ÉQUIPE EUROPEA DI CATECHESI

 

ÉQUIPE EUROPEA DI CATECHESI

C'Équipe Européenne de Catéchèse​​ (EEC) è un gruppo non ufficiale di responsabili ed esperti della C. in Europa, che si riunisce periodicamente, in genere ogni due anni, per lo scambio di esperienze e l’approfondimento dei problemi principali concernenti la C. europea.

La creazione dell’équipe risale al 1950, in occasione del I Congresso Cat. Internazionale di Roma, ed ebbe come promotori mons. A. Elchinger, allora direttore diocesano dell’IR c poi arcivescovo di Strasburgo, e →​​ Klemens​​ Tilmann, rappresentante del → DKV (Associazione dei catechisti tedeschi). A partire dal primo incontro (Strasburgo 1951) con rappresentanti di 6 paesi del Centro Europa, le riunioni si sono succedute quasi tutti gli anni, in diverse città europee, attorno a temi cat. ritenuti di importanza generale. Dopo la pausa del Concilio, l’EEC ha ampliato progressivamente la sua rappresentanza, fino​​ a​​ includere praticamente tutti i paesi europei. Nella sessione di Vienna (1972) l’EEC ha precisato meglio la sua identità di gruppo non ufficiale e la sua composizione: vi prendono parte i direttori degli Uffici o Segretariati Cat. nazionali, i direttori degli Istituti Cat. a raggio internazionale, il presidente dell’AKK (Associazione tedesca dei professori di cat.)​​ e​​ alcuni esperti dei diversi paesi. Il gruppo (circa 80 persone) si riunisce ogni due anni, nella settimana di Pentecoste, per l’approfondimento di un tema concordato in precedenza. Negli ultimi anni, gli incontri e 1 temi sono stati: Vienna 1972 (“Verso una C. della creatività”); Zurigo 1974 (“Il significato di Cristo per l’uomo d’oggi: un problema per la nostra C.”); Roma 1976 (“Esperienza di C. ed esperienza di Chiesa”); Londra 1978 (“L’iniziazione all’agire cristiano”);' Lisbona 1980 («Annunciare il Vangelo ai ricchi? Compiti e prospettive della C. in una società dominata dal denaro e i consumi”); Monaco 1982 (“Adulti nella Chiesa e nella società: possibilità e compiti della C. degli adulti”); e​​ St. Georgen/ Längsee​​ (Austria) 1984 (“Comunicare la fede in un mondo di tecnologia avanzata: sfide e nuove vie per la C.”).

I frutti dell’attività dell’EEC non sono appariscenti, in quanto non è suo compito prendere decisioni, e non esprime il suo lavoro in specifiche pubblicazioni o documenti. Ma l’efficacia delle sue sessioni è stata sempre rilevante, non solo per le possibilità di scambio e approfondimento che offre, ma anche per la maturazione della riflessione cat. europea, attraverso i diversi membri dell’EEC che hanno un influsso molto consistente nei diversi ambiti della realtà cat., vale a dire: organizzazione, insegnamento, ricerca, elaborazione di testi, consulenza, ecc.

Bibliografia

E.​​ Alberich,​​ Annunciare il vangelo ai ricchi?​​ Incontro dell’Équipe Europea di Catechesi, Lisbona​​ 2531​​ maggio 1980, in “Orientamenti Pedagogici” 27 (1980) 5, 898-902;​​ Europäische Arbeitsgemeinschaft für Katechese,​​ in “Christlich-pädagogische Blätter” 98 (1985) 45-66; J. Gevaert,​​ Educare​​ all’agire​​ cristiano.​​ Convegno dell’Équipe europea di catechesi, Londra 15-20 maggio 1978, in “Orientamenti Pedagogici” 25 (1978) 893-902; R. Maree,​​ Réunion de l'Équipe Européenne de catéchèse,​​ Londres​​ 15-20 mai 1978, in «Catéchèse» 18 (1978) 72, 345-347; F. Schreibmayr, 25​​ ans​​ d’Équipe Européenne de Catéchèse,​​ in “Lumen​​ Vitae”​​ 31 (1976) 487-502.

