CATECHISMO ROMANO

1.​​ Storia.​​ Durante la celebrazione del Concilio di Trento la Commissione dell’Indice censurò diversi catechismi; il delegato imperiale di Ferdinando I temeva che si censurasse anche il → Canisio. Si pensò allora di elaborare un catechismo libero da ogni sospetto e da posteriore censura. La la​​ Commissione creata a tale scopo affidò il Credo agli Spagnoli e la preghiera ai Francesi e ai Lovaniensi. Una 2a​​ Commissione (alla quale partecipò Muzio Calini) cercò di terminare il Catechismo prima della chiusura del Concilio; lavorò su scritti della la​​ Commissione, e G. Paleotti diede loro unità. Terminato il Concilio, Pio IV creò una 3a​​ Commissione, che lavorò a Roma (Muzio Calini, Leonardo Marini, Egidio Foscarari, Francisco Foreiro, Giulio Pogiani) animata da Carlo Borromeo. Questa Commissione elaborò il testo fino al gennaio 1565. Finalmente Pio V (7 gennaio 1566) nominò una 4a​​ Commissione (Sirleto, Marini, Manrique, Locatelli, Vittori) per revisionare il lavoro della 3a​​ Commissione e pubblicarlo. Nel 1566 uscì a Roma la prima edizione in folio del​​ CATECHISMUS Ex Decreto Concila Tridentini AD PAROCHOS, PII QUINTI PONT. MAX. IUSSU EDITUS​​ (Paolo Manuzio). (Altre diciture abituali:​​ Catechismo tridentino, Catechismus ad parochos, Catechismo romano, Catechismo di Pio V,​​ riflettono alcuni aspetti del titolo originale o del luogo di pubblicazione).

2.​​ Edizioni.​​ Sono numerosissime. Le edizioni di Manuzio uscirono con il testo continuato, senza divisioni, nonostante i desideri di Pio V. La divisione usuale in parti e capitoli si ritrova nelle edizioni di Rovillo (Lugduni, 1576), mentre la divisione in sezioni, anche di Rovillo, non sembra sia stata richiesta da Pio V. Non esiste un’edizione tipica e nemmeno un’edizione critica. Le edizioni posteriori introdussero corruzioni nel testo, e aggiunsero note marginali e appendici. Esistono traduzioni in tutte le lingue, alcune (italiana, francese, tedesca, polacca) già del 1566 e anni immediatamente successivi; altre, come quella spagnola, due secoli più tardi.

3.​​ Autorità.​​ È l’unico catechismo che sia frutto di un Concilio ecumenico, con autorità papale e con carattere ufficiale per tutta la Chiesa: è veramente un’eccezione tra i catechismi. Inoltre è stato raccomandato da numerosi Sinodi e Concili locali. Fu pubblicato con l’idea di controbilanciare l’influsso dei catechismi protestanti e di contribuire all’educazione della fede nel popolo cristiano. La caratteristica principale di questo Catechismo è l’assenza di qualsiasi discussione di scuole teologiche. Riflette il pensiero della Chiesa, basato sulla Scrittura, sulla patristica e sul pensiero di Trento, facendo proprie le linee della migliore tradizione teologica. È privo di carattere polemico.

4.​​ Destinatari.​​ Non si tratta di un Catechismo per il popolo (anche se a Trento si parlò di questo). È uno strumento che affianca la formazione teologica dei parroci nella istruzione che devono fare al popolo. È privo però di caratteristiche pedagogiche che ne facilitino l’uso da parte dei parroci nella predicazione o nella C. Una delle appendici maggiormente ripetute è quella che distribuisce la materia del C. in vista della predicazione. Il clima polemico richiedeva però altri strumenti. Quindi l’influsso sul popolo cristiano è stato piuttosto indiretto. Altri catechismi più popolari e più polemici hanno avuto un influsso più diretto.

