AMERICA LATINA
1. La II Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano (ott. 1968) significò un momento molto importante nel rinnovamento della C. nel Continente. Il tema cat. è trattato nel capo VIII delle Conclusioni di Medellin. Il suo contenuto è in stretto rapporto con le conclusioni della VI Settimana Internazionale della C. (ag. 1968), organizzata dalla CLAF (Commissione Latinoamericana per la Fede), che oggi ha il nome di “Departamento de la Catcquesis del CELAM”. Le conclusioni di detta Settimana sono passate quasi integralmente al Documento di Medellín. Sono però state attutite le critiche più dure riguardanti persone e istituzioni ecclesiali.
2. Dopo la cosiddetta C. → kerygmatica (Eichstàtt 1960), il contributo più valido di Medellín consiste nell’aver accentuato l’aspetto antropologico (→ antropologia) della C.: il messaggio evangelico non viene annunciato a un uomo astratto (filosofico), ma all’uomo concreto, nella sua situazione. Non è sufficiente che la C. sia fedele a Dio (al kerygma), è necessario che lo sia anche all’uomo-in-situazione. Si può riassumere il pensiero di Medellín in quattro aspetti: a) l’amore all’uomo latinoamericano appare nell’enfasi data al soggetto della C., specialmente ai giovani e agli adulti e non soltanto ai bambini (Medellín, VIII,1,2,3,17); nell’attenzione posta alla religiosità popolare e tradizionale (M VIII,2,6,11 ); nell’impegno per la formazione di catechisti autoctoni (M VIII,14,17j); nel desiderio di “situare” l’annuncio salvatore, cioè che si catechizzi a partire dalla situazione delle persone (si parla di C. situazionale, M VIII,6,12,17c); nel riconoscimento dell’importanza che hanno i mezzi di comunicazione sociale per la C. (M VIII, 3,12,17h); nel carattere scientifico e nell’attenzione dovuta alle scienze umane nella C. (M VIII,2,12,16,17); b) l’enfasi data all’aspetto comunitario si scopre specialmente nel posto assegnato alle comunità di base nella C. (M VIII,10); nell’importanza riconosciuta alla famiglia come educatrice della fede (M VIII,10) e all’esperienza ecclesiale come luogo della fede (M VIII,6); nell’interesse per l’iniziazione ai segni liturgici (M IX, 7); nell’apprezzamento dell’azione d’insieme e della collaborazione ad ogni livello (M VIII,13,17i); nel riconoscimento di un sano pluralismo nella pastorale (M VIII,8,17e); c) il marchio evangelizzatore kerygmatico della C.: a partire dalla constatazione che l’America Latina è un continente battezzato ma non evangelizzato, i Vescovi parlano di “C. evangelizzatrice”. Ciò appare a Medellín nella preoccupazione di non presupporre la fede nel destinatario (M VIII,3,9); nella proposta di un catecumenato per battezzati (M VIII,9,17f); nel criterio biblico e cristologico per assicurare l’autenticità del messaggio (M VIII,6,15,17k); nella proposta di una nuova ermeneutica degli avvenimenti alla luce della Parola di Dio (M VIII,5,6); nell’accento posto sugli aspetti profetici e interpellanti dell’annuncio (M VIII,3,9); nella preoccupazione del linguaggio cat. per una riespressione del messaggio (M VIII,15); nello sforzo ecumenico e in quello di centrare tutto nell’amore (M VIII,11); d) l’accentuazione storico-liberatrice della fede la troviamo nel sincero interesse per la promozione integrale dell’uomo (M VIII,7,17c); nel carattere storico riconosciuto alla Parola di Dio (M VIII,6); nell’impegno di interpretare la storia come un divenire inseparabile dal Mistero Pasquale di Cristo (M VIII,6); nel desiderio di orientare cristianamente il cambio sociale (M VIII,5,6,17c); nell’intuizione escatologica dell’unità tra il temporale e l’eterno, cioè nel superamento del dualismo (M VIII,4,17b).
3. Medellín ebbe una profonda ripercussione cat. nel Continente. Il CELAM stimolò costantemente il lavoro attraverso incontri internazionali. Possiamo segnalare: a) Il grande sforzo fatto per integrare vita e fede-, la C. si impegnò a non essere soltanto dottrinale, ma ad abbracciare anche il vissuto. Si iniziò un metodo induttivo che, partendo dalla situazione e dall’avvenimento per illuminarli con la Parola di Dio, arriva a una vita nuova che ha Dio al suo interno. La vita viene illuminata dalla fede, e la storia umana scopre in se stessa la presenza di Dio che la fa storia di salvezza affinché “l’uomo raggiunga la sua vera liberazione” (Puebla 979). Ancora oggi però ci sono alcuni che restano chiusi nel fatto puramente esperienziale, asistematico, occasionale, socializzante, senza arrivare al vero equilibrio e all’integrazione tra fede (messaggio) e vita, b) Coloro che usano la Sacra Scrittura imparano a illuminare progressivamente la vita e la realtà, insegnando ai catechizzandi a giudicare le situazioni e gli avvenimenti con una nuova mentalità. Sta sorgendo un nuovo senso critico, di sapore evangelico, sui fatti della storia e della vita. C’è una grande diffusione della Bibbia, c) Ciò fa scoprire anche “una pedagogia positiva che parte dalla persona di Cristo” (Puebla 980). La C. acquista la sua caratteristica cristocentrica e kerygmatica. La liberazione definitiva non è possibile senza Cristo, d) Cresce ogni giorno lo spirito comunitario. La C. non è opera esclusiva di sacerdoti e di religiose, ma diventa compito comune, “in modo tale che la comunità ecclesiale si sta responsabilizzando della C. ad ogni livello: famiglia, parrocchia, comunità di base, comunità educativa scolastica e organizzazioni diocesana e nazionale” (Puebla 983). Per formare tanti agenti pastorali si moltiplicano dappertutto gli istituti per la formazione dei catechisti (Puebla 985).
4. Non tutto però è perfezione e prodigio. Si nota ancora una mentalità dicotomica, che contrappone evangelizzazione e sacramentalizzazione. Si sente dire che si deve evangelizzare e non sacramentalizzare, come se fosse possibile evangelizzare senza arrivare ai sacramenti o si potessero celebrare i sacramenti senza una previa C. Non si è ancora superato completamente il concetto della fede circoscritta a un’adesione intellettuale a determinate verità. Nel campo opposto esiste la tendenza a una C. che pretende di essere autentica omettendo ogni concetto, formula, definizione, sistematizzazione della fede, a vantaggio del vissuto. Si dimentica che ogni C. deve illuminare la situazione esistenziale con la Parola, che include un insegnamento di Dio all’uomo.
5. È importante ricordare anche gli influssi negativi di cui soffre la C. nell’America Latina e che provengono dalle ideologie. Esse offrono una visione parziale dell’uomo, dei rapporti interpersonali, dei beni, del mondo, dello sfruttamento delle sue energie. Le ideologie alle volte contengono dei valori, ma parziali e distorti. Le correnti ideologiche principali sono il liberalismo con il suo derivato, il capitalismo, il marxismo e la dottrina della sicurezza nazionale. Il liberalismo difende la libertà a spese della giustizia; il marxismo difende la giustizia a spese della libertà; la sicurezza nazionale difende l’ordine e la sicurezza a spese della libertà e dei diritti umani.
6. In queste condizioni la Chiesa celebrò la III Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano a Puebla (Messico 1979). Nel suo documento il capitolo della C. va dal n. 977 al n. 1011. Segnaliamo in essi alcuni criteri e alcuni orientamenti pratici. Criteri per la C.: a) Il criterio delle tre fedeltà (P 994-997): a Dio in Cristo, alla Chiesa nei Vescovi, all’Uomo latinoamericano. Si noti che generalmente si era parlato di fedeltà a Dio e all’Uomo. Puebla sentì il bisogno di sottolineare anche la fedeltà alla Chiesa poiché nell’America Latina, per influsso delle ideologie, c’è una forte tendenza a separare la fede cristiana dalla Chiesa. La terza fedeltà è all’Uomo. Puebla la concretizza aggiungendo l’aggettivo “latinoamericano”. Ciò viene a ricordare che la C. deve “situarsi” e rivolgersi all’uomo-in-situazione. b) Il secondo criterio consiste nel considerare la C. come un processo che accompagna lo sviluppo della fede (P 998,1007). La preoccupazione dei catechisti non deve essere principalmente la recezione dei sacramenti o la trasmissione di determinati contenuti dottrinali, ma l’educazione della fede dei catechizzandi. Essa deve sollecitare in loro un processo di crescita nella fede. Si supera così il concetto di C. solo-insegnamento per trasformarla in “educazione della fede”. Questa assomiglia molto alla C. mistagogica dei Padri e al processo catecumenale. Tale opzione significa un progresso nei confronti di Medellin, che aveva centrato la sua attenzione sull’uomo-in-situa-zione. Puebla colloca al centro “la fede dell’uomo-in-situazione”. c) La C. deve essere integrante-, non può essere un’azione di annuncio isolata nella pastorale: “In ogni catechesi completa bisognerà sempre unire in modo inseparabile: la conoscenza della Parola di Dio, la celebrazione della fede nei sacramenti e la confessione della fede nella vita di ogni giorno” (P 999).
Orientamenti pratici di Puebla: a) Traccia il profilo del cristiano che si deve formare superando l’antico modello del “cristiano praticante”. Assegna alla nuova personalità cristiana quattro caratteristiche: lo sviluppo dell’umano nella persona, l’impegno personale con Cristo, la capacità di comunione e partecipazione alla vita e missione della comunità ecclesiale, il servizio ai fratelli, agli uomini, nel compito di trasformare il mondo in regno di Dio (P 1000). b) Per ciò che riguarda il metodo si suggerisce l’idea di un processo che implica diverse tappe di maturazione nella fede (mistagogia): la conversione e la fede in Cristo, la vita comunitaria e fraterna, la vita sacramentale e l’impegno apostolico (P 1007). c) L’educazione morale va concepita in forma positiva ed evangelica come “sequela di Cristo, accentuando la vita secondo le beatitudini” e senza dimenticare la formazione graduale per una positiva etica sessuale e la formazione alla vita politica alla luce della dottrina sociale della Chiesa, d) Per quanto riguarda i mezzi di comunicazione sociale (→ mass media) si fa un’opzione consapevole per i mezzi → audiovisivi di gruppo, perché permettono la comunicazione diretta e la personalizzazione. Si tratta dei “mezzi poveri”, alla portata di qualunque catechista: il disegno, il canto, la drammatizzazione, le danze religiose, i fotolinguaggi (P 1001).
7. Dopo Puebla la riflessione del CELAM si centrò sui seguenti aspetti. Si realizzarono incontri internazionali con il tema: “La formazione dei catechisti di base”. La cosiddetta “Prima Settimana di C. Latinoamericana”, realizzata a Quito (1983), studiò la situazione latinoamericana per situare in essa il compito della comunità ecclesiale (ossia la parrocchia e le sue comunità di base, la famiglia e la scuola). Si mise l’accento sulla Bibbia come elemento vitale per la formazione di una comunità. Questa non si deve chiudere su se stessa ma deve aprirsi alla cultura, e la sua grande opzione è quella dei poveri, allo scopo di arrivare a costruire la civiltà dell’amore. L’aspetto mariano è essenziale per identificare la comunità cattolica tra le invadenti comunità evangeliche e protestanti.
Bibliografia
1. Fonti. CELAM, Medellin. Documenti, Bologna, EDB, 1969; Id., Puebla. La Evangelización en el presente y en el futuro de America Latina, Bogotá 1979; Id., Catcquesis para America Latina, Bogotá 1977; Id., Vision pastoral de America Latina. Libro auxiliar 4, Bogotá 1978; La comunidad catequizadora en el presente y futuro de América Latina. Ponencias y conclusiones de la I. Semana Latinoamericana de catcquesis, Quito 3-10 de octubre, Bogotá, Departamento de Catcquesis CELAM, 1983; Semana Internacional de Catcquesis, Catcquesis y Promoción Humana. Medellin 11-18 de agosto 1968, Salamanca, Sígueme, 1969.
2. Studi. I. Alvarez Gómez et al., Puebla y la catcquesis, in “Cuestiones teológicas Medellín” 6 (1979) 16, 58-76; M. Barello, La Catcquesis de Medellin a Puebla, in «Medellín» 5 (1979) 17-18, 115-129; anche in «Catcquesis Latinoamericana» 11 (1979) 39, 33-50; Comisión de catcquesis del Celam..., La catcquesis en América Latina, in “Catcquesis Latinoamericana” 10 (1978) 37, 247-267; E. García Ahumada, Puebla-, une catéchèse prophétique, in «Lumen Vitae” 34 (1979) 197-214; F. Merlos, Lectura catequética de Puebla, in “Medellín” 5 (1979) 20, 479-507; G. Sáenz de Ugarte, La catcquesis en América Latina de Medellin a Puebla, in “Sinite” 21 (1980) 64, 155-183; B. Spoletini (a cura di), Panoramica della catechesi latinoamericana da Medellín a Puebla, in “Via Verità e Vita” 28 (1979) 72, 70-78.
Mario Borello