CATECHISTA

Il Cat. è l’operatore pastorale che, possedendo una maturità umana e cristiana di base e una certa competenza pastorale, in nome della comunità ecclesiale a cui appartiene e su “mandato” del vescovo o di un delegato, promuove e guida un itinerario organico e progressivo di formazione cristiana, per un determinato gruppo di destinatari. A volte nei documenti magisteriali si estende il termine Cat. a tutti i credenti, per indicare che tutti, in forza del battesimo e della confermazione, sono investiti della missione profetica, sono tenuti ad annunciare e a testimoniare il Vangelo e a favorire la crescita della vita di fede nelle persone che li circondano (cf RdC 183). Altre volte il termine Cat. è utilizzato per indicare anche gli insegnanti di religione nelle scuole. Nel linguaggio comune, invece, c’è la tendenza a restringere l’uso di questo termine ai soli operatori laici o, addirittura, ai soli educatori cristiani dei fanciulli e dei ragazzi.

l)​​ Le diverse figure di Cat.​​ L’identità del Cat. nella realtà ecclesiale, nonostante la delimitazione offerta dalla descrizione iniziale, si presenta estremamente diversificata, secondo lo stato di vita e della situazione storicoculturale di chi esercita questa funzione e secondo i destinatari cui esso si rivolge.

a)​​ I Cat. nei diversi “stati di vita”. Sono Cat. in senso pieno i​​ vescovi,​​ in quanto è affidata loro la missione di annunciare autorevolmente e autenticamente la Parola di Dio. Essi hanno anche il compito di riconoscere, alimentare e garantire il senso della fede nel popolo cristiano e di discernere, con l’aiuto dei credenti, quello che è voce di Dio da quello che è voce dell’uomo.

Al compito profetico dei vescovi partecipano anche i →​​ sacerdoti,​​ definiti dal Concilio Vaticano II “educatori nella fede” (PO 6). Essi, in qualità di animatori della vita ecclesiale, hanno il compito di “riconoscere e alimentare la vocazione di ciascun cristiano, come pure di assegnare compiti specifici nel servizio della parola” (RdC 197).

Ai sacerdoti si affiancano nel servizio profetico i membri delle​​ famiglie religiose,​​ sia maschili che femminili, spesso sorte per svolgere la C., in ogni caso chiamate a porsi al servizio del Vangelo (cf CT 65).

Accanto ai sacerdoti e ai religiosi ci sono sempre stati e oggi sono particolarmente aumentati i​​ laici​​ impegnati nella C. sistematica. Il loro impegno ha dato vita a un vero e proprio “movimento”, riconosciuto come uno dei frutti più significativi del Concilio Vaticano II. Il moltiplicarsi dei Cat. laici, infatti, è frutto di una maggiore coscienza ecclesiale e di un’azione pastorale che ha messo in risalto il ruolo primario della Parola di Dio nella vita della Chiesa.

b)​​ I Cat. nelle diverse situazioni storico-culturali.​​ I Cat. si diversificano anche secondo le situazioni storiche e ambientali in cui si trovano ad operare. Nelle comunità cristiane primitive il Cat. è soprattutto il​​ maestro,​​ esperto nella Scrittura, in grado di rileggere e di interpretare la vita quotidiana alla luce della vicenda di Gesù e dell’evento pasquale. Durante il → catecumenato antico egli è il cristiano adulto incaricato di accompagnare un gruppo di catecumeni nella preparazione remota ai sacramenti dell’iniziazione cristiana mediante le “istruzioni”, l’iniziazione alle celebrazioni liturgiche e l’esercizio della carità. Dopo il Concilio di Trento il Cat. diventa soprattutto il​​ maestro di dottrina,​​ che ha il compito di imprimere nella memoria degli “alunni” le verità rivelate, di spiegare le formule cat., di difendere la verità dall’errore. In questi ultimi decenni, di fronte al processo di scristianizzazione, le comunità cristiane sentono l’esigenza di formare dei Cat.​​ evangelizzatori,​​ capaci di rifondare la fede nei credenti e di accenderla nei non credenti, e dei catechisti​​ costruttori di comunità,​​ in grado di educare cristiani capaci di comunione e di partecipazione.

Nei paesi del Terzo Mondo il Cat. tende ad assumere contorni nuovi, secondo i problemi che egli deve affrontare. Ad esempio, in alcune Chiese dell’America Latina i Cat. si caratterizzano come “alfabetizzatoti” che insegnano a interpretare la storia in una prospettiva religiosa, oppure come​​ “coscientizzatori” che fanno prendere coscienza, alla luce del Vangelo, delle situazioni di schiavitù e aiutano a liberarsene. Nelle Chiese dell’Africa e dell’Asia il Cat. tende ad assumere le funzioni​​ dell' animatore di comunità,​​ con il compito di predicare il Vangelo, di presiedere le funzioni liturgiche, di animare le piccole comunità, di insegnare a svolgere lavori necessari per la sopravvivenza.

c)​​ 1 Cat. con diversi gruppi di destinatari.​​ I Cat. si diversificano anche secondo l’età e la condizione dei destinatari loro affidati. I​​ Cat. dei fanciulli​​ hanno il compito di portare i loro destinatari al primo incontro con Cristo, mediante l’annuncio del Vangelo e l’iniziazione eucaristica e penitenziale, di educarli alla vita ecclesiale e di favorire la crescita della coscienza cristiana. I​​ Cat. dei ragazzi​​ hanno il compito di aiutare i loro destinatari a delineare progressivamente il progetto di vita nel confronto con la persona di Cristo, di maturare una capacità critica ispirata al messaggio cristiano, di animare la vita di gruppo. I​​ Cat. dei giovani e degli adulti​​ sono chiamati a promuovere un cammino di fede che aiuti i loro destinatari a “incarnare” la fede nella vita e ad assumere un ruolo attivo e responsabile nella realtà ecclesiale e sociale.

