Bollettino Salesiano

di don Bruno Ferrero

AL TEMPO DI DON BOSCO
Il Bollettino Salesiano è una creazione originale di Don Bosco che lo ha fondato nell’agosto del 1877. Lui stesso ha preparato il primo numero. E anche quando lo ha affidato ad altri, lo ha sempre seguito personalmente quanto a impostazione e contenuti. Dopo tanti anni, conserva una stupefacente vitalità. Il merito è tutto del suo inventore, che aveva una visione del futuro strabiliante e acuta. Don Bosco fu un comunicatore nato. Di razza, incontenibile. Nella comunicazione modificava se stesso, diventato più moderno delle sue idee, inventava pedagogie. Mostrava d’aver capito bene la civiltà industriale, di cui per principio era nemico. E come tutti i grandi comunicatori, attraeva e faceva paura. Per studiare il rapporto tra Don Bosco e i mass media bisogna partire da qui: l’ecclesiastico apparentemente moderato, e poi il saltimbanco e il prestigiatore, il prete che organizza i giovani facendoli «schiamazzare a piacimento», che fonda scuole e pubblicazioni, organizza spettacoli. E infine il suo capolavoro di comunicazione: la reinvenzione, a misura della città industriale, dell’Oratorio. Che è un sistema integrato di scuola e lavoro, tempo libero e religione: «Una macchina perfetta in cui ogni canale di comunicazione, dal gioco alla musica, al teatro alla stampa, è gestito in proprio su basi minime, e riutilizzato e discusso quando la comunicazione arriva da fuori» (Umberto Eco). La parola bollettino, secondo il dizionario, significa «pubblicazione ufficiale di comunicazioni a carattere pubblico». Aveva un’origine nobile. Deriva da “bolla” Impronta del sigillo con cui si contrassegnavano le pubbliche scritture e i documenti solenni. Le bolle papali, per intenderci. Ed è usato ancora oggi per fini molto pratici: Bollettino medico, Bollettino di guerra. Si addice ad uno stile pratico, senza fronzoli, manageriale. Per questo piacque a Don Bosco.

SEMPLICITÀ
Don Bosco comunicatore non si ferma mai. Non teorizza, non ha un piano che non sia l’ansia evangelizzatrice e l’istinto comunicatore combinati insieme. Forse una sola regola seguì Don Bosco nel muoversi dai mezzi di sussistenza ai mezzi di comunicazione: «Abbandonare la lingua e l’orditura dei classici, parlare in volgare dove si può, od anche in lingua italiana, ma popolarmente, popolarmente, popolarmente». E da quella regola vennero giornali e libri «da mettere nelle mani del basso popolo». I «cartelli» intitolati «Ricordi pei cattolici». Il «librettino» col titolo «Avvisi ai cattolici». Fino alle «Letture Cattoliche» che nascono nel 1853 ed hanno lo scopo di produrre «libri pel popolo», in «stile semplice, dicitura popolare». E anche gli avversali gli riconosceranno il «gran dono», di «farvi capire e farvi leggere dal popolo».

COLLEGAMENTO
Il primo numero “ufficiale” del Bollettino si apre con una lettera di Don Bosco: «Ai Cooperatori Salesiani. Nel nostro Regolamento, o Benemeriti Cooperatori, è prescritto un Bollettino mensile che a suo tempo sarebbesi pubblicato per darvi ragguaglio delle cose fatte o da farsi onde ottenere il fine che ci siamo proposto. Secondiamo ora il comune desiderio, affinché ognuno possa prestare l’opera sua con unità di spirito e rivolgere unanimi le nostre sollecitudini ad un punto solo: La gloria di Dio, il bene della Civile Società». Don Bosco vuole che i suoi amici si sentano ancora della famiglia, sentano ancora l’aria di casa, anche se adesso sono lontani.

DESTINATARI
Don Bosco non ha mai escluso nessuno. Per questo il Bollettino è indirizzato a tutti gli amici di Don Bosco e a quelli che conoscendolo potrebbero diventarlo. Si può pensare ad una serie di cerchi concentrici che si allargano dai più vicini ai più lontani, con il più efficace dei mezzi di diffusione: il «passa parola». Dovunque Don Bosco fa conoscere le iniziative dei salesiani ed ottiene sussidi. Invia il BS a più gente possibile e, dove c’è speranza di una maggiore adesione, aggiunge il diploma di cooperatore salesiano. Il BS inviato gratuitamente, penetra sia nelle case di ricchi che in quelle dei poveri. I ricchi mandano offerte consistenti che permettono di inviare il BS anche ai poveri e di portare la tiratura a quote rispettabili.

VISIBILITÀ
«Siamo in tempi in cui bisogna operare. Il mondo è diventato materiale, perciò bisogna lavorare e far conoscere il bene che si fa. Se uno fa anche miracoli pregando giorno e notte stando nella sua cella, il mondo non ci bada e non ci crede più. Il mondo ha bisogno di vedere e di toccare. Il mondo attuale vuole vedere il clero lavorare, istruire ed educare la gioventù povera e abbandonata con opere caritatevoli. E questo è l’unico mezzo per salvare la gioventù» (Memorie Biografiche XIII, 126-127). Si può dire che il Bollettino Salesiano determinò la scoperta mondiale di Don Bosco, uomo straordinario.

INFORMAZIONE
Nel primo abbozzo del regolamento dei Cooperatori «Ogni mese con un Bollettino o foglietto a stampa, si darà ai soci un ragguaglio delle cose proposte, fatte o che si propongono a farsi» (Memorie Biografiche XI, 538). Secondo l’intuizione di Don Bosco il Bollettino salesiano non è una semplice cronaca di avvenimenti, ma divulga lo spirito della Congregazione, attraverso la narrazione di fatti e di opere, più che attraverso una diffusione di idee speculativamente dimostrate. Esso offre una lettura della realtà contemporanea dal punto di vista salesiano ed accoglie le provocazioni del mondo giovanile ed ecclesiale in vista di un progetto educativo e pastorale più globale. «II Bollettino Salesiano aveva per suo obiettivo di mantenere fra i membri della pia unione la maggiore possibile identità di pensiero e armonia di azione per il raggiungimento del fine comune» (Memorie Biografiche XIII, 603). «è bene che giungiamo a scorgere nel BS una specie di «house organ» (Ricceri, ACS n.287, 1977). «La impostazione che Don Bosco volle darvi risponde alla preoccupazione di unire i salesiani attraverso l’informazione sulle opere e attività che la congregazione svolge nel mondo. Successi e insuccessi, iniziative e bisogni, il BS, nel pensiero di Don Bosco, porta a nostra conoscenza tutta la vita della congregazione nel suo alternarsi di gioie e dolori, di trionfi e di prove. Si comprende allora come la lettura del BS serva per favorire la carità fraterna dei salesiani e ci si rende conto quale vincolo di unità si elimina in congregazione quando il BS non si legga oppure venga ridotto a un periodico di interesse puramente locale» (Ricceri, ACS n. 258, 1969).

MISSIONE
Il 17 settembre del 1885, al suo Consiglio della Congregazione, Don Bosco parlò del Bollettino Salesiano come di ‘potentissimo mezzo per i miei scopi’. Nel terzo Capitolo Generale della Congregazione, svoltosi nell’anno 1883, Don Bosco aveva già affermato: «A noi, non importa il ricevere cento lire di più o di meno, ma conseguire la gloria di Dio. Per questo, se i Governi non ci metteranno incaglio, il Bollettino Salesiano diverrà una potenza, non già per se stesso, ma per le persone che riunirà». Don Viganò ai direttori dei Bollettini: «Il BS è rivista di un carisma, non semplice cronaca di fatti superficiali; informa, comunica, fa percepire la vitalità del movimento salesiano, dalla considerazione dei problemi della realtà, per collaborare con intelligente tempestività a una nuova evangelizzazione». Le “regole” dei Salesiani affermano: «Il Bollettino Salesiano, fondato da Don Bosco, diffonde la conoscenza dello spirito e dell’azione salesiana, specialmente di quella missionaria ed educativa. Si interessa ai problemi dei giovani, incoraggia la collaborazione e cerca di suscitare vocazioni. è inoltre uno strumento di formazione e un vincolo di unità per i vari gruppi della famiglia salesiana. Viene redatto secondo del direttive del Rettor Maggiore e del suo Consiglio in varie edizioni e lingue».

(cf. http://biesseonline.sdb.org/)

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