DIOCESI

La diocesi o Chiesa particolare è il “popolo di Dio” che vive in un particolare territorio. Essa è formata da uomini uniti da comuni legami di lingua, di storia, di costumi e di tradizioni (cf ÈN 62). È il luogo dove si incarna e si manifesta concretamente la Chiesa universale. In essa si attua pienamente il mistero della salvezza (RdC 142), perché “qui attorno al vescovo, successore degli apostoli, attraverso il Vangelo e l’Eucaristia, il corpo di Cristo si compagina in tutte le sue connessioni” (CdA 295) è si rende presente e operante la Chiesa di Cristo, una santa cattolica e apostolica (cf CD 11). Grazie all’inserimento nella Chiesa particolare, i fedeli appartengono alla Chiesa unica e universale (CeC 39).

La vita della Chiesa particolare si esprime nell’ascolto e nell’obbedienza all’unica parola di Dio, nella celebrazione dell’unico sacrificio di Cristo e nella pratica della carità fraterna (cf CD 11-12). Ma all’inizio di ogni attività pastorale c’è l’annuncio del Vangelo: dalla parola di Dio la Chiesa viene adunata e​​ i​​ suoi figli rigenerati (cf LG 9). La Chiesa dipende dalla parola di Dio.

1.​​ Il servizio profetico della Chiesa particolare.​​ La Chiesa particolare, attraverso il ministero del vescovo, garantisce l’autenticità del servizio della parola di Dio e offre a tutti gli uomini, “anche a quelli che, a motivo delle loro condizioni di vita, non possono godere dell’ordinario ministero dei parroci o sono privi di qualsiasi assistenza” (CD 18), la possibilità di ascoltare l’annuncio del Vangelo e di progredire nella vita di fede e di carità.

Essendo essa amalgamata con le aspirazioni, le ricchezze, i limiti, la cultura dell’ambiente in cui vive e opera, ha la possibilità e il dovere di riesprimere il Vangelo nel linguaggio proprio del suo contesto culturale. Questo processo di inculturazione della fede e questo adattamento del linguaggio sono due compiti fondamentali per l’efficacia della predicazione, a cui la diocesi non può sottrarsi (cf EN 63).

L’inculturazione del messaggio cristiano però esige che la Chiesa particolare si conservi profondamente aperta alla Chiesa universale. Quanto più essa è unita con solidi legami di comunione alla Chiesa universale, tanto più sarà in grado di tradurre il tesoro della fede nella legittima varietà di espressioni della professione di fede, della preghiera e del culto, della vita del popolo in cui è inserita (cf EN 64).

La Chiesa particolare, infine, pur promuovendo l’adattamento della pastorale cat. alle diverse situazioni locali, è chiamata a dare alle comunità parrocchiali, alle associazioni e movimenti ecclesiali alcune linee pastorali comuni per quanto riguarda l’annuncio del Vangelo e l’educazione della vita di fede, “di modo che attorno al Vescovo tutte le iniziative di carattere cat., missionario, caritativo, sociale, familiare, scolastico, ed ogni altro lavoro mirante ai fini pastorali, tendano ad un’azione concorde, dalla quale sia resa ancora più palese l’unità della diocesi” (CD 17).

2.​​ Le scelte cat. della Chiesa particolare.​​ Per adempiere il suo compito profetico, la Chiesa particolare ha bisogno anzitutto di mettersi in costante ascolto della Parola di Dio e in conversione. Essa infatti “fa C. principalmente per quello che è, in progressiva anche se imperfetta coerenza con quello che dice” (RdC 145).

In secondo luogo, essendo stato affidato il compito profetico, attraverso la Chiesa, a tutti i suoi membri, la diocesi deve promuovere in tutti i battezzati la corresponsabilità nei confronti della C. e deve stimolarli ad assumere le loro responsabilità nella Chiesa (RdC 143). La Chiesa locale ha il dovere di stimolare anche le varie istituzioni — parrocchie, famiglie, associazioni, scuole cristiane e altre strutture educative — a svolgere il loro servizio specifico per la crescita umana e cristiana delle persone; ha il compito di coordinare i loro interventi educativi, per assicurare la formazione armonica e integrale delle persone ed evitare disarmonie, equivoci, squilibri e contraddizioni in questo servizio educativo.

Per adempiere questo compito la diocesi deve rilevare le condizioni sociali e spirituali dei fedeli, prendendo in esame, in particolare, i fenomeni che caratterizzano la vita moderna. “La Chiesa locale li può avvertire nelle giuste proporzioni, non per catalogare dei dati statistici, ma per trovare le vie della carità. Da questa sensibilità derivano la scelta e l’adattamento dei programmi della C.” (RdC 146). Una volta rilevata la situazione sociale, culturale ed ecclesiale diocesana, la Chiesa particolare è chiamata a delineare un progetto cat. che offra alle parrocchie, alle associazioni e alle altre strutture educative le linee di fondo in base alle quali svolgere una concorde e articolata azione evangelizzatrice.

3.​​ Le strutture diocesane della pastorale cat.​​ Per promuovere l’evangelizzazione e la C. la Chiesa particolare si avvale di diverse strutture. Essa, di solito, affida il compito della programmazione e del coordinamento cat. ai vari organismi di partecipazione ecclesiale, quali i Consigli Presbiterale e Pastorale diocesani, e a un centro apposito: l’Ufficio Cat. A quest’ultimo nell’attuazione del programma cat. si affiancano spesso altre istituzioni diocesane, quali l’Istituto Teologico e i vari Centri pastorali. L’attività cat. raggiunge il suo scopo quanto più è sorretta dalla solidarietà con il vescovo e dall’attività degli organi diocesani, purché questi ultimi siano in grado di offrire un servizio autorevole e qualificato.

Bibliografia

Evangelizzazione e comunità,​​ Roma, AVE, 1978, 143-164; G. Medica,​​ Chiesa locale, comunità catechistica formatrice di catechisti,​​ nel vol.​​ Dal documento di base ai nuovi catechismi alla catechesi viva,​​ Leumann-Torino, LDC, 1973, 315-354; L. Sartori,​​ Introduzione generale,​​ in V. Bo et al. (ed.),​​ Dizionario di pastorale della comunità cristiana,​​ Assisi, Cittadella, 1980.

Lucio Soravito

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