ILLUMINISMO

L’I. è un fenomeno difficilmente generalizzabile, poiché riguarda anzitutto alcuni intellettuali, di diversa formazione e con influssi geografici e sociologici assai diversi.

Nell'ambito della catechetica e della C. cattolica l’1. — nella misura in cui è stato studiato — ha avuto influsso soprattutto nel “Sacro romano impero della nazione germanica” (cf → Catechismo imperiale). Sul piano della teoria cat. — la catechetica è diventata disciplina universitaria! — gli influssi delTI. si fanno sentire anzitutto nell’ambito del metodo didattico e della organizzazione didattica (in particolare M. I. Schmidt, 1736-1794). Contro una stupida memorizzazione viene postulato il principio dell’intuizione e dell’arte “socratica” della domanda (che sveglia le risposte già implicitamente presenti nel fanciullo). Contro un insegnamento rivolto a tutte le età indistintamente, si pone un insegnamento secondo classi differenziate (corrispondente alle condizioni di comprensione). Contro la C. fatta ogni tanto e sporadicamente in chiesa, si rivendica una istruzione obbligatoria (preferibilmente) nella scuola.

Dal punto di vista del contenuto, la C. dell’1. è caratterizzata dalla “religione naturale” intesa come fondamento di quella soprannaturale (→ precatechesi), dall’irenismo confessionale, dall’uso della Scrittura (per rendere più intuitivo il catechismo) e soprattutto dall’insegnamento etico a scapito di quello dogmatico (per​​ es.​​ F.​​ Giftschütz,​​ 1748-1788; J. Lauber, 1744-1810; V. A. Winter, 1754-1814). Nella discussione attorno al catechismo le controversie furono diffuse in forma concreta (sul piano dei principi,​​ cf​​ J. J. Rousseau,​​ Emile,​​ 1762), e nei materiali cat. si possono riconoscere gli influssi della C. illuministica; la gamma va dalla sottolineatura del solo aspetto metodico (→ Felbiger), collegato con l’obiettivo di “illuminare” proprio la popolazione​​ rurale​​ (per​​ es.​​ E.​​ Menne,​​ 1750-1828), passando attraverso costruzioni concettuali aridamente intellettualistiche e catechismi che sovraccentuano l’insegnamento morale (i sacramenti visti come mezzi per le virtù), fino — ma questo è raro — a catechismi o “corsi di etica”, in cui dogma, rivelazione, grazia e Chiesa certo non vengono negati, ma vengono in seconda posizione (in favore dello Stato e dell’obiettivo di educare “felici cristiani”:​​ cf​​ J. F. Batz, 1770-1807; F.​​ Stapf,​​ 1766-1820; Aeg. Jais, 1750-1822; B. Stattler, 1728-1797: professore di​​ Sailer!).

Un altro problema è sapere fino a che punto queste istanze abbiano avuto impatto sulla prassi della C. (problema da studiare ulteriormente). Di fatto la catechetica (anche la C.?) illuminista, volendo raggiungere il cuore e il cervello della gioventù e del popolo, rimane troppo frequentemente prigioniera dell’intellettualismo. Nonostante la robustezza pedagogica, si riscontra non di rado una grande debolezza teologica, che però viene superata nei migliori rappresentanti e aderenti, oppure è assunta come sfida che viene approfondita con frutto (cf in particolare B. Overberg, 1754-1826; Galura, →​​ Hirscher, Gruber​​ e soprattutto →​​ Sailer​​ e i suoi allievi). I problemi sollevati dalla catechetica illuminista rimangono attuali anche oggi, perché tuttora si lotta affinché teologia, annuncio, C. ed educazione religiosa siano aderenti all’esperienza. Non in ultimo luogo l’attualità di questi problemi si manifesta nelle controverse interpretazioni dei loro interpreti.

Bibliografia

F. X. Arnold,​​ Storia moderna della Teologia pastorale,​​ Roma, Città Nuova, 1970; G. Biemer,​​ Edilhert​​ Menne und sein Beitrag zur Pastoraltheologie,​​ Freiburg, 1969; W. Croce,​​ Die Katechetik zwischen dem Tridentinum und der Studienreform im Jahre 1774,​​ nel vol.​​ F. Klostermann – J. Müller,​​ Pastoraltheologie,​​ Wien, 1979, 43-130; J. Hofinger,​​ Geschichte des Katechismus in Österreich von Canisius bis zur Gegenwart,​​ Innsbruck, 1937; W. Mahlmeister,​​ Der Bamberger Diözesankatechismus von 1812​​ (F. Stapf),​​ Würzburg, 1978; E. Müller,​​ Aegidius Jais,​​ Freiburg, 1979; J.​​ Rabas,​​ Katechetische Erbe der Aufklärungszeit​​ (J. F. Batz),​​ Freiburg,​​ 1963; J. Schmitt,​​ Der Kampf um den Katechismus in der Aufklärungsperiode Deutschlands,​​ München, 1935; F. X. Thalhofer,​​ Entwicklung des katholischen Katechismus in Deutschland von Canisius bis Deharbe,​​ Freiburg, 1899; F. Weber,​​ Geschichte des Katechismus in der Diözese Rottenburg von der Aufklärungszeit bis zur Gegenwart,​​ Freiburg, 1939.

