EVANGELII NUNTIANDI
L’Esort. Apost. EN, emanata 1’8-12-1975 nel X anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II dal papa Paolo VI per venire incontro ad una esplicita richiesta della III Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi (1974), riprendendo il tema stesso del Sinodo e i frutti delle riflessioni in esso emerse sull’ → evangelizzazione (= E.) del mondo contemporaneo, è, assieme al DCG (1971) e alla CT (1979), uno dei documenti più importanti per il rinnovamento della C. a livello di Chiesa universale, oltre ad essere la “magna charta” dell’E.
1. Struttura e contenuti. La EN, pur essendo divisa in 7 sezioni con un’introduzione e una conclusione, consta fondamentalmente di 3 parti. Nella prima si pone il fondamento dell’E. e se ne definisce il valore e le dimensioni. Il Cristo, in quanto portatore della Buona Novella del Regno e della salvezza redentrice, è il primo evangelizzatore e il fondamento ultimo della missione evangelizzatrice della Chiesa (nn. 7-12). La Chiesa come comunità degli evangelizzati divenuti credenti è inviata dal Cristo ad evangelizzare il mondo intero e a continuare la sua missione fino al suo ritorno (nn. 14-16). Facendo leva su questa base cristologica ed ecclesiologica, il Papa chiarisce il significato che oggi si deve attribuire al termine E., sia descrivendone gli elementi essenziali e mettendo in luce la complessità dell’azione missionaria della Chiesa (nn. 17-24), sia attraverso una “aggiornata” definizione dei suoi contenuti: l’E. viene intimamente connessa coi processi di promozione e di liberazione umana integrale (nn. 25-39). Nella seconda parte vengono af frontati i due problemi delle vie dell’E. (nn 40-48) e dei destinatari di essa (nn. 49-58), mettendo l’accento sulla funzione essenziale della testimonianza (n. 41) e sulla necessità di dare una dimensione evangelizzatrice ad ogni tipo di predicazione, quindi anche alla C. (n. 44). Per quanto riguarda i destinatari, va notata l’attenzione particolare che il Papa dà alle “comunità di base” nella missione evangelizzatrice della Chiesa di oggi (n. 58). La terza parte infine si sofferma a lungo sugli “operai” dell’E. (nn. 59-73), concludendo con un pressante appello sullo spirito che deve animarli in quest’opera (nn. 74-80).
2. Importanza della EN per la C. Sebbene a prima vista questo documento sembri interessato solo marginalmente alla C. (se ne tratta esplicitamente in modo diffuso solo al n. 44), tuttavia il suo influsso è stato decisivo nel processo di rinnovamento della C., in atto dopo il Concilio Vaticano II. Esso costituì un’importante integrazione e uno sviluppo decisivo delle prospettive e degli orientamenti apparsi nel DCG (1971), e rese possibili gli approfondimenti sulla natura e sulle funzioni della C., emersi nel Sinodo dei Vescovi del 1977, dedicato appunto alla C., confluiti poi — almeno in parte — nella CT. Ne accenniamo solo qualcuno.
Un primo e importantissimo merito della EN è stato quello di aver ridato al termine E. il suo significato originario e di aver fatto dell’E. “la missione essenziale”, “la grazia e la vocazione propria” della Chiesa (n. 14), esplicitando la complessità (n. 17) e la ricchezza di dimensioni (nn. 18-24) del processo evangelizzatore: testimonianza (nn. 21; 41); annuncio esplicito (n. 22) mediante tutte le forme di predicazione (nn. 42-46); resi al Vangelo da tutta la Chiesa (nn. 59ss), mediante tutta se stessa (ciò che è, ciò che dice e ciò che fa); in funzione di un processo con tinuo di conversione e di inserimento sem pre maggiore nella vita liturgica, caritativa, apostolica della comunità. Questa ampiezza di prospettive sull’E. ha permesso di concepire la C. come momento caratteristico dell’E., aspetto questo già presente nel DCG (n. 18), ma poi ampiamente discusso e sviluppato nel Sinodo del 1977 e nella CT (nn. 18ss). Un altro grande merito della EN è stato quello di aver affrontato esplicitamente il problema dell’E. delle → culture (n. 20) in chiave di “acculturazione” del messaggio cristiano, tema questo non ancora presente nel DCG, e in seguito alle suggestioni della EN diventato uno dei temi centrali del Sinodo del 1977 ed entrato nella CT (n. 53). La stessa cosa si deve dire della religiosità popolare (EN, n. 48), tema ripreso nella CT (n. 54). Le affermazioni della EN su questi problemi sono state decisive per una concezione della C. come mezzo importante di incarnazione della fede cristiana nelle differenti culture.
Infine la presa di posizione della EN a proposito del rapporto E. e promozione-libera zione umana (nn. 30-38) ha permesso negli anni successivi un ripensamento della dimensione “politica e liberatrice” della C. (si pensi a Puebla, 1979, ma anche al Sinodo del 1977 e alla CT, n. 29). Possiamo dire che nella EN, mediante un linguaggio piano e pacato, sono anticipate in forma germinale posizioni coraggiose ma nello stesso tempo equilibrate sulla natura e sulle funzioni della C. nei processi di promozione e di liberazione umana.
Bibliografia
Paulus Papa VI, Adhortalio Apostolica Evangelii Nuntiandi, in “Acta Apostolicae Sedis” 68 (1976) 5-76. Trad. ita!.: Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi, Città del Vaticano, Poliglotta, 1975; L'annuncio del Vangelo oggi. Commento all’Esortazione Apostolica EN, Roma, Pontificia Università Urbaniana, 1977; Esortazione Apostolica EN. Commento... teologico, ascetico, pastorale, Roma, Ediz. S. Congr. per l’Evangeliz. dei Popoli, 1976.
Giuseppe Groppo