Emilio Alberich

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ÉQUIPE EUROPEA DI CATECHESI

ÉQUIPE PSICOPEDAGOGICA

 

ÉQUIPE PSICOPEDAGOGICA

L’é.p. (gruppo di lavoro,​​ team,​​ ecc.) indica un insieme di figure (esperti in scienze dell’educazione, psicologi, medici, ecc.) che operano in modo organico, strutturato e interdipendente, all’interno di una istituzione, di un centro o di un servizio, allo scopo di conseguire congiuntamente determinati scopi. L’é.p. si propone di coinvolgere e di far interagire diverse competenze professionali specialistiche a servizio dell’educazione in vari ambiti applicativi. Essa è distinta dall’é. clinica che riguarda specialisti che attendono ad un compito terapeutico o assistenziale. Inoltre non va confusa con gruppi di lavoro che si prefiggono scopi didattici o con la pedagogia di gruppo che riguarda l’educazione all’interno, attraverso e a favore di un gruppo.

1. Sotto l’aspetto strutturale,​​ l’é.p. si configura come cooperazione di diverse figure professionali, raggruppate in un organigramma al cui vertice si pone una figura professionale con compiti di guida e di coordinamento. È auspicabile che la funzione direttiva in una é.p. venga ricoperta e svolta da un esperto in scienze dell’educazione (​​ psicopedagogista) e non da altre figure (come, ad es., medico,​​ ​​ psicologo, terapeuta o altri), per non snaturare la tipologia del servizio e non creare subordinazione dell’approccio pedagogico ad altri tipi di approccio. Esemplificando, l’é.p. trova applicazione nella scuola, per il sostegno agli allievi con difficoltà di​​ ​​ apprendimento, e di socializzazione e per portatori di​​ ​​ handicap; nei​​ ​​ servizi sociali per il recupero del disadattamento e del disagio a favore dei minori (ragazzi, adolescenti, ecc.); nei servizi e centri di orientamento, per l’informazione e il counseling orientativo; nei consultori familiari, nelle comunità-famiglia e nei centri per la tutela dei minori, ecc.

2. Quanto al​​ funzionamento​​ l’é.p. si ispira allo spirito e al metodo del lavoro di gruppo che richiede la presenza delle seguenti condizioni: a) l’interdisciplinarità​​ mediante l’apporto specifico di diverse e distinte figure professionali; b) l’integrazione​​ dinamica e interagente degli operatori, secondo un piano di lavoro concordato e multifocale; c) la​​ finalizzazione​​ degli interventi a servizio dei singoli e dell’istituzione, in attuazione di un progetto educativo esplicitato e coerente (​​ progettazione). Sotto​​ l’aspetto applicativo​​ si pongono tra le altre le seguenti istanze: a) la necessità della​​ formazione psicopedagogica degli operatori,​​ abilitandoli soprattutto al lavoro in é. (training adeguati di formazione, tirocini guidati e supervisione); b) la​​ riappropriazione di guida e finalità pedagogiche​​ all’interno delle é.p., contrastando la tendenza ad assegnare la conduzione di esse a personale sociale e sanitario, col rischio di medicalizzare l’educazione o di posporla a finalità istituzionali di altro tipo (servizio sanitario, politiche giovanili, gestione del territorio, ecc.).

Bibliografia

Pavan G.,​​ Il lavoro di é.,​​ in «Anziani Oggi», n. 3 / 4, dic. 1999; Bonomo V.,​​ Il lavoro d’é. nelle professioni sociali,​​ in «Educare.it - Rivista on line» 2003, 7; Mariani V.,​​ Il lavoro d’é. nei servizi alla persona,​​ Livorno,​​ Edizioni del Cerro, 2006.

S. De Pieri

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