5.​​ Struttura.​​ Il prologo indica la struttura cristologica dell’opera: l’uomo non può procurarsi da solo la salvezza. Essa viene da Cristo e viene data a chiunque lo segue ascoltandolo nella Chiesa. La materia è divisa in 4 parti: credo, sacramenti, comandamenti, preghiera. Ogni parte è isolata dalle altre. Anche se il prologo assicura che si tratta di una divisione tradizionale, in realtà la successione delle parti è diversa. Seguendo la struttura trinitaria del Credo, il Catechismo ne spiega articolo dopo articolo e parola per parola. I​​ Sacramenti​​ sono trattati singolarmente con una breve introduzione generale. I​​ Comandamenti,​​ nell’ordine abituale, non comprendono i precetti della Chiesa. Infine la​​ Preghiera​​ in generale ha un’ampia trattazione che precede la spiegazione di ogni domanda del Padre nostro.

Il Catechismo è espositivo. Viene accentuato l’aspetto della fede come “professio”, più che l’atteggiamento personale. La Chiesa viene maggiormente messa in rilievo a causa della polemica (antiprotestante). Così pure i suoi aspetti visibili (gerarchici) e cultuali (sacramenti).

6.​​ Fonti.​​ La questione delle fonti non è ancora risolta. Diversi autori hanno segnalato fonti che hanno influenzato la redazione, ma le hanno documentate solo parzialmente. Paradossalmente appare con maggior chiarezza l’influsso del controverso catechismo di Bartolomeo Carranza. È anche chiaro l’influsso di san Tommaso, per il fatto che i principali redattori erano domenicani; è pure possibile un influsso di Domenico Soto. Il problema è complicato per il fatto che nelle successive redazioni le fonti si sovrappongono. Sono chiaramente presenti una marcata dimensione biblica, non usuale nei catechismi antecedenti, un’ampia dimensione patristica, e la realtà della propria tradizione ecclesiale. Queste sono le fonti sicure che ispirano l’opera.

Bibliografia

H. Bellinger,​​ Bibliographie des Catechismus Romanus ex decreto Concilii Tridentini ad Parochos 1566-1978,​​ Baden-Baden, V. Koerner, 1983;​​ Convegno pastorale sul Catechismo tridentino.​​ Mondovl 25-27 maggio 1966, in “Rivista diocesana monregalese” 3 (1966); L. Csonka,​​ Storia della catechesi,​​ in P. Braido (ed.),​​ Educare,​​ vol. III,​​ Zürich,​​ PAS-Verlag, 19643, 109, 124, 235; J. C.​​ Dhôtel,​​ Les​​ origines​​ du catéchisme moderne,​​ Paris, Aubier, 1961; A.​​ Garcia Suárez,​​ ¿El Catecismo​​ de Bartolomé de Carenza, fuente​​ principal​​ del “Catecismo​​ Romano” de San Pio V?,​​ in «Scripta Theologica” 2 (1970) 341-423; H. Jedin,​​ Storia del Concilio di Trento,​​ vol. IV, Brescia, Morcelliana, 1981; D. Llorente,​​ Catecismo​​ de Pio V,​​ in “Revista Catequfstica” 15 (1924) 164-171; P.​​ Martín,​​ Catecismo​​ romano​​ (pròlogo),​​ Madrid, BAC, 1956, XXVI-LVII; E. Mangenot,​​ Catéchisme,​​ in​​ Dici, de Théol. Cath.,​​ t. II/2, Paris, 1905, 1895-1968; C. Paschini,​​ Il Catechismo romano del Cane, di Trento.​​ Le sue origini e la sua prima diffusione, Roma, 1923; P. Rodrìcuez – R. Lanzetti,​​ El catecismo​​ romano-, fuentes e​​ historia​​ del​​ texto​​ y de la redacción,​​ Pamplona, Eunsa, 1982; P. Stella,​​ Il sacramento della Confermazione nel Catechismo ad Parochos​​ (1566),​​ in “Ephemerides Liturgicae” 86 (1972) 182-213; J. I. Tellechea,​​ Credo Sanctam Ecclesiam. Cateauesis de Carranza​​ sobre​​ la Iglesia,​​ in “Communio-Commentarii” 6 (1973) 33-75.

Luis​​ Resines

image_pdfimage_print

image_pdfimage_print