visione della società e della Chiesa. Il documento di Bled (Jugoslavia, 1977) in favore di una C. liberatrice ebbe un forte influsso su non pochi catecheti.
4. 1978-1985: la C. ricupera la tradizione religiosa (cristiana) come quadro di riferimento. La cosiddetta C. esperienziale (→ esperienza) ha fatto immensi sforzi per riagganciare i giovani che vivono e crescono in un mondo secolarizzato e pluralista, cercando di renderli nuovamente sensibili alla realtà religiosa e biblica. Progressivamente si fece strada il convincimento che non bastano né l’atteggiamento di apertura dell’individuo, né un ambiente sociale favorevole alla realtà religiosa: ci vuole anche una sufficiente familiarità con la tradizione religiosa e cristiana, quale condizione necessaria per educare religiosamente giovani e adulti. Chi non ha sentito parlare di Dio non ne può neppure fare l’esperienza. Di conseguenza, dalla fine degli anni ’70 si è fatto sentire fortemente il bisogno di familiarizzare direttamente ed esplicitamente i catechizzandi con la tradizione cristiana.
Alcuni catecheti proposero una maggiore familiarità con i libri della Bibbia e con le tematiche bibliche; altri insistettero sulla necessità di una sintesi contemporanea della fede. I nuovi programmi per i giovani di 16-18 anni nelle Fiandre (1985) mirano precisamente ad offrire una salda sintesi della fede. J. Baers e E. Henau pubblicarono nel 1980 un poderoso volume sulla fede: God is groter (Dio è più grande). Il volume offre agli adulti una ricca documentazione sui principali punti della fede.
In un certo numero di scuole elementari di lingua francese si pratica negli ultimi anni la cosiddetta “rythmo-catéchèse”, ossia memorizzazione verbale ritmata di testi evangelici (Ch. Bailly). Nella regione di lingua francese del Belgio il metodo di lettura strutturale è già usuale in tutto l’insegnamento linguistico; si cerca perciò di applicarlo anche all’IR e soprattutto all’insegnamento della Bibbia (A. Fossion). Si ama anche molto lavorare con opere d’arte religiosa, analizzate con il metodo strutturale (A. Knockaert e Ch. Van der Plancke).
II. L’IR scolastico
1. Scuola e religione. Le reti scolastiche del Belgio sono due: quella cattolica e quella ufficiale (organizzata dallo Stato, dalla provincia o dal comune). Ambedue le reti hanno introdotto nel corso degli anni ’70 il modello di scuola secondaria rinnovata. Nel 1984 circa il 70% dei fanciulli e giovani fiamminghi frequentavano la scuola cattolica, e circa il 45% nella regione di lingua francese. In Belgio, circa il 60% di tutti gli allievi della scuola secondaria frequentano la scuola cattolica. Nella scuola secondaria cattolica gli allievi sono tenuti a frequentare due ore settimanali di IR. Nella scuola statale, dopo la promulgazione della legge scolastica del 1959, gli allievi possono scegliere tra religione (cattolica, protestante, ebraica, o islamica) e etica non confessionale.
Nella regione di lingua fiamminga circa il 50% degli allievi della scuola statale opta per il corso di religione; nella regione di lingua francese la percentuale è inferiore.
Nel 1975 il Consiglio Generale della scuola cattolica di lingua fiamminga e quello di lingua francese pubblicarono (con qualche differenza) una nota sulla specificità della scuola cattolica. Tale scuola, scelta per motivi diversi, offre a tutti un progetto educativo fondato su Gesù Cristo (A. Vergote). La scuola cattolica deve impegnarsi affinché l’intera vita scolastica, cioè scelta delle aree contenutistiche, impostazione didattica, preferenze sociali, modelli relazionali, sia “liberante” in senso cristiano. La Commissione interdiocesana per la pastorale della scuola e il Centro per una comunità scolastica cristiana (con sede a Lovanio) si impegnano molto attivamente per realizzare il nuovo stile della scuola cristiana postconciliare in collaborazione con tutti gli interessati.
2. Nuovi programmi per l’IR. A partire dal 1966 si pubblicarono i nuovi programmi per TIR nella scuola elementare. Attualmente questi programmi vengono revisionati. Nel 1971-1972 si pubblicarono nuovi programmi sperimentali per l’IR nella scuola secondaria. Dal 1976 al 1985 la Commissione Catechetica Fiamminga lavorò alla redazione definitiva di detti programmi. Nel 1982 la Commissione Catechetica di lingua francese pubblicò i programmi definitivi per l’IR; sono assai più concisi rispetto ai programmi fiamminghi.
