FRANCIA

Non è facile comprendere lo sviluppo della C. in Francia dal 1945 a oggi, se non si conosce il suo punto di partenza. Descriveremo perciò, in una prima parte, la situazione iniziale. La seconda parte presenterà la prima fase del rinnovamento cat. (1945-1975). La terza parte sarà consacrata alla seconda fase del rinnovamento. Le date indicate richiamano momenti in cui l’episcopato francese fa propri i nuovi dati della C. È ovvio che i catecheti “sul campo” precedono di molti anni le prese di posizione ufficiali. In Francia questo sviluppo viene chiamato​​ Mouvement​​ catéchétique.​​ S’intende con questo termine un insieme di avvenimenti, di persone, di iniziative, di documenti, di lavori che formano una corrente di azione e di pensiero, e che ha indotto la Chiesa a interrogarsi sulla sua politica cat. e a modificarla più o meno profondamente.

I. Situazione iniziale, ossia il catechismo del sapere

Occorre tener presente che da un lato il movimento cat. francese si iscrive in un quadro preciso e “originale”, e da un altro lato mira a riformare un modello cat. inventato nel sec. XVI e “pietrificatosi” nella seconda metà del sec. XIX.

1.​​ Quadro organizzativo.​​ A differenza di altri paesi europei, il quadro francese offre due caratteristiche essenziali che determinano una modalità cat. specifica. Dopo la separazione tra Chiesa e Stato, la Chiesa si è vista costretta a pensare anzitutto a una organizzazione cat. e al personale di tipo parrocchiale. Infatti, TIR è possibile nelle scuole libere (cattoliche) e in quelle pubbliche della regione Alsazia-Lorena, ma non nelle scuole pubbliche statali. In secondo luogo, l’importanza attribuita alla Comunione solenne, celebrata tra 12 e 14 anni a seconda delle regioni, ha sovraccentuato la C. nei due o tre anni di preparazione a questo atto, che fino a un tempo molto recente appariva il coronamento, anzi l’atto finale del catechismo. Questa duplice constatazione giustifica la nostra scelta metodologica di presentare lo sviluppo della C. attraverso documenti dedicati ai fanciulli da 8 a 12-14 anni circa. Non si deve quindi dimenticare che gli operatori del rinnovamento della C. di Francia, anche quando attingono a esperienze straniere, pensano in termini di C. parrocchiale piuttosto che scolastica, e inoltre che questa C. ha una colorazione più sacramentale-iniziatica che sistematico-didattica. Infine, la sopravvalutazione della Comunione solenne, come pure la riluttanza, tanto da parte laica che da parte religiosa, a penetrare nei licei e nei collegi, fanno sì che occorre aspettare gli anni cinquanta prima che il rinnovamento raggiunga il livello dell’adolescenza (P. Babin, A. Brien, P. Bagot, J. Le Du). La C. degli adulti in Francia meriterebbe da sola un articolo: piuttosto che presentare una immagine deformata della realtà, sarà meglio non parlarne affatto.

2.​​ Il modello cat. iniziale​​ è costituito dal catechismo nazionale del 1937, modificato nel 1947. Questo catechismo, composto di domande e risposte, presenta un compendio della fede in tre parti: le verità da credere, i sacramenti da ricevere, i comandamenti da osservare. Il suo linguaggio è quello della scolastica decadente, razionalista e astratto. Questo catechismo mira a lottare contro l’ignoranza religiosa; il suo fine è di insegnare la “scienza della religione” (can. Quinet).

Parlando della fede, il catechismo accentua l’aspetto di sottomissione all’autorità di Dio e dei suoi rappresentanti ecclesiastici, ricorrendo a un metodo pedagogico assai rigido e autoritario (Metodo di → Saint-Sulpice). A poco a poco, a partire dagli anni 1920, i catechisti prendono coscienza di un divorzio tra la fede (= insegnamento religioso) e la vita quotidiana, divorzio caratterizzato da M. → Fargues nei seguenti termini: “Questo catechismo non fa cento metri insieme con il fanciullo nella strada”. Ma per quanto in disgrazia e abbandonato dai catechisti, resterà il catechismo “nazionale” fino al 1967.

