CREAZIONE
1. La fede in Dio creatore appartiene alla sostanza fondamentale del credo cristiano. Le radici bibliche assolutamente chiare, la costante riflessione teologica, avvalorata dal → Magistero della Chiesa (recentemente il Vaticano I e II), la sua incalcolabile rilevanza per la comprensione dell’uomo, del mondo e della storia, hanno fatto sì cbe la CR sia argomento presente nella C. di ogni tempo (DCG 51; EN 26), tanto come contenuto specifico cbe come prospettiva-chiave per comprendere il rapporto Dio-uomo, materialespirituale, natura-grazia, uomo-mondo... Rimane vero che le diverse condizioni culturali hanno influito sulle espressioni cat., soprattutto a proposito dell’interpretazione dei dati biblici, e in rapporto con le scienze che studiano le origini dell’uomo e del mondo (v. 3). Per questo è indispensabile che la C. della CR da una parte tenga conto della fede genuina della Chiesa colta alle fonti, e dall’altra ne proponga una comprensione vitale mediante il confronto con altre concezioni di CR presenti nelle grandi religioni, nei sistemi di pensiero più significativi, e anche nella prassi attuale di vita (uso delle cose, senso della esistenza e della storia, del lavoro, del progresso, della tecnica...).
2. Nella Bibbia il tema della CR solca tutti e due i Testamenti (Gn 1-2; Sai 8; 19; 104; Is 40,26ss; 42,5...; Sap 13,1-9; Rm 1,20; 8,19-22; Eb 1,2; Gv l,3ss...), con una sua specificità del tutto originale rispetto alle cosmogonie di ambiente. In particolare, la riflessione teologica ha posto in risalto: l’assolutezza, la spiritualità e la potenza di Dio contro ogni cattura mitologica (“Disse e fu fatto”); la creaturalità radicale e la costante dipendenza dell’uomo e del mondo dalle mani di Dio (Sai 8,7); la positività intrinseca e permanente della CR, anzitutto nel senso che un Principio divino positivo personale vi presiede; nel senso poi che viene riconosciuto il valore autonomo (secolare) della realtà nella sua composizione di materia e spirito.
Particolarmente esplicita è la centralità dell’uomo-donna, come “immagine di Dio” (Gn 1,28); e infine, tratto decisivo, si ricava che il tema della CR va inquadrato in quello della → storia della salvezza, e precisamente compreso alla luce sia dell’esperienza storica dell’esodo (v. II Isaia e l’origine della tradizione Jahvista e Presbiterale in Gn 2 e 1: G. von Rad), sia dell’esperienza di Cristo (Eb 1,2; Col 1,13-17; Gv 1,3-17). In questo modo l’ordine della CR, come rivelazione generale, viene a saldarsi con quello della redenzione, come rivelazione speciale; viene in primo piano il mistero di Cristo, per il quale e in vista del quale la CR è iniziata e si va compiendo (1 Cor 8,6) nell’escatologia del nuovo cielo e della nuova terra (Ap 21,1); e così la ferita del peccato che fin dagli inizi (→ peccato originale) ha provocato nell’uomo un’ombra permanente di sospetto su Dio creatore e di malessere dentro di sé in quanto incapace di godere della CR come dono di vita, viene superata, fin da oggi, nella speranza. Concretamente ciò infonde il coraggio di pensare e volere la CR esistente secondo il progetto generoso di Dio: un mondo di tutti e per tutti come segno dell’amore senza limiti di Dio e profezia anticipata della vita eterna offertaci da Gesù Cristo.
3. Una corretta C. della CR si inserisce di necessità nel cammino di fede che la C. intende realizzare. Assume il ruolo di verità ed esperienza gerarchicamente primaria, e quindi può e deve essere presente nella C. di tutte le età, pur assumendo diversi livelli di approfondimento critico. In linea generale si supererà una concezione troppo statica, oggettivistica e archeologica di C. (un evento puntuale nel passato primordiale).
Un primo aspetto assolutamente indispensabile sta nella genuina comprensione dei testi biblici di CR: genere letterario di Gn 1 e 2; distinta origine e contenuto dei due racconti; altre testimonianze bibliche sulla CR; collegamento storico-salvifico con l’esodo e con il successivo compimento in Gesù Cristo, per cui il racconto dell’arché o inizio si pone come potente e dinamica profezia di tutta la storia.
Un secondo aspetto da considerare riguarda le ricchezze del messaggio di CR: è rivelazione della creaturalità dell’uomo e del mondo quale relazione fondamentale e permanente con Dio; fa parte costitutiva della → storia della salvezza, per cui “la CR è base esterna dell’ → alleanza, mentre questa fa da base interiore della CR” (K. Barth); è fonte di compito etico in quanto ogni uomo assume la responsabilità di realizzare il comando del Creatore di essere e vivere come immagine di Dio (Gn 1,26-28), nella molteplice relazione con il cosmo da rispettare e sviluppare (ecologia), con gli altri uomini, in particolare nel rapporto uomo-donna, con cui vivere in comunione, con Dio medesimo, da ringraziare e glorificare (v. il sabato in Gn 2,1-4; la preghiera delle offerte nella Messa).
Infine, terzo aspetto da considerare, avendo presente la dolorosa esperienza di conflitto, a partire dall’epoca moderna (il caso Galileo), sul problema delle origini (del cosmo, della vita, dell’uomo) si dovrà affrontare, specialmente nell’ → IR nella scuola il rapporto fra dati della → fede e delle scienze in termini non concordistici, ma nemmeno di contraddizione reale, ricordando la prospettiva strettamente religiosa storico-salvifica, e non per sé scientifica del messaggio cristiano (cf DV 11).
Da un punto di vista pedagogico-didattico, oltre alle cose fin qui dette, urge la riconsiderazione del senso di CR mediante l’invenzione di nuove categorie concettuali e linguistiche (esistenziali e sociali insieme) e la riconsiderazione dei segni elementari di CR incarnati nelle esperienze fondamentali della vita (→ esperienza religiosa).
Mai forse come nel nostro tempo, nel gioco tormentoso di definire i rapporti fra trascendenza e immanenza, fra senso religioso e secolare del mondo, fra autonomia e responsabilità, fra ordine naturale e intervento di trasformazione, la verità della CR deve potersi esprimere nella sua qualità di dono universale (benedizione) e come messaggio di riconciliazione fra carne e spirito, fra temporalità ed eternità, fra possibilità non predeterminata di sviluppo e realistica percezione dei propri limiti di creature e degli errori come peccatori.
Bibliografia
G. Colombo, Creazione, in Dizionario di Teologia, Roma, Ed. Paoline, 1982; M. Flick – J. Alszeghy, Fondamenti di una antropologia teologica, Firenze, LEF, 1970; G. Gozzelino, Vocazione e destino dell’uomo in Cristo, Leumann-Torino, LDC, 1985; G. von Rad, Genesi (1-12), Brescia, Paideia, 1969; G. Stachel, Das “Bekenntnis des Schöpfers” (Gen 1,1 - 2,4a), in “Katechetische Blätter» 103 (1978) 345358.
Cesare Bissoli