Il titolo dei programmi del 1982 è: Cours de religion catholique, mentre i programmi sperimentali del 1972 portavano il titolo: Programmo de catéchèse. Il cambiamento di nome è significativo. Le finalità dell’IR scolastico sono distinte, anche se non separate, dalle finalità della C. ecclesiale. Il corso di IR scolastico non può e non deve assolvere tutte le funzioni che invece devono essere svolte dalle altre istanze cat. della Chiesa. L’aspetto specifico dell’IR scolastico, che cerca di realizzare finalità realistiche ma limitate, riguarda la cura dell’”intellectus fidei”, la comprensione della fede. Le istanze ecclesiali della C. curano in particolare la vita e la prassi della fede. Da alcuni anni si insiste per avere un nuovo programma per la formazione religiosa nelle scuole materne. Nel 1982 il Conseil Central de l’Enseignement Primaire Catholique pubblicò delle Orientations pédagogiques pour une école maternelle chrétienne.
Nella regione di lingua francese vi è una seria mancanza di insegnanti qualificati di religione. Nelle scuole secondarie cattoliche dal 50% al 75% degli insegnanti non sono specificamente qualificati. Nelle scuole statali al contrario l’IR è generalmente impartito da diplomati (2 anni; 3 anni a partire dal 1984) e da licenziati (4 anni) in scienze religiose. Una ventina di studenti si iscrivono ogni anno all’Institut Supérieur de Sciences Religieuses dell’Université Catholique de Louvain. Ogni diocesi di lingua francese dispone di una propria istituzione per la formazione degli insegnanti di religione delle scuole secondarie inferiori.
Nella regione di lingua fiamminga la situazione è assai più favorevole. Da una ricerca condotta da J. Dhooghe nel 1975 risultò che soltanto il 30% degli insegnanti di religione non aveva ricevuto una specifica formazione. Da oltre dieci anni le iscrizioni annuali presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Katholieke Universiteit Leuven contano un centinaio di laici (metà donne) per il corso di quattro anni, e a circa 45 per il corso biennale (3 anni a partire dal 1985). Anche presso l’università di Gent esiste un corso triennale per la formazione di insegnanti (diplomati) di religione.
Fra i numerosi istituti di formazione cat. del Belgio l’Institut International de Catéchèse et de Pastorale “→ Lumen Vitae” occupa un posto molto rilevante. Il corso intensivo annuale o biennale, soprattutto per sacerdoti, suore e laici del terzo mondo, offre una formazione cat. fondamentale.
3. Finalità generale dell'IR nella scuola secondaria. Abbiamo segnalato sopra in che modo nel 1970 la Commissione Catechetica di lingua fiamminga abbia circoscritta la finalità generale dell’IR. Nel 1977 la redazione del “Tijdschrift voor Catechese” propose la seguente determinazione delle finalità: “La C. scolastica mira alla “umanizzazione” personale dei giovani; perciò intende insegnar loro a confrontarsi con tutta la persona, in maniera sistematica e responsabile, con i veri problemi della vita e in modo particolare con il problema riguardante il senso globale dell’esistenza (problema del senso della vita), quali vengono posti e risolti nelle religioni (dimensione religiosa), e in modo particolare nella religione ebraico-cristiana (cristianesimo)”. Nei nuovi programmi per la 5a e la 6 3 classe delle scuole secondarie (1985) è accolta la seguente definizione: “L’IR mira all’integrazione dei valori vitali, alla maturità religiosa e all’impegno liberatore nel mondo; perciò, sulla falsariga di alcune condizioni umane fondamentali, esso studia, in stretto contatto con la vita, in modo strutturante, in dialogo con le altre religioni e visioni della vita, la visione cristiana di questi problemi e la prassi cristiana nei loro confronti”.
III. Catechesi ecclesiale
Il rinnovamento più significativo della C. ecclesiale riguarda la C. della confermazione per i ragazzi di 10-12 anni a livello parrocchiale, la pastorale dei fidanzati, la formazione catecumenale per i candidati al battesimo e alla confermazione (Anversa, Bruxelles, Liegi), spesso in vista di un matrimonio cristiano.