II. Prima tappa del rinnovamento, ossia il catechismo dell’esperienza

1.​​ Il movimento cat. e i suoi pionieri, i suoi fondatori.​​ Per moltissimo tempo il movimento cat. fu portato avanti da uomini e donne che erano semplici catechisti. La gerarchia ha tardato molto ad ascoltare le loro timide contestazioni. Le prime luci del rinnovamento appaiono presso alcuni “pedagogisti”: si può dire che la culla di questo rinnovamento fu modellata nell’effervescenza pedagogica dell’inizio del secolo. Più tardi una corrente più ecclesiale richiederà di ritornare al linguaggio biblico (mons. Landrieux, mons. Charles) o liturgico (→ F. Derkenne). Occorre aspettare l’immediato dopo guerra per incontrare l’uomo che dia al movimento cat. francese (e universale) le credenziali di nobiltà e gli imprima una spinta decisiva. La originalità di → Joseph Colomb risiede nel fatto di aver riunito in Una sintesi originale e profonda, teorica e pratica, le correnti di rinnovamento che precedentemente seguivano una propria traiettoria: corrente biblica, liturgica, e psicopedagogica. La genialità di quest’uomo sta nell’aver ripensato la concezione della C. spostandone il centro da una pura trasmissione di conoscenze verso un atto globale della comunità ecclesiale.

Bisogna ricordare che nel 1946 l’Assemblea dei Cardinali e Arcivescovi fondò il​​ Centre​​ national du Catechismo​​ (diventato poi, nel 1955,​​ Centre​​ National de l’Enseignement​​ Religieux),​​ con l’incarico di animare e di promuovere la C., e di sostenere il compito dell’insegnamento religioso dei Direttori diocesani, la cui creazione risale a Pio XI (Decreto​​ Provido sane consilio​​ del 12 genn. 1935). Infine, nel 1950 si apre →​​ l’Institut​​ Supérieur​​ de Pastorale Catéchétique.

2.​​ Il materiale cat. ufficiale 1966-1968.​​ Nel 1957 vennero condannate dalla Curia romana le idee di J. Colomb sul catechismo “progressivo”. L’episcopato francese nel 1964 pubblicò allora il​​ Directoire de Pastorale catéchétique à l’usage​​ des​​ diocèses de Prance​​ (trad. ital.:​​ Direttorio di pastorale catechistica ad uso delle diocesi di Francia,​​ Leumann-Torino, LDC, 1965) e mise in cantiere un nuovo catechismo. In quell’epoca il termine “Nouveau Catéchisme”, usato in senso stretto (= documenti approvati dall’episcopato), ricopre un insieme assai complesso e ampio di opere (42 libri, 7127 pagine). Esso comprende due sotto-insiemi: il primo destinato ai fanciulli di 9-11 anni; il secondo per i fanciulli di 11-13 anni. Ogni sotto-insieme è composto da un testo principale, chiamato​​ Fonds obligatoire​​ per i 9-11 anni e​​ Document​​ de base​​ per gli 11-13 anni; e poi da adattamenti di questo testo fondamentale, redatti da diversi autori secondo le diverse situazioni dei destinatari nei confronti della proposta cristiana (situazione = ambiente sociale e scristianizzazione più o meno grande). Vi sono 6 adattamenti per i 9-11 anni e 4 per gli 11-13 anni; ogni adattamento comprende almeno due libri, il primo destinato all’animatore, l’altro destinato al catechizzando. Il​​ Fonds obligatoire​​ è adottato dall’episcopato nel 1966, i manuali corrispondenti vengono pubblicati nel 1968. Il​​ Document de base​​ è adottato nel 1969, i manuali vengono pubblicati a partire dal 1970.

Il contenuto, trinitario e cristocentrico, di questa C. sposa il movimento simbolico del battesimo, unificando nel suo svolgimento e nel suo dinamismo la storia della salvezza e la sua riattualizzazione liturgica. La pedagogia che viene seguita è detta “pedagogia dei segni”. Con segno s’intende una realtà concreta, esteriore, percettibile dai fanciulli, realtà di cui bisogna liberare il significato appoggiandosi sui documenti della fede che sono la Scrittura e la Tradizione. “I diversi segni utilizzati sono quelli proposti da qualsiasi C.: eventi e parole biblici, liturgia, tradizione e vita della Chiesa, eventi e situazioni della vita umana, in particolare della vita dei fanciulli” (Fonds obligatoire).

III.​​ Seconda tappa del rinnovamento: C. della comunità, per la comunità, fatta dalla comunità

La prima tappa del rinnovamento era nata nella scia di una certa euforia conciliare, e quindi era ancora troppo segnata dalla valorizzazione dei rapporti Chiesa-mondo concepiti secondo il modello dei rapporti stabiliti in una situazione di cristianità. La Chiesa è stimata come la sola istituzione che possieda il senso ultimo per tutti gli uomini. Ben presto però ci saranno alcune prese di coscienza: per es., quella della massiccia indifferenza, di fronte alla quale il rinnovamento del linguaggio operato dal rinnovamento del 1966-1968 si rivelava insufficiente. Inoltre l’enorme importanza in Francia degli avvenimenti del 1968, la contestazione dell’università e della scuola che attiravano bruscamente l’attenzione sulla natura profonda della crisi, vale a dire un profondo cambiamento culturale. L’uomo contemporaneo non dà più alla propria esistenza lo stesso senso dei suoi predecessori. Perciò a partire dal 1975 l’episcopato decide di riaprire il cantiere cat.