Eugen Paul

image_pdfimage_print

 

ILLUMINISMO

1. Con il termine I. (Ilustración​​ in sp.) si indica la corrente culturale (effetto e causa allo stesso tempo) che accompagna gli avvenimenti culturali, scientifici, sociali, economici e politici che attraverseranno l’Europa tra la fine del sec. XVII ed il XVIII. Dal punto di vista pedagogico, si caratterizza per la scoperta della stretta relazione esistente tra​​ ​​ educazione, virtù, felicità umana e progresso sociale. Si genera in tal modo una fiducia illimitata nell’educazione. Questa deve essere un processo ispirato all’esperienza​​ (empirismo),​​ opposta a quella scolastica, al​​ progresso,​​ che è concepito come antagonistico e incompatibile con la tradizione, e alla​​ ragione​​ di fronte alla autorità, compresa quella religiosa. L’I. diventa essenzialmente operativo, mediante le riforme secolarizzatrici dell’insegnamento – non necessariamente scristianizzanti – che facciano da base all’educazione moderna. Lo Stato inizia così i sistemi di educazione nazionale.

2. L’I. assume aspetti diversi nei vari Paesi. L’Enlightenment​​ preparato da​​ ​​ Locke ha la sua patria in Inghilterra. A. Smith (1723-1790) tratta il tema della​​ virtù​​ (molto rilevante nell’I.) e pone il​​ sentimento​​ come base della morale. La Francia è il Paese in cui l’I. o​​ Philosophie des lumières​​ si diffuse maggiormente. Fra i cosiddetti​​ philosophes,​​ F. M. Arouet de Voltaire (1694-1778) è il propagandista più attivo contro la fede cattolica. Il sensista E. Bonnot de Condillac (1715-1780) influenza le riforme dell’educazione con i dodici libri del suo famoso​​ Cours d’études.​​ Il materialismo e l’ateismo di Diderot (1713-1784) e di D’Alembert (1713-1783) radicalizzano le idee illuministe nella​​ Encyclopédie​​ o​​ Dictionnaire raisonné des sciences,​​ des arts et des métiers​​ (1751-1765) che appronta le basi ideologiche della Rivoluzione francese. Durante l’I. o​​ Aufklärung​​ in Germania, le scuole di origine pietista e il​​ Paedagogium​​ di Halle fondati da​​ ​​ Francke introducono il realismo didattico e, dalla Prussia, rappresentano un modello per tutta l’Europa; sono considerate il precedente della​​ Realschule​​ tedesca, tipo di insegnamento secondario senza studi classici.

3. In Italia, l’I. si sviluppò con ritmo differente negli antichi Stati. Nel Regno di Sardegna si attua la riforma dell’Università di Torino (1720). Il suo ispiratore, Francesco d’Aguirre, scrive​​ Della fondazione e ristabilimento degli Studi generali di Torino,​​ un modello per le riforme scolastiche di tutto il secolo. A Napoli si mette in evidenza A. Genovesi che, nell’anno accademico 1754-55 insegna all’università economia politica in it. L’educazione è per lui un problema politico, sociale ed economico. G. Filangieri, che nella sua​​ Scienza della legislazione​​ (1785) radicalizza le idee del​​ Dispotismo illuminato,​​ mette tutta l’educazione nelle mani dello Stato e ignora le capacità educative della famiglia. Le riforme ebbero maggior portata a Milano, Modena, Mantova e Parma. Specialmente quest’ultima divenne ben presto un centro diffusore dei Lumi.

4. In Spagna l’I., a partire da Carlo III (1759-1788), darà inizio alla politica scolastica del dispotismo illuminato. B. J. Feijóo (1694-1764) nel​​ Teatro crítico universal​​ (1726-1741) e nelle​​ Cartas eruditas​​ (1742-1760), difende un insegnamento ispirato all’esperienza, all’utilità e alla ragione; P. de Olavide (1725-1803) con il​​ Plan de estudios de la universidad de Sevilla​​ (1768), realizza la prima riforma dell’università iniziata in Spagna; G. Mayáns y Siscar (1699-1781) contribuisce con​​ Idea del Nuevo método que se puede practicar en la enseñanza de las universidades de España​​ (1767);​​ ​​ Jovellanos affronta sistematicamente, per la prima volta, le questioni educative nella sua​​ Memoria sobre Instrucción Pública​​ o​​ Tratado teórico práctico de enseñanza​​ (1802). Il​​ secolarismo​​ dell’I., spagnolo rende in generale compatibile l’esercizio della ragione con l’ortodossia della fede cattolica.

Bibliografia

Santos Puerto J.,​​ Martín Sarmiento: ilustración,​​ educación y utopía en la España del s. XVIII,​​ La Coruña, Fundación Pedro Barrié, 2002; Bolufer Peruga M.,​​ Visiones de Europa en el siglo de las luces: el viaje fuera de España, in «Studio» 28 (2002) 167-204; Enciso Alonso-Muñumer I. (Ed.),​​ Carlos III y su época: la monarquía ilustrada,​​ Barcelona, Carroggio, 2003; Mateos Dorado D.,​​ Campomanes doscientos años después,​​ Oviedo, Inst. Feijoo de Estudios del s. XVIII, 2003.

Á. Galino - Á. del Valle

image_pdfimage_print

image_pdfimage_print