La → confermazione è generalmente celebrata a 12 anni. La C. parrocchiale in preparazione alla confermazione dura un anno, il più delle volte due anni. È impartita da molte migliaia di catechisti familiari, da animatori e animatrici dei movimenti giovanili; ha luogo nelle case private, oppure anche nei locali della parrocchia. Il parroco assiste i catechisti e organizza celebrazióni appropriate per i confermandi con i loro genitori. Sono disponibili diversi nuovi manuali per la preparazione alla confermazione. In alcune guide si trovano due elaborazioni intere per ogni incontro: la prima a livello del catechista per il suo approfondimento teologico e spirituale; la seconda con una serie di suggerimenti per lo svolgimento dell’incontro con i confermandi. In questo modo procedono di pari passo la C. dei ragazzi e quella degli adulti.
Le organizzazioni sociali cristiane, soprattutto quelle femminili, hanno molte iniziative per la formazione religiosa dei membri; a questo fine propongono una svariata offerta di conferenze, seminari di studio, riviste formative. L’impegno nel mondo è generalmente molto accentuato. Per quanto vi sia una intensa formazione cat. in diversissimi gruppi familiari, gruppi di discussione a livello parrocchiale, gruppi biblici, si sente fortemente il bisogno di una più sistematica C. degli adulti.
Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza che il gruppo primario per la formazione cat. è la famiglia. Attraverso la traduzione e l’adattamento del noto libro tedesco per una cultura cristiana della famiglia: Durch das Jahr, durch das Leben (1982), si spera di poter imprimere un nuovo slancio all’educazione religiosa nella famiglia, e per opera della famiglia. Questa iniziativa riprende la tradizione della “catéchèse familiale”, per la quale padre → P. Ranwez S.J. ebbe tanti meriti, specie con la sua pubblicazione: Ensemble vers le Seigneur. La formation religieuse en famille (19643). Si aspettano anche effetti salutari dall’uso giudizioso, nell’ambito familiare, di buone → bibbie per fanciulli. Buoni risultati sono stati ottenuti negli ultimi anni invitando i genitori a preparare personalmente i figli di 7-8 anni (2a elementare) alla celebrazione della prima comunione. A questo fine furono pubblicate guide appropriate (C. Brusselmans e H. Bracke).
Bibliografia
J. Baers – E. Henau, God is groter. Werkboek rond geloven, Tielt, 1980, 19853; Ch. Bailly, La rythmo-catéchèse ou mémorisation orale rythmée de l’Évangile, in “Lumen Vitae” 36 (1981) 359-376; J. Bulckens – E. Van Waelderen, Krijgen onze kinderen nog godsdienstles?, Antwerpen, 1972; J. Bulckens, Sviluppo dell’insegnamento religioso nelle scuole secondarie nel Belgio fiammingo, in “Religione e Scuola» 10 (1982) 300-306; F. Lefevre, La catechesi scolastica nel Belgio fiammingo: situazione, problemi, prospettive, in “Orientamenti Pedagogici” 18 (1971) 516-537. Anche nel vol. Scuola e religione, vol. 1: Una ricerca internazionale, Leumann-Torino, LDC, 1971, 57-82; J. Le Du – M. Van Caster, Ervaring en catechese, Brugge, 1968; J. Léonard, Pour une catéchèse scolaire, Namur, 1978; Orientations pédagogiques. Pour une école maternelle chrétienne (Enseignement National Catholique), Liège, 1982; Schoolcatechese in het Secundair Onderwijs. Basisdocument in opdracht van het episcopaat, Brussel, Licap, 1970; M. Simon, Catéchèse «existentielle» ou catéchèse «culturelle». A propos du cours de religion catholique dans l'enseignement secondaire en Belgique francophone, Louvain-la-Neuve, 1984; Ch. Van der Plancke, Un nouveau programme de religion pour l’enseignement secondaire en Belgique francophone, in “Lumen Vitae» 37 (1982) 445-449; A. Vergote, Per un progetto educativo fondato su Gesù Cristo, Leumann-Torino, LDC, 1981; R. Waelkens, Orientations fondamentales en vue de la composition du nouveau programme d’enseignement religieux, Namur, 1969 (réédité sous le titre: Introduction générale au programme du cours de religion catholique, Bruxelles, Licap, 1982); Id., Belgio (Vallonia), nel vol. Scuola e religione, vol. 1: Una ricerca internazionale, Leumann-Torino, LDC, 1971, 85-109.
Jef Bulckens