1.​​ Il materiale cat. attuale​​ è un insieme di 4 elementi:

— Il est grand le Mystère de la Foi​​ (trad. ital.:​​ Mistero della fede. Preghiera e fede della Chiesa cattolica,​​ Leumann-Torino, LDC, 1979). Questo testo, adottato dall’episcopato nel 1978, presenta la preghiera e la fede della Chiesa cattolica, come le hanno voluto esprimere i vescovi della Francia.

— Il​​ Texte de référence​​ (trad. ital.:​​ Direttive per l’iniziazione cristiana dei Fanciulli,​​ Leumann-Torino, LDC, 1981), adottato nel 1979 per uso degli “autori di pubblicazioni cat. e dei responsabili della pastorale”, definisce e traccia le direttrici di una C. per l’oggi.

— Pierres vivantes,​​ adottato nel 1980 (2a​​ ediz. rinnovata 1985), è un libro offerto dai vescovi ai fanciulli in età di catechismo, ai loro catechisti e ai loro genitori. Non è un catechismo, ma una “miniera” di testi, di immagini, di vocabolario, ricavati dalle tre grandi fonti di ogni C.: la Scrittura, la storia della Chiesa, e la vita liturgica. Si presenta come una “biblioteca”, “una banca di dati” che può essere consultata in ogni momento.

— Parcours catéchétiques:​​ sono strumenti di lavoro diversificati secondo le situazioni pastorali. Come una specie di “carta della strada”, essi tracciano delle piste per esplorare il paese della fede, e per imparare insieme a credere.

2.​​ Linee principali.​​ Se la strutturazione cat. del periodo 1937-1947 scaturiva da una logica razionale, quella del 1966-1968 metteva in opera una logica esistenziale. La proposta attuale si iscrive in una logica del divenire della fede. In altre parole, occorre lasciare alla fede il tempo per diventare fede. La comunità cristiana occupa un posto centrale in questo divenire. La C. parte dalla professione di fede di una comunità, si radica in essa e si mette in cammino verso la professione di fede nella Chiesa. È consapevole di creare la comunità almeno nella misura in cui essa stessa viene prodotta dalla comunità. E consapevole di “fare Chiesa”, poiché ogni fede cristiana esiste in forma di Chiesa.

In reazione contro una concezione troppo razionale della fede, i cristiani fanno l’esperienza di non aver più tanta fiducia in ciò che possiedono o nelle convinzioni, ma nella comunicazione. Si preferisce considerare la C. come un esercizio della fede. Ci si esercita ad essere credente in un gruppo, in un → “lieu catéchétique”, piccola cellula di Chiesa, in cui la fede impara a esprimersi, a celebrarsi, ad essere vissuta nel quotidiano, in una parola, ad “articolarsi”. In questo senso la C. è un luogo in cui viene enunciato un senso cristiano, in cui si elabora criticamente un linguaggio della fede nella situazione storica presente.

Questa nuova proposta funziona senza sollevare problemi? Certamente no! La diversità di professioni della fede che essa può suscitare in un gruppo e la creatività pedagogica che essa mette in opera sollevano la terribile questione dell’unità ecclesiale nel rispetto delle diversità. Sarebbe un peccato se questo problema venisse regolato dall’autorità romana sulla base di una criteriologia di unità uniformizzante.

Bibliografia

G.​​ Adler –​​ G.​​ Vogeleisen,​​ Un​​ siècle​​ de​​ catéchèse en France​​ (1893-1980).​​ Histoire, déplacements, enjeux, Paris, Beauchesne, 1981; A. Boyer,​​ Un demisiècle au sein du mouvement catéchistique français,​​ Paris, L’École, 1966; Conférence Épiscopale Française,​​ La catéchèse des enfants.​​ Texte de référence, Paris, Centurion, 1979. Trad. ital.:​​ Direttive per l’iniziazione cristiana dei fanciulli dagli 8 ai 12 anni,​​ Leumann-Torino, LDC, 1981; E.​​ Germain,​​ 2000​​ ans d’éducation​​ de la​​ foi,​​ Paris, Desclée, 1983; Id.,​​ Parler​​ du salut?​​ Aux origines d’une mentalité religieuse. La catéchèse du salut dans la France de la Restauration, Paris, Beauchesne, 1968; R. Macé,​​ Francia,​​ in​​ Scuola e religione,​​ vol. I:​​ Una ricerca internazionale,​​ Leumann-Torino, LDC, 1971, 163-190;​​ Ch.​​ Wackenheim,​​ La​​ catéchèse,​​ Paris, PUF, 1983.

→​​ Aumônerie.

Gilbert Adler

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