DIRETTORIO CATECHISTICO GENERALE
DIRETTORIO CATECHISTICO GENERALE
Il DCG fu pubblicato dalla S. Congr. per il Clero (= SCC) l’11 aprile 1971. Si tratta di un testo ufficiale, alla cui origine sta una precisa raccomandazione del Concilio Vaticano II: “Si rediga ... un direttorio catechistico per la formazione del popolo cristiano...” (CD 44).
1. Genesi. La SCC, dopo aver interpellato in merito le Conferenze Episcopali mediante un questionario e averne diligentemente raccolto i pareri, incaricò nel 1968 una speciale Commissione di esperti, che ne curasse la redazione. Nei primi mesi del 1969 fu portato a termine dalla Commissione un primo abbozzo di Direttorio, che fu subito sottoposto all’esame di tutte le Conferenze Episcopali. Tenendo conto delle osservazioni ricevute, la Commissione degli esperti, nell’autunno del 1969, poté procedere alla redazione del testo definitivo. Questo però fu sottoposto ulteriormente a una speciale Commissione di teologi, che apportò varie correzioni al testo e vi aggiunse come appendice 1’”Addendum”. Il testo così corretto fu infine sottoposto all’esame e all’approvazione definitiva della S. Congregazione per la Dottrina della Fede. Alla redazione di questo documento, molto importante per la C., contribuirono dunque catecheti e teologi, con prevalenza dei secondi per quanto riguarda l’ultima redazione. Non deve meravigliare perciò se il testo definitivo presenta qualche discontinuità di impostazione e di stile, dovuta principalmente alle aggiunte e correzioni apportate nelle successive redazioni.
In appendice al DCG fu collocato un “Addendum” sulla “Iniziazione ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia”, il cui contenuto va considerato come qualcosa di distinto dal DCG, anche se la sua approvazione da parte della S. Sede avvenne contemporaneamente a quella del Direttorio.
2. Natura, valore e finalità. Il DCG non è un “catechismo universale”. L’idea di scrivere un “catechismo unico” per tutta la Chiesa fu scartata fin dall’inizio dei lavori della prima commissione. Il DCG è invece un complesso di principi e di norme, di natura teologica e metodologico-pastorale, ispirati al Concilio Vaticano II, con la funzione di orientare e coordinare, a livello di Chiesa universale, l’azione pastorale nel campo della C. Per quanto riguarda il valore normativo di tale documento, nella presentazione ufficiale di esso, fatta dalla SCC, si afferma chiaramente che non tutte le sue parti “hanno una uguale portata. Le parti che trattano della divina rivelazione, della natura della C., dei criteri di annuncio del messaggio cristiano e dei suoi più importanti contenuti, hanno valore per tutti”. Le altre parti invece, “siccome vengono in gran parte desunte dalle scienze umane... sono da accogliere piuttosto come indicazioni e suggerimenti” (p. 6 ed. ital.).
Destinatari principali del DCG sono i vescovi, le Conferenze Episcopali e quanti, sotto la loro guida, hanno responsabilità nel settore della C. Esso dovrebbe servire come quadro generale per la redazione dei → Direttori Catechistici particolari e dei → Catechismi.
3. Contenuti principali. Il DCG si divide in sei parti: I. Si mette in luce l’attualità del problema attraverso un’analisi della situazione del mondo contemporaneo e della Chiesa. II. Si cerca di spiegare la natura e le funzioni della C., situandola all’interno del ministero della Parola e formulandone la legge fondamentale: fedeltà a Dio e fedeltà all’uomo. III. Si stabiliscono i criteri che devono presiedere al reperimento e alla presentazione dei contenuti del messaggio cristiano nella C., definendone contemporaneamente gli elementi essenziali. IV. Si elencano senza pretese di completezza alcuni principi metodologici che devono presiedere alla C. V. Si descrivono i destinatari della C. secondo il criterio dell’età: fanciulli, preadolescenti, adolescenti, giovani e adulti. VI. Sotto il titolo di “La pastorale del ministero della Parola” si offrono orientamenti generali per la progettazione e l’organizzazione della pastorale catechistica.
4. Valutazione. Il DCG rappresenta un momento importante nella realizzazione delle istanze pastorali di rinnovamento, emerse nel Concilio Vaticano II, e viene incontro alle esigenze più vive della C. contemporanea, costituendo un tentativo coraggioso ed equilibrato di affrontare apertamente i problemi scottanti che la cultura pone oggi alla fede. Le parti più valide sembrano essere quelle che riguardano sia la natura e le funzioni della C. (nn. 17-35) che i criteri dei suoi contenuti (nn. 36-46). L’aver messo l’accento sulla dimensione evangelizzatrice di ogni C. (n. 18); il considerare la C. degli adulti come la forma principale della C. (n. 20); l’aver accettato l’istanza antropologica, propria della C. contemporanea (nn. 21, 34, 37, 38, 42, 46), e l’aver messo in luce la dimensione educativa di ogni autentica C. (n. 30), ecc., sono da considerarsi tra le intuizioni più significative del DCG.
Bibliografia
5. Congregatio pro Clericis, Directorium Catechisticum Generale, Città del Vaticano, Libr. Ed. Vaticana, 1971 (anche in AAS 64 [1972] 97-176). Trad, ital.: Direttorio Catechistico Generale; Leumann-Torino, LDC, 1971; Directoire Catéchétique General. Traduction française et commentaire du Directorium Catechisticum Generale, Paris, Association Episcopale Catéchétique, 1971; S. Goretti, Para una interpretación del Directorio, in “Catcquesis Latino-americana” 5 (1973) 18, 29-44; B. Marthaler, Catechetics in Context. Notes and Commentary on the General Catechetical Directory, Huntington, Our Sunday Visitor, 1972; J.-J. Rodrìguez-Medina, El Directorio catequístico General, in “Sinite» 12 (1971) 387-396.
Giuseppe Groppo