Possono essere annoverati tra i Cat. anche gli animatori delle associazioni, dei movimenti e dei gruppi ecclesiali che hanno come fine prioritario la formazione cristiana dei loro membri: animatori di gruppi del Vangelo, di gruppi-sposi, di comunità neocatecumenali e carismatiche, di associazioni cristiane che condividono la spiritualità di comunità religiose, ecc.

Infine i Cat. si distinguono per il “ruolo” che hanno nella comunità. Ci sono i​​ Cat. di base,​​ chiamati a promuovere il cammino di fede con un determinato gruppo di destinatari; ci sono gli​​ animatori​​ dei Cat., che promuovono la formazione dei primi; e ci sono i​​ formatori​​ dei Cat. che hanno il compito di favorire la formazione teologica, pedagogica e didattica degli uni e degli altri, mediante le scuole e i corsi parrocchiali, zonali e diocesani.

2.​​ Le funzioni del Cat.​​ Al di là dei tratti che diversificano la figura del Cat., è possibile cogliere alcune funzioni comuni, e quindi delinearne l’identità.

a)​​ Il Cat. è “portavoce” della comunità ecclesiale.​​ Il compito di evangelizzare è affidato a tutta la comunità cristiana e a ciascun battezzato. Ma l’esercizio di questo “servizio profetico” nella C. sistematica della comunità ecclesiale è regolato dal vescovo. È al capo della comunità che spetta il compito di riconoscere il dono della profezia, di promuoverlo e di farlo esercitare entro un certo ambito. Dal momento che il Cat. parla a nome della Chiesa, non può ritenersi padrone assoluto della sua azione evangelizzatrice, né può svolgerla secondo criteri e prospettive individualistiche, ma deve esercitarla in comunione con la Chiesa e con i suoi Pastori.

b)​​ Il Cat. è un “profeta”. Il suo servizio specifico è quello di portare la “bella notizia” di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Egli è chiamato a rendere esplicita tutta la ricchezza del mistero di Cristo e a far percepire, per quanto è possibile, la realtà di Dio. Egli adempie questa missione illustrando gli eventi salvifici della storia narrata dalla Bibbia e presentando l’esperienza ecclesiale con tutte le sue espressioni. Egli inoltre è chiamato a interpretare la storia alla luce della fede, per farvi scoprire i “segni di Dio”. Infine egli ha il compito di educare i destinatari a interpretare i “segni” biblici, post-biblici ed esperienziali, attraverso i quali Dio si rivela. In questo senso il Cat. è un “insegnante”, che introduce le persone nella comprensione dei segni attraverso i quali Dio si manifesta.

c)​​ Il Cat. è un “educatore”. Egli ha il compito di promuovere la conversione e la crescita della vita spirituale dei destinatari, aiutandoli a camminare al seguito di Gesù Cristo, fino a incarnare il suo stile di vita. Gli atteggiamenti di fede, di speranza e di carità, la vita di preghiera, l’impegno per la giustizia e la pace, il servizio degli altri, la vita comunitaria, crescono e maturano solo mediante l’esperienza. Perciò il Cat. è chiamato a creare le condizioni che permettono ai destinatari di​​ vivere​​ il progetto cristiano, promuovendo esperienze di vita ecclesiale, di preghiera e di impegno caritativo.

d)​​ Il Cat. è un “testimone”. Egli, oltre a comunicare il messaggio cristiano con la parola, è chiamato a esserne segno con la vita. La testimonianza cristiana è diventata più che mai una condizione essenziale per l’efficacia dell’evangelizzazione (EN 76). Il Cat. dà la sua testimonianza di fede adempiendo al servizio profetico con coerenza, con disponibilità e con coraggio: il coraggio di accettare la sfida che l’uomo d’oggi pone alla Chiesa, il coraggio di lasciarsi coinvolgere in tutti i problemi della vita umana, il coraggio di donarsi con gioia e gratuità.

Bibliografia

El catequista y​​ su​​ formación,​​ in “Teología y Catcquesis”​​ 1 (1982) 301-442;​​ Catechisti degli anni '80,​​ in «Catechesi» 50 (1981) 3, 3-73;​​ Formare i catechisti in Italia negli anni '80,​​ Leumann-Torino, LDC, 1982; Gruppo Italiano Catecheti,​​ La formazione dei catechisti,​​ Bologna, EDB, 1980 (bibl. 243-270); S. Riva,​​ Una nuova tipologia del catechista per la catechesi del nostro tempo,​​ Leumann-Torino, LDC, 1977; L. Sgravilo – C. Bissoli,​​ I catechisti in Italia. Identità e formazione,​​ ivi, 1983; A. Wyler,​​ Il catechista “educatore”,​​ Bologna, EDB, 1980.

→ Ministero del catechista; → Spiritualità del catechista.

Lucio Soravito

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