ARNOLD Franz Xaver

 

ARNOLD Franz Xaver

1.​​ F. X. Arnold, esperto in teologia pastorale, nacque il 10-9-1898 a​​ Aichelau (Württemberg),​​ studiò filosofia antica e teologia a​​ Tübingen;​​ fu pastore, consigliere scolastico e ripetitore al Wilhelmstift, e cappellano degli studenti a​​ Tübingen;​​ ottenne il doti, in teologia nel 1932 (Die​​ Staatslehre des Kardinal Bellarmin)​​ e l’abilitazione in teologia morale nel 1936​​ (Zur Frage des Naturrechts bei Martin Luther)-,​​ divenne prof,​​ straord.​​ nel​​ 1937​​ e nel 1946 ordinario di teologia pastorale; nel 1954-1955 fu rettore dell’università di​​ Tübingen;​​ morì il 21-1-1969.

2.​​ A. ha dato un contributo decisivo per la realizzazione di una “teologia pastorale globale”, in opposizione alla sua frantumazione in discipline parziali. La sua riflessione teologica trovò ispirazione e sostegno nel suo carattere vigoroso, talvolta un po’ melanconico, profondamente riflessivo. Egli abbozzò posizioni teologiche che poi nel Concilio Vaticano Il furono quasi spontaneamente accolte.

3.​​ Rifacendosi ad approcci della vecchia scuola di​​ Tübingen (Drey, Möhler,​​ →​​ Hirscher,​​ e soprattutto Anton​​ Graf)​​ A. riuscì a spezzare una “tecnica pastorale, priva di principi, preoccupata di formulare le regole della prudenza pastorale”, e a sostituirla con una fondazione teologica della pastorale intesa come “visione teologica dell’essenza dell’agire pastorale della Chiesa e delle sue forme operative”. Partendo da un ampio concetto di pastorale in cui confluiscono, si sovrappongono e collaborano istanze di teologia pastorale generale, di kerygmatica, di pedagogia religiosa e di scienza liturgica, egli elaborò su base storico-induttiva e speculativo-deduttiva, la posizione di partenza di qualsiasi ministero della Chiesa ponendola nel “principio umano-divino”. Rivendicò la “imprescindibile distinzione tra la mediazione ecclesiale e il processo interiore della salvezza”, e la pose come verità basilare, che colloca il “carattere strumentale” della pastorale in un rapporto causale con il principio umanodivino. Nonostante la riduzione a una formula ontologica (Biemer), l’approccio di A. offre la possibilità di influire in forma normativa e critica sull’agire della Chiesa, e di correggere posizioni ristrette e forme aberranti.

4.​​ Nell’ambito della linea storica A. prende le distanze dalla teologia pastorale antropocentrica dell’ → Illuminismo, e dalla teologia pastorale teocentrica di →​​ Sailer​​ e della scuola di​​ Tübingen.​​ Per mezzo dei suoi “profili di teologia pastorale”, che possono essere considerati classici, A. ha l’incontestabile merito di aver attirato l’attenzione sul fatto che è assolutamente impossibile influenzare l’attuale prassi della Chiesa senza la conoscenza del divenire storico delle sue forme e dei suoi contenuti. Il tentativo di valutare le forme concrete dell’agire ecclesiale nella storia presuppone già la presenza di criteri teologici adeguati.

5.​​ Ciò che → J. A.​​ Jungmann​​ ha fatto per chiarire la dimensione storica e teologica della liturgia, i lavori di A. lo hanno fatto soprattutto per il rinnovamento della predicazione e della C. La predicazione deve avere come centro della storia della salvezza l’opera di Cristo. Da ciò scaturisce il metodo della storia della salvezza (partire dalla storia e andare verso la dottrina e il concetto), e la concentrazione sull’economia della salvezza nella predicazione e nella C., come pure l’affermazione della loro autonomia nei confronti della teologia scientifica. A. ha contribuito in modo decisivo al passaggio dal metodo → kerygmatico formale verso il rinnovamento kerygmatico dei contenuti, che trovò la sua espressione nel →​​ Catechismo cattolico delle diocesi della Germania​​ (1955).

6.​​ Le tematiche principali, che caratterizzano la vasta attività di A. nel campo delle pubblicazioni e delle conferenze, riguardano la riflessione teologica sul servizio dell’uomo nella Chiesa. Ne danno testimonianza gli stessi titoli molto espressivi delle sue pubblicazioni:​​ Dienst am Glauben,​​ Freiburg, Herder, 1948 (trad. ital.​​ Il ministero della fede,​​ Alba, Ed. Paoline, 1954);​​ Die​​ Frau​​ in​​ der Kirche,​​ Nürnberg, Glock und Lutz, 1955 (trad. ital.​​ La donna questa sconosciuta,​​ Milano, Massimo, 1958);​​ Kirche und Laientum,​​ 1954;​​ Glaubensverkündigung und Glaubensgemeinschaft,​​ Düsseldorf, Patmos, 1955 (trad. ital.​​ Comunità di fede,​​ Roma, Mame, 1959). Egli​​ ha fatto saltare le posizioni ristrette provenienti dalla Controriforma e dall’illuminismo; ha promosso l’incontro interconfessionale; ha dato inizio a quel dialogo interdisciplinare, che nel frattempo è diventato un dato incontestabile della teologia pratica. Essendo stato uno fra i più rappresentativi teologi pastoralisti del secolo, A. ha formato un gran numero di discepoli, che a loro volta sono diventati professori accademici.

Bibliografia

1.​​ Opere​​ (selezione). Editore della collana “Untersuchungen zur Theologie der Seelsorge”, 22​​ vol.,​​ Freiburg, Herder, 1948-1966.​​ Vol.​​ 1.​​ Dienst am Glauben,​​ 1948​​ (traduz,​​ it.​​ Il ministero​​ della​​ fede,​​ Alba, Ed. Paoline, 1954);​​ Wort des Heils als Wort in die Zeit,​​ Trier, 1961;​​ Coeditore​​ dello​​ Handbuch der Pastoraltheologie,​​ Freiburg, Herder, 1964s;​​ Pastoraltbeologische Durchblicke,​​ Freiburg, Herder, 1965 (trad. ital.​​ Storia moderna​​ della​​ teologia​​ pastorale,​​ Roma, Città Nuova,​​ 1970).

2.​​ Studi.​​ F. Blachnicki,​​ Das Prinzip des Gott-Menschlichen als Formalprinzip der Pastoraltheologie,​​ in​​ Theologie im Wandel,​​ München, 1967, 631-659; Th. Filthaut – J. A. Jungmann (ed.),​​ Verkündigung und Glaube.​​ Festgabe für F. X. Arnold, Freiburg, Herder, 1958 (bibl. 347-354); Tu. Kampmann,​​ Gelebter Glaube,​​ Warendorf, 1957; G. Offele,​​ Das Verständnis der Seelsorge in der pastoraltheologischen Literatur der Gegenwart,​​ Mainz, 1966.

Erich